Nato a San Daniele del Friuli presumibilmente nel 1786, entrò a far parte della Congregazione dei barnabiti, e si dedicò agli studi di teologia, filosofia, lettere e lingue: conosceva l’ebraico, il greco, il francese, l’inglese, il tedesco. A Roma, dove soggiornò stabilmente, fu lettore di filosofia e di teologia per gli studenti della Congregazione; ricoprì la carica di consultore della Propaganda, dell’indice e degli affari ecclesiastici. Lasciò Roma nel 1823, sperando di migliorare le sue condizioni di salute trasferendosi altrove; soggiornò a Livorno e a Genova; trascorse l’ultimo anno di vita a Bologna in qualità di direttore spirituale e professore di lingua greca per i convittori del collegio di S. Luigi. Dopo un breve soggiorno a Modena, tornò a Bologna dove morì intorno ai quarant’anni, forse di tubercolosi (1825): le Memorie di religione riferiscono di «una violenta infiammazione di petto accompagnata da forti attacchi nervosi». Di N. si ricordano alcuni scritti, in primo luogo un testo del 1816 in cui non si cimentò tuttavia in veste di autore, ma di curatore: grazie alle Dissertazioni Accademiche di Francesco Florio ebbe modo di mettere a frutto la sua erudizione nel rigoroso apparato di note che spesso riordinano e completano parti lacunose del testo; e anche di dimostrare la sua abilità di traduttore nella resa italiana della vita dell’autore, scritta in latino da Angelo Fabroni. ... leggi Non pochi elogi gli valse il suo lavoro, a cominciare dalle «approvazioni» che corredano l’imprimatur: quella di Mauro Cappellari, procuratore generale dei monaci camaldolesi e consultore del Santo Ufficio, e quella di Francesco Antonio Baldi, cameriere di onore di Sua Santità e primo custode della Biblioteca Vaticana. Tra gli scritti di N. vanno ricordati due articoli pubblicati all’inizio degli anni Venti sulla rivista romana ‘Effemeridi Letterarie’: l’uno, volto a contestare le argomentazioni materialistiche di Antoine Destutt, conte di Tracy; l’altro, dedicato a tracciare il percorso biografico del suo defunto istitutore Antonio Grandi, vicario generale dei barnabiti. In veste di editore pubblicò le Operette devote del cardinale Fontana.
ChiudiBibliografia
ACAU, Nuovi manoscritti ex fondo Vale, 560/4.
F. FLORIO, Dissertazioni Accademiche ed altri opuscoli inediti con la vita del medesimo scritta in latino da monsignor A. Fabroni trasportata in italiano, ed arricchita di note dal P. D. C. M. Narducci Barnabita, Roma, Bourliè, 1816; Morte del P. D. Carlo Maria Narducci Barnabita, in Memorie di religione, di morale e di letteratura, 10, Modena, Soliani, 1826, 354-360.
Nessun commento