Intagliatore pordenonese, vissuto a cavallo tra il XVI e il XVII secolo, apparteneva a una famiglia di cui vari membri si sono distinti come scultori e “marangoni”. Il più noto è Giacomo, ma va pure aggiunto Francesco, di cui alcuni intagli sono nel duomo di Sacile. Ben poche sono le sue opere superstiti e a lui riconducibili con certezza, tra queste il modello del soffitto dell’oratorio del Crocifisso di Udine (1602), a cassettoni e rosoni che risente dell’influenza esercitata dal Trattato di Sebastiano Serio. All’O. spettano alcuni interventi nel duomo di Pordenone, dove gli era stata pure commissionata la parte lignea dell’organo, realizzata però da Pietro Tellino. Inoltre è forse da identificare con il «Vincenzo da Pordenone, intagliatore», di cui è documentato un intervento per il duomo di San Vito al Tagliamento nel 1604.
Bibliografia
BAMPO, Contributo quinto, 231-232; P. GOI, Il Seicento e il Settecento, in La scultura nel Friuli-Venezia Giulia, II, Dal Quattrocento al Novecento, a cura di P. GOI, Pordenone, GEAP, 1988, 211; ID., in San Marco di Pordenone, a cura di P. GOI, Pordenone, Parrocchia del duomo concattedrale S. Marco di Pordenone/GEAP, 1993, ID., Sculture e intagli lignei nel territorio di Valvasone ai tempi di Erasmo, in Erasmo di Valvasone (1528-1593) e il suo tempo. Atti della giornata di studio (Valvasone, 6 novembre 1993), a cura di F. COLUSSI, Valvasone/Pordenone, Circolo culturale Erasmo di Valvason/Edizioni Biblioteca dell’Immagine, 1996, 360-361.
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