Con un privilegio redatto dal cancelliere Gaudiolo il 27 febbraio 1363 O. di Z. da Firenze, al momento abitante a Udine, veniva investito dell’ufficio di zecchiere dal patriarca Ludovico della Torre. La moneta si sarebbe dovuta battere per due anni dal successivo primo maggio in Aquileia in una casa procurata dal patriarca per il monetario e la sua “familia”. E già il 19 maggio la comunità di Cividale nominava come proprio rappresentante Giovanni Zilli che assistesse al saggio in Aquileia. I saggiatori ufficiali furono gli orefici Pantaleone e Tommaso di Stefano da Porcia.
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