Figlio di Francesco (1507-1570), notaio collegiato di Udine, e di Francesca Nigris da Montereale, nacque a Udine nel 1548. La famiglia era originaria di Bassano e si era stabilita a Udine agli inizi del XVI secolo all’epoca di Alvise (1465-1540), nonno di M.; quest’ultimo fu un degno rappresentante della famiglia, portando lustro e onorificenze al nome degli Ottelio. M. frequentò l’Università di Padova, dove fu allievo di Tiberio Deciani che sosteneva l’incarico di “interprete e maestro delle leggi imperiali”, e nel 1574 conseguì la laurea in entrambe le leggi. Ritornato a Udine nel 1575, all’età di ventisette anni incominciò la carriera di docente ed in un primo periodo insegnò quasi gratuitamente «senza premio veruno dalla sola sua cortesia mosso» presso la scuola d’“Instituta iuris”, riaperta dopo un periodo di sospensione che durava dal 1551; a questo riguardo il 3 novembre dello stesso anno venne presentata da trentun giovani udinesi una supplica al luogotenente per la Patria, ai deputati e al consiglio cittadino affinché la scuola venisse sovvenzionata e quindi tenuta aperta con regolarità e che l’O. venisse eletto a pubblico professore con stipendio. La faccenda venne rimandata al 21 novembre, giorno della convocazione del Maggior consiglio, ma nel corso della seduta, divenuta tumultuosa anche a causa dell’intromissione dei “contraddittori” Attimis e Quadra, che forse volevano escludere il candidato, la votazione venne rinviata. A fine mese, il 30 novembre, la mozione venne ripresentata e nonostante l’azione dei contraddittori Sbroiavacca e Quadra la votazione si tenne e il giurista ebbe l’incarico per tre anni con lo stipendio di 40 ducati. Il 9 novembre 1578 venne riconfermato per un ulteriore triennio con l’aumento di stipendio di 20 ducati, raggiungendo il massimo che gli insegnanti di legge potessero allora percepire. ... leggi Terminato il secondo triennio, venne ricondotto al consiglio il 29 ottobre 1581 per una nuova riconferma con lo stipendio ridotto a causa delle gravi spese sostenute dal consiglio in quegl’anni; il compenso sarebbe stato reintegrato in un quarto triennio, di cui però non si ha notizia e che l’O. non può aver compiuto poiché il 17 luglio 1586 fu chiamato a ricoprire la prima cattedra “De regulis” appena istituita presso l’Università di Padova. Nel 1590 con decreto del 13 luglio dei Riformatori dello Studio, l’O., subentrato ad Angelo Mattiaccio da Marostica, passò a leggere le Pandette per due quinquenni. Alla morte del Mattiaccio, nel frattempo diventato professore di ragion civile, il cardinale Mantica scrisse ai Riformatori dello Studio il 19 febbraio 1600 da Roma una lettera di encomio, elogiando l’O. per il lavoro fino ad allora svolto. A tre mesi di distanza, il 22 maggio 1600, il governo veneto lo promosse alla prima cattedra di «Ragion civile della mattina» che coprì per venticinque anni, con lo stipendio annuo di 1800 ducati, riscuotendo successo tra gli scolari italiani e stranieri che accorrevano in gran numero alle sue lezioni. Non si deve nemmeno dimenticare che tra gli incarichi da lui sostenuti vi fu anche quello di rettore, nel periodo fra il 13 novembre 1592 e il 9 febbraio del 1593, essendo stato arrestato per rissa il suo predecessore, il bergamasco Antonio Cerro. Per agevolare gli studenti, provvide a stampare dei compendi delle sue lezioni (come ad esempio le Pagina exibenda scholaribus pubblicate nel 1598) e si sa anche che circolavano alcune sillogi manoscritte di lezioni raccolte dai suoi discepoli Pietro Candi e Muzio Corazza. Giubilato nel 1625, ottenne la dispensa dall’insegnamento con una pensione di 900 ducati annui ed ebbe così fine la sua lunga carriera accademica durata ben trentotto anni. Sempre attivissimo andò ad abitare a Venezia nel caso il governo avesse avuto bisogno dei suoi servigi. Appena tre anni più tardi, nel 1628, morì e venne sepolto nella chiesa di S. Angelo a Venezia. In suo onore presso l’Università dei legisti a Padova venne posta, ancora lui vivente, una lapide recante, sotto l’insegna dipinta della sua famiglia, la dicitura: MARCOANTONIO OTHELIO I. UTINENSI, ET ORDINARIO PRIMAE SEDIS MATUTINAE IUR. CIVIL. INTERPR. GEN. IP. IURIST. UNIVERSITAS PROFESSORI BENEMERITO P. C. ANNO DOMINI MDCXX. Negli Elogia virorum litteris & sapientia illustrium del vescovo di Cittanova Giacomo Filippo Tomasini si trova un elogio all’O. ed un suo ritratto inciso in rame con l’epigrafe: M. ANTONIUS OTHELIUS I. C. UTINENSIS, ET IN PATAVINO GYMNASIO ORDINARIUS IN PRIMA SEDE MATUTINA IURIS CIVILIS INTERPRES. Scrisse varie opere inedite di argomento giuridico, tra cui i Commentaria, le Lectiones in ius civile e le Lectiones in ius canonicum, et alia quamplurima, e due trattati, il De iure dotium e il De pactis. Di tutte queste opere si ignora l’ubicazione attuale anche se la loro presenza era testimoniata dal Capodagli e dal Liruti. Nel III tomo della Monarchia di Melchior Goldast, si può leggere il suo parere, intitolato Responsum pro decretis Reipublicae Venetae, dato al governo in merito al contrasto con papa Paolo V (1605-21) riguardante la scomunica della classe dirigente veneziana e l’interdetto alla vita religiosa esteso a tutti i domini veneziani del 1606. I suoi interessi non si fermano al campo giuridico, ma si estendono anche alle lettere: infatti il 25 novembre del 1599 fu uno dei ventisei soci fondatori dell’Accademia dei Ricovrati di Padova; l’Accademia fu istituita in casa dell’abate Federico Cornaro e tra i fondatori, tutti uomini celebri, vi si annoveravano Galileo Galilei e Mattiaccio. La tradizione familiare degli studi giuridici diede i suoi frutti anche con tre dei suoi fratelli, Giovanni Battista, Ottelio e Girolamo, tutti valenti giureconsulti e poeti latini; in particolare Ottelio (1593-1602, senza discendenza) che nel 1577 ottenne di entrare nel consiglio nobiliare di Udine. Lo stesso M. si dedicò alla poesia e di lui ci restano alcuni carmi (un distico, un sonetto e due tetrastici) nell’Oratio in funere ill. et ecc. principis et dominae Salomes ducis Munsterbergi di Marco Pittori; all’interno vi erano poesie sia dell’O. che di due suoi fratelli, Girolamo e Giovanni Battista.
ChiudiBibliografia
ASU, Caimo, 1608; Lettere, 91; ms BCU, Principale, 1024; 1085.
M. OTTELIO, Pagina exibenda scholaribus, Padova, Pasquati, 1598; ID., Responsum pro decretis Reipublicae Venetae, in M. GOLDAST, Monarchia s. Romani imperii sive tractatus de iurisdictione imperiali seu regia et pontificia seu sacerdotali, deque potestate imperatoris ac papae […] a catholicis doctoribus conscripti atque editi […] studio atque industria Melchioris Goldasti, Haiminsfedii, etc. cum elenco singularum tractatuum […] et indice rerum ac verbum memorabilium ad calcem adiecto, III, Hanoviae, Typis Th. Willerii impensis C. Biermanni et consort., 1611-1614.
P. CANAYE, Lettres et ambassades, III, Paris, Richer, 1636; Oratio in funere ill. et ecc. principis et dominae Salomes ducis Munsterbergi, a cura di M. PITTORI, Venetiis, Valgrisius, 1567; G.F. TOMMASINI, Elogia virorum litteris et sapientia illustrium ad vivum expressis imaginibus exornata, Patavii, Sardi, 1644; LIRUTI, Notizie delle vite, IV, 452-454; DBF, 581; DI MANZANO, Cenni, 146; MARCHETTI, Friuli, 996; CAPODAGLI, Udine illustrata, 456-458; G.G. LIRUTI, Degli illustri giureconsulti ed oratori del Friuli, Udine, Biasutti, 1836, 17; E.A. CICOGNA, Saggio di bibliografia veneziana, Venezia, Tip. ... leggi Merlo, 1847 (= Bologna, Forni, 1967), 126; VALENTINELLI, Bibliografia, 351; Genealogia della nobile famiglia dei conti Ottelio, Udine Tip. Patronato, 1881; G. OCCIONI BONAFFONS, La scuola d’«Instituta Iuris» fondata in Udine nel secolo XV, Udine, Doretti, 1884, 17-23; B. BRUGI - L. ANDRICH, Rotulus et matricula d. d. iuristarum et artistarum gymnasii patavini a. MDXCII-III p. ch. n., Patavii, Gallina, 1892, 61; SPRETI, Enciclopedia, IV, 950; R. VERSOLATO, Il fondo antico della Biblioteca Ottelio, t.l., Università degli studi di Udine, Facoltà di lettere e filosofia, a.a. 2001-2002.
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