Compositore e chierico padovano, è probabile si trovasse in Roma al servizio di Lucrezia Borgia, figlia del papa Alessandro VI, già negli ultimi anni del secolo XV; la accompagnò a Ferrara nel 1502 al matrimonio con Alfonso I d’Este e rimase al suo servizio almeno fino al 1511. Ai primi di luglio del 1513 «Nicolaus de Albis clericus Paduanus», probabilmente identificabile con N. P., fu assunto come cantore nella cappella privata di papa Leone X ma lasciò l’incarico nel giugno del 1515. Il 4 luglio di quell’anno Filippo da Lurano, maestro di cappella del duomo di Cividale, rinunciava in suo favore alla mansioneria e ai propri benefici perpetui all’altare di S. Venceslao e di S. Caterina pure nella chiesa di Cividale. N. P. diresse la cappella non oltre il maggio del 1516 dal momento che in giugno le sue prebende passarono a Giuliano Charon (si ipotizza anzi sia morto proprio a Cividale in quel periodo). Di N. P. restano diciassette composizioni frottolistiche tutte stampate dal Petrucci a Venezia nel seguente ordine: nove nel Libro II di frottole (1504), due nel Libro III (1504), quattro nel Libro IV (1505), una nel Libro V (1505), una nel Libro VI (1505). Alcune di queste circolarono anche manoscritte o in altre edizioni. È verosimile inoltre sia sempre N. P. quel «Don Niccolò» cui sono attribuite tre laudi in un’altra stampa petrucciana, Laude, libro secondo (Venezia, 1508): Ben serà crudel e ingrato; Salve, croce, unica spene (queste due scritte per il giovedì santo); Senza te, alta regina (presente in questo stesso libro anche col testo Vengo a te, madre Maria, ma attribuita a G. Fogliano).
Bibliografia
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