Nato nel 1918 ad Avilla di Buia, appena sedicenne si trasferì a Roma presso l’altro grande buiese Pietro Giampaoli, e qui rimase due anni, frequentando il liceo artistico, la R. Accademia di belle arti e la Scuola d’arte della medaglia, traendo molto vantaggio dalle lezioni di Giuseppe Romagnoli (1872-1966), grande scultore e medaglista. Finiti gli studi iniziò a insegnare disegno, prima a L’Aquila e poi in Friuli. Nel 1938 fu ammesso alla Biennale di Venezia e nel 1941 alla Mostra nazionale di arti visive di Milano. In tempo di guerra partecipò alla lotta partigiana e nel 1954 vinse il concorso per il posto di primo incisore alla Zecca italiana, ove successe a Giampaoli come capo incisore nel 1963 e insegnante presso la Scuola d’arte della medaglia, incarico che tenne fino al 1978. Si spense il 12 maggio 1981. Nella sua lunga attività realizzò oltre cinquecento opere, in massima parte medaglie, ma anche alcune placchette, più di centosessanta monete (tredici serie complete di otto esemplari dal 1966 al 1978 per la Città del Vaticano e sette serie complete di otto esemplari dal 1972 al 1978 per la Repubblica di San Marino, nonché monete isolate per la Repubblica italiana e la Repubblica della Guinea equatoriale), due serie di formelle per le chiese dei Ss. Petro e Paolo di Avilla di Buia e dell’Addolorata di Zomeais di Tarcento, un cofanetto, un busto dello zio, alcuni bozzetti. Nello svolgimento del suo percorso artistico è chiarissimo, all’inizio, l’influsso di Pietro Giampaoli, dal quale riprende una certa maniera “rinascimentale”, accentuata dalla legenda disposta a corona con lettere ben curate e di tipo classico. ... leggi Anche nella scelta degli argomenti esprimeva una notevole vicinanza all’esempio di Giampaoli. Particolarmente acuta, fin dai primi esempi di medaglie da lui realizzate, fu la volontà di caratterizzazione psicologica dei personaggi rappresentati, cui alternava atteggiamenti impressionistici e, specialmente nella sua ultima produzione, accenti “barbarici”. Come Giampaoli, seppe dunque, quando poté, alternare le commissioni ufficiali con ricordi della propria famiglia, della sua cerchia paesana e di illustri personaggi che hanno onorato il Friuli (Giovanni Brusin, Chino Ermacora, Pietro Menis, Ardito Desio, Michele Gortani…). Nel corso del tempo sperimentò forme più libere, quasi di impianto bozzettistico, e fin dal 1961 praticò con grande abilità tecniche raffinate nelle medaglie “a specchio”. Di lui si ricordano in special modo alcuni cicli come la serie del Credo (1963-1965), realizzata dalle Zecche di Roma e di Vienna in occasione del Concilio ecumenico Vaticano II, sotto l’egida e il patronato della Biblioteca Ambrosiana, serie che comprende una sessantina di medaglie e la serie dei grandi friulani. Tra le monete vanno ricordate specialmente le 1000 lire italiane dette “della concordia” e le monete da 100 lire (1970) con i ritratti di Dante (1965) e Marconi (1974). Nel 1974 fondò l’Associazione medaglistica esaltazioni storiche, che ebbe un riconoscimento ufficiale nel 1983. Come Giampaoli, anche M. seppe inserirsi nell’ambito della cultura nazionale e internazionale coltivando una passione, quella della medaglistica, ormai divenuta tradizionale nella sua terra di origine. Nello stesso tempo non volle dimenticare il suo Friuli e ne diede prova specialmente dopo il terremoto del 1976 allorché si impegnò molto a favore dei terremotati, specialmente della sua Buia, coinvolgendo anche altri artisti che egli conosceva. È ben nota la medaglia da lui realizzata con la figurazione dell’Orcolàt, dalla cui vendita si poterono ricavare fondi per le botteghe artigiane danneggiate dal sisma. Per merito suo la grande tradizione medaglistica buiese del Novecento, di Pietro Giampaoli e dei suoi fratelli, venne continuata e trasmessa al nipote Piero Monassi, vivente. Il comune di Buia, tramite il Museo d’arte della medaglia, si è fatto promotore nel 2001 di una mostra dedicata all’opera di M., accompagnata da un catalogo, per ora definitivo, sulla sua opera.
ChiudiBibliografia
DBF, 538; P. MENIS, Guerrino Mattia Monassi, medaglista, capo incisore della Zecca, «La Panarie», 9 (1970), 19-23; A. FALESCHINI, Guerrino Mattia Monassi, «Sot la nape», 1-2 (1973), 63-67; G. B. DELLA BIANCA, In memoria di Guerrino Mattia Monassi, «Bollettino dell’associazione Amici di Venzone», 10 (1981), 167; La medaglia in Friuli dal ’400 al ’900 e i maestri incisori bujesi: attualità e tradizione. Catalogo della mostra (Milano, 12 dicembre 1986-9 febbraio 1987), a cura di V. MASUTTI - E. TERENZANI, Udine, AGF, 1986, 79-84; Guerrino Mattia Monassi. Catalogo della mostra nel XX anniversario della morte dell’artista, Buia, Comune di Buia, 2001.
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