Nacque a Cercivento di Sotto il 16 aprile 1714 e morì nella stessa località il 24 aprile 1786. Quale costruttore e riparatore di strumenti a canne fu attivo in diverse località della regione: sopravvive un suo organo a Pesariis, che testimonia una discreta capacità artigianale, legata alla tradizione classica della scuola veneta. In gioventù il M. si dedicò a vari lavori fabbrili: nel 1735 venne pagato una lira per aver aggiustato le campane del paese e due anni dopo ricevette 145 lire per aver fabbricato una croce. Iniziò ad occuparsi di organi solamente nel 1752, aiutando il maestro tedesco Joseph Berger a rimontare nella parrocchiale di Cercivento un antico organo proveniente dal duomo di Udine; questo strumento venne riparato più volte dal M. (nel 1766, 1770 e 1773) e rimase in attività per alcuni decenni, quando, ormai «antichissimo» e ridotto «quasi inserviente», fu sostituito da uno nuovo. Nel 1760 e nel 1762 lavorò a Tolmezzo, chiamato a restaurare l’organo in S. Maria di Centa, chiesa oggi non più esistente. Al febbraio 1761 risale il contratto per la costruzione dell’organo di Treppo Carnico: la limitata somma richiesta per realizzare lo strumento (115 ducati) fa supporre che le dimensioni in origine fossero ridotte. Di quest’opera rimangono solamente alcune canne, ora incorporate in un organo moderno; allo stesso anno 1761 risale un suo progetto per il restauro dell’organo di Fagagna. Nel 1764, per la costruzione di quello di Pesariis, oltre al denaro, il maestro ricevette un orologio da campanile; questo strumento è stato ampliato nel 1849 da Pietro De Corte. A Valvasone nel 1766 il M. attua importanti riforme nell’organo cinquecentesco di Vincenzo Colombi, abbassando il corista di mezzo tono e allungando la tastiera negli acuti. ... leggi Lavorò anche a Trieste, dove nel 1767 riparò l’organo della chiesa di S. Pietro; nel 1770 restaurò l’organo della parrocchiale di Mortegliano e nel 1773 fornì a don Marco de Pesler, parroco di Romans d’Isonzo, un antico organo proveniente dal duomo di Gemona. Questo strumento, ammodernato dal M., non venne rimontato nella parrocchiale di Romans, come si poteva supporre; quella chiesa, infatti, rimase sprovvista di organo fino al 1822. Altra opera del M. era l’organo di Cortale, montato in chiesa nel 1775: nonostante il positivo collaudo dello strumento, ben presto si era reso necessario un intervento per sostituire i mantici, giudicati troppo piccoli. Nel 1797 l’organo risultava già inutilizzabile e fu quindi sostituito da un altro, realizzato nel 1801 dal veneto G. Callido.
ChiudiBibliografia
VALE, Organo, 98-99; PARONI - BARBINA, Arte organaria, 15, 20, 29, 66, 80-81; D. MOLFETTA, L’organo antico della chiesa parrocchiale di S. Daniele in Paluzza, Tolmezzo, Cortellezis, 1979; STELLA - FORMENTINI, Valvasone, 16-17, 56; Organi restaurati del Friuli-Venezia Giulia. Interventi di restauro della Regione Friuli-Venezia Giulia dal 1976 al 1993, Villa Manin di Passariano (Udine), 1994 (Quaderni del Centro regionale di catalogazione dei beni culturali, 23), 56-58; METZ - NASSIMBENI, Tolmezzo, 683, 696; L. STELLA, Profilo storico, in L’organo veneziano di Francesco Dacci. 1768-1998, Gemona del Friuli, Pieve di S. Maria Assunta, 2000, 12-13; G. RADOLE, Organi e tradizioni organarie nel Friuli Venezia Giulia. La diocesi di Trieste, Udine, Pizzicato, 2002, 190-191; Organi e tradizioni organarie nel Friuli Venezia Giulia. L’Arcidiocesi di Gorizia, a cura di L. NASSIMBENI, Udine, Pizzicato, 2004, 292-294; L. NASSIMBENI, Organi e organisti nel territorio di Fagagna, in Feagne, 364-365, 381.
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