Nato nel 1726 a Santa Lucia d’Isonzo, nel capitanato di Tolmino, studiò nella Carniola, in Croazia e a Vienna, dove si laureò in medicina nel 1758. In veste di medico militare partecipò, tra il 1758 e il 1763, alla guerra austro-prussiana, curò l’epidemia di peste in Transilvania e dimostrò tale perizia nell’esercizio della sua professione che l’imperatrice Maria Teresa volle ricompensarlo con molti benefici. Per ordine sovrano fu nominato protomedico delle contee di Gorizia e Gradisca e a lui si devono i primi rapporti sanitari. Nel 1774 fece parte dell’i.r. Consesso di sanità con l’incarico di sottoporre a rigoroso esame i coadiutori sanitari di grado inferiore. Fu insegnante e, nel 1795, direttore della scuola privata di chirurgia istituita a Gorizia dallo Scati. Nel 1774 introdusse per primo, in via sperimentale, la vaiolizzazione preventiva nella provincia e già nel 1801 applicò la vaccinazione secondo il metodo Jenner. Privilegiò l’attività organizzativa a quella di ricerca e, sulla scorta dell’insegnamento del suo maestro van Swieten, medico personale dell’imperatrice e riformatore dell’amministrazione sanitaria dello stato, fondò le sue diagnosi su una scrupolosa osservazione delle malattie in rapporto alle peculiari caratteristiche ambientali e alle condizioni atmosferiche e stagionali. Pubblicò nel 1781 a Gorizia il Clima goritiense, un’opera in dodici capitoli nella quale indagava sulle malattie determinate dalle condizioni climatiche fornendo un’analisi dettagliata dei costumi di vita lungo l’Isonzo. Nel lavoro il M. considerava le relazioni tra precipitazioni atmosferiche e patologie dell’uomo e degli animali, i benefici derivanti alla salute dalla presenza di fonti limpide e salutari, gli effetti del vino che era indicato come concausa della febbre putrida, fino a tracciare un profilo psico-fisico degli abitanti e a descrivere una serie di casi clinici con orientamento medico innovativo. ... leggi Il Clima, nel quale gli arcadi romano-sonziaci ravvisarono, oltre a un basso stile, diversi errori e incongruenze, fu all’origine di una controversia tra l’Accademia letteraria goriziana e la Società agraria, in quanto il M. non aveva sottoposto il saggio al giudizio dei censori prima della stampa. Su sollecitazione della stessa Società agraria, preparò dei riassunti del libro di A. Wolstein sulle malattie infettive del bestiame. Pubblicò trimestralmente una rubrica con le osservazioni sull’andamento sanitario delle contee nel periodico Notizie della imperial regia Società agraria e, sullo stesso tema, una dissertazione nel 1795. Fu arcade romano-sonziaco con il nome di Lepildo Ireneo, membro della Società agraria goriziana e dell’Accademia di Scienze di Rovereto. Morì a Gorizia nel 1803.
ChiudiBibliografia
CODELLI, Scrittori friulano-austriaci, 171-173; COSSAR, Igea goriziana, 78-86; B. GREGORIG, Cenni per una storia medica della città di Gorizia, «Monitore medico», 1/4 (1952), 96-102; SOMEDA DE MARCO P., Medici, 126; B. GREGORIG, Lineamenti di storia medica goriziana, «Acta medicae historiae patavina», 11 (1964-1965), 61-84; R. ROCCO, Qualche profilo del Settecento medico a Gorizia, «Acta medicae historiae patavina», 11 (1964-1965), 177-191; Primorski slovenski biografski leksikon, II, Gorica, Goriška Mohorjeva družba, 1974-1994, 483-485; B. MARUŠIČ, Il protomedico goriziano Antonio Muznik (1726-1803). Contributi alla biografia, «Studi goriziani», 42 (1975), 71-84; B. GREGORIG, La medicina e la farmacia nel ’700 a Gorizia, in Maria Teresa, 152-158; GROSSI, Annali della tipografia, 97-99, 203-204, 257-260; TAVANO, Gorizia: Friuli e non Friuli, 69-70.
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