Nato a Venezia nel 1483 in una famiglia di antico patriziato, da Bernardo e Lucrezia Bolani, il N. studiò lettere latine con il Sabellico e il greco con Marco Musuro all’Università di Padova. Negli anni 1508-09, nei quali la Terraferma veneta e il Friuli furono sconvolti dall’invasione degli eserciti della Lega di Cambrai, si legò al condottiero Bartolomeo d’Alviano partecipando, con letterati e scienziati come il Cotta e il Fracastoro, alla cosiddetta Accademia Liviana promossa dallo stesso d’Alviano a Pordenone. Il N. collaborò anche con Aldo Manuzio e i suoi eredi alla cura di importanti edizioni aldine (1514-17), tra le quali quelle delle orazioni e delle opere retoriche ciceroniane, di Quintiliano, di Virgilio, di Lucrezio, di Ovidio e di Terenzio. Nel 1516 fu nominato storiografo ufficiale della Repubblica Veneta e bibliotecario di quella che sarebbe diventata la Biblioteca Marciana. Nel 1524-28 fu ambasciatore presso la corte dell’imperatore Carlo V in Spagna, registrando i fatti e le tappe di viaggio e ambasceria in un Itinerario e nei dispacci inviati al Senato, e stringendo rapporti con letterati spagnoli come il poeta Juan Boscán. Ritornato a Venezia nel 1528 e nominato subito oratore in Francia, morì a Blois l’8 maggio 1529. Il rapporto del N. con il d’Alviano, comandante dell’esercito della Repubblica, sembra sia maturato su un duplice livello, di collaborazione politico-militare e di sintonia culturale. ... leggi Il patrizio veneziano fu infatti stipendiato con il ruolo di consigliere nel corso delle campagne militari fino alla rotta di Agnadello (Ghiaradadda) del maggio 1509, dove il d’Alviano stesso fu preso prigioniero, trovando proprio nel N. un accreditato testimone davanti al Senato veneziano a difesa del proprio valore e della correttezza dell’operato. Il N., inoltre, aveva appunto già partecipato all’attività del cenacolo in riva al pordenonese Noncello – fiume citato più volte nei suoi carmina (Damon, Genethliacon pueri nobilis), editi postumi dagli amici (Lusus, 1530) –, scrivendo poesie che celebrano le vittorie militari del d’Alviano sull’esercito di Massimiliano I in Friuli nel 1508, e festeggiano la nascita nell’agosto del 1414 del figlio Livio, orgoglio delle genti carniche («quo Carnia tota superbit»). Nel 1515, alla morte del d’Alviano, il N. fu incaricato dalla Serenissima di recitarne l’orazione funebre (Oratio habita in funere Bartholomaei Liviani) – ricordata dal Guicciardini nella sua Storia d’Italia –, in cui egli celebrò le virtù della poliedrica personalità dello scomparso: la magnanimità e il valore di capitano, insieme all’eloquenza e all’acume di oratore e scrittore di arte militare. Gli altri frutti dell’attività culturale del N., come la produzione di natura filologica e il contributo dato allo sviluppo della poesia lirica in Spagna, testimoniano che quella del N. fu una personalità scientifica e letteraria di notevole spessore, ancora da studiare nei risvolti più minuti e da illuminare nella visione d’insieme. La grande considerazione in cui egli tenne un personaggio benemerito alla Patria del Friuli e alla Repubblica Veneta – egli medesimo figura di alto rigore morale e valore politico e culturale – come Girolamo Savorgnan il Vecchio, cui il N. «plurimum tribuebat», e, dall’altra parte, il fatto che l’Itinerario in Spagna dello stesso N. fu ricopiato con attenzione e cura quasi “religiose” da Mario, figlio di Girolamo, producendo un esemplare di alto pregio ecdotico, sono elementi che vieppiù avvalorano le qualità intellettuali dell’ambasciatore e letterato veneziano.
ChiudiBibliografia
A. NAVAGERO, Oratio habita in funere Bartholomaei Liviani, in A. N., Opera omnia, a cura di G. A. e G. VOLPI, Padova, Comino, 1718, 3-28; ID., Lusus, in G. COTTA - A. N., Carmina, San Mauro Torinese, Edizioni Res, 1991, 27-82, 90-93.
E. CICOGNA, Delle inscrizioni veneziane, VI, Venezia, Andreola, 1853 (= Bologna, Forni, 1983), 225-228; R. CREMANTE, Navagero, Andrea, in Dizionario critico della letteratura italiana, diretto da V. BRANCA, con la collaborazione di A. BALDUINO - M. PASTORE STOCCHI - M. PECORARO, Torino, Utet, 19862, 240-242 (con ulteriore bibliografia); C. GRIGGIO, Per l’edizione dei ‘Lusus’ del Navagero, «Atti dell’Istituto veneto di scienze, lettere e arti», 135 (1876-1977), 87-113; A. BENEDETTI, La cultura umanistica in Pordenone, «Il Noncello», 1 (1950), 32-33, 43, 44, 45, 46; C. GRIGGIO, Andrea Navagero e l’‘Itinerario’ in Spagna (1524-1528), in Miscellanea di studi in onore di Marco Pecoraro, I. Da Dante al Manzoni, a cura di B.M. DA RIF - C. GRIGGIO, Firenze, Olschki, 1991, 153-177; ID., Il frammento della ‘Storia Veneta’ di Andrea Navagero. Appunti di storiografia veneziana nell’età del Rinascimento, in Tra storia e simbolo. Studi dedicati a Ezio Raimondi dai direttori, redattori e dall’editore di «Lettere italiane», Firenze, Olschki, 1994, 81-98; B. BASILE, Andrea Navagero e il mito dell’Alhambra, «Filologia e critica», 21 (1996), 225-263; R. NORBEDO, Per l’edizione dell’‘Itinerario’ in Spagna di Andrea Navagero, «Lettere italiane», 52 (2000), 58-73; M. CUCCHIARO, I dispacci di Andrea Navagero al Senato veneto (1524-1528) e il suo ‘Itinerario’ in Spagna, «Lettere italiane» 61 (2009), 127-136.
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