PANCIERA DI ZOPPOLA NICCOLÒ (1827-1907)

PANCIERA DI ZOPPOLA NICCOLÒ (1827-1907)

Immagine del soggetto

Il castello di Zoppola, residenza del conte Niccolò Panciera.

Il nobile conte P., figlio di Camillo e della contessa Teresa di Colloredo Mels, nacque il 6 dicembre 1827 a San Vito al Tagliamento. A Zoppola trascorse la sua infanzia, proseguendo poi gli studi a Pordenone e Udine. Impegnato nella complessa gestione dell’eredità Molin, il padre spostò quindi la famiglia a Padova e collocò i figli nel collegio diretto dall’abate Bartolomeo Benetello. Quivi P. conseguì la licenza liceale e nel 1846 si iscrisse alla facoltà di Matematica, disciplina che lo avvinceva con passione. Cessata l’insurrezione del 1848, che vide in particolare coinvolti gli studenti, solo grazie a influenti personalità P. riuscì ad evitare un procedimento penale, in quanto accusato di aver fatto disertare dalle armi austriache un coscritto di Zoppola. Nel dicembre 1849, a soli 22 anni, si laureò in Matematica e altrettanto rapidamente pose le fondamenta di una lunga unione coniugale: il 24 settembre 1850 prese in moglie ad Arquà Petrarca la contessina Maria Gambara, anch’ella animata di spirito patriottico, che diede alla casata Panciera sei figli. Agli inizi del sesto decennio del XIX secolo, la gestione dei beni posseduti a Brescia determinò il trasferimento della famiglia nella città lombarda, dove P. assunse la direzione dell’azienda paterna e nel contempo dovette regolare l’amministrazione del patrimonio della moglie, ultima discendente di un’illustre famiglia bresciana appartenente al patriziato veneto. Nel 1859, mentre i fratelli Alessandro e Girolamo Silvio partivano volontari arruolandosi nell’esercito piemontese, Niccolò a Brescia metteva in campo iniziative benefiche e patriottiche in soccorso degli esuli veneti e friulani che, sempre più numerosi, varcavano clandestinamente il confine in cerca di asilo. Primo prosindaco del comune di Brescia, fu tra i promotori di un Comitato di sussidio per l’emigrazione, in relazione con quello centrale di Torino; fino all’annessione del 1866 tenne i contatti fra i Comitati segreti veneti e quelli delle province di Brescia, Milano e Torino, prestandosi più volte a recapitare dispacci e proclami in occasione dei suoi viaggi con la moglie in Friuli. ... leggi Dopo il 1866, i coniugi Panciera tornarono a Zoppola e stabilirono la propria residenza nell’avito castello; tuttavia, nei decenni successivi, la presenza del conte in Lombardia non fu solamente sporadica e legata alla mera gestione del patrimonio familiare. È ricordato infatti tra i membri del primo Consiglio d’amministrazione della Banca S. Paolo di Brescia, nata nel 1888 e, nel medesimo anno, a capo del comitato locale dell’Associazione Nazionale per soccorrere i Missionari Italiani. Riguardo alla coltivazione dei propri terreni nel Bresciano, P. aveva intrapreso grandi lavori di livellazione e miglioramenti agrari nella tenuta di Bredagambara, iniziando nel 1867, fra i primi in Lombardia, gli esperimenti di concimazioni chimiche. Fu però in Friuli che il conte poté esplicare al meglio le applicazioni della scienza agraria di cui era studiosissimo cultore: socio dell’Associazione Agraria Friulana, amico e discepolo di Gherardo Freschi, sosteneva sempre che dall’alma parens frugum l’Italia doveva saper trarre le sue maggiori risorse. A San Vito al Tagliamento, sin dal 1864 diede il primo impulso del progresso agricolo, combattendo i flagelli dell’oidio e della pebrina, le malattie della vite e del baco da seta che colpivano in quegli anni i settori più produttivi della penisola. Riguardo in particolare al secondo, l’atrofia del baco da seta che stava sterminando in modo irreversibile uno dei prodotti fondamentali dell’economia contadina, la soluzione fu cercata inizialmente importando la semente dei bachi da zone indenni, rivolgendosi all’Estremo Oriente. Tra i membri effettivi del secondo Congresso Bacologico internazionale svoltosi a Udine nel settembre 1871, P. frequentò a Gorizia un corso di Bacologia e promosse l’istituzione della Regia Stazione bacologica di Padova. Non mancò inoltre di prendere parte attiva nella benemerita Associazione bacologica bresciana, che provvedeva seme bachi dal Giappone. Fu il primo in Friuli ad adottare lo zolfo come rimedio sulla vite e tra i propugnatori dell’impiego di concimi chimici, macchine agricole e miglioramenti zootecnici. A Zoppola rivestì l’incarico di consigliere comunale nel 1878, e poi di nuovo dal 1880 al 1885, anno in cui il figlio primogenito Camillo gli subentrò nell’amministrazione del territorio con la carica di sindaco. Della sua progenie, l’ultimogenito Francesco è ricordato come medico infaticabile, terziario francescano e cultore di musica sacra, mentre la figlia Claudia Isabella, delicata pittrice, ottenne riscontri oltre l’ambito locale partecipando nel 1898, insieme alla cognata Clotilde Brusaferri moglie di Vincenzo Pietro Panciera, all’Esposizione generale italiana di Torino. Il cinquantesimo anniversario della felice unione tra P. e Maria Gambara fu omaggiato simbolicamente con la ricostruzione della torre magna del castello zoppolano; in tale circostanza venne murata sulla torre una lapide celebrativa, recante un’iscrizione in latino dettata da mons. Ernesto Degani. L’ultima opera commissionata per l’avita dimora prima della scomparsa di Niccolò fu la Madonna con Bambino dello scultore Luigi De Paoli collocata nel cortile del castello nel 1906. L’intenso bassorilievo bronzeo della Pietà di mano dello stesso autore, posto nell’oratorio dedicato alle Sante Susanna ed Elisabetta, risale invece al 1908, quando ormai il sepolcreto annesso alla cappella gentilizia aveva già accolto le spoglie di P., scomparso il 30 novembre 1907.

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Bibliografia

Parole del conte Niccolò Panciera di Zoppola dette alla prima adunanza tenuta in Brescia il giorno 8 aprile 1888, Brescia, Tipografia Pio Istituto Pavoni, 1888. Nella ricorrenza luttuosa del primo anniversario della morte del nobile conte cavaliere Niccolò Panciera di Zoppola questi ricordi la vedova ed i figli alla cara e venerata memoria pietosamente consacrano, s.l., 1908; A. BATTISTELLA, Genealogia della nobile famiglia dei conti Panciera di Zoppola (in nozze Panciera di Zoppola-Balbo di Vinadio), Udine, Tipografia G. Percotto & Figlio, 1924; C. ERMACORA, Il castello e i signori di Zoppola, «La Panarie», III, 16 (1926), 229-242; L. Gianni, Storia di Zoppola, Pordenone 2012, 77-79; S. MIOTTO, Tra Zoppola e Brescia. La famiglia del conte patriota Niccolò Panciera (1827-1907), in Sopula, 92n Congrès (27 Setembar 2015), par cure di P.C. BEGOTTI, P.G. SCLIPPA, Udine, Società filologica friulana, 2015, 285-299.

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