L u i g i nacque a Udine il 14 aprile 1864 da Matteo e Maria Sottile. Iniziò il suo apprendistato come fotografo nello stabilimento Malignani, diretto da Luigi Fabris, e lo concluse nello stesso atelier, rilevato nel 1887 dai soci Giacomo Rovere e Fabio Madussi. Nel 1892 subentrò a Francesco Missini nello stabilimento fotografico di via Rauscedo 1 a Udine. Nel 1900 fu premiato con medaglia d’argento alla Mostra campionaria di Udine. Eccellente ritrattista, con le cartes de visite, antesignane delle fototessere, e con i gruppi familiari della borghesia friulana documentò in studio il costume di un’epoca. Esperto nella realizzazione di stampe al platino che garantivano la massima nitidezza, Luigi ottenne vari altri riconoscimenti. Nel 1903 partecipò all’Esposizione regionale di Udine quale protagonista di una delle prime mostre di fotografia. Censito nell’«Annuario del Corriere Fotografico» del 1910 tra i dieci studi udinesi, fu il principale fotografo della città di Udine, della quale immortalò ogni angolo destinato a scomparire, dalle porte superstiti dell’antica cinta muraria agli edifici, come ad esempio il vecchio municipio e il nuovo, opera di Raimondo D’Aronco in costruzione, lasciando una documentazione utile per comprenderne le trasformazioni architettoniche e urbanistiche. Fu uno dei primi ad aprirsi ad altri temi della città, come l’animazione di strade e piazze, le attività, gli oggetti del quotidiano, e a considerare monumenti e aspetti paesistici con una curiosità nuova, sfruttando le risorse della fotografia per realizzare riprese non frontali o primi piani, giocando sui valori del mezzo e lasciando spazio all’istantaneità. Quando l’Accademia udinese di scienze lettere ed arti caldeggiò la catalogazione delle opere d’arte, P. avviò una campagna fotografica sul patrimonio culturale friulano, proseguita in seguito dal figlio C a r l o e pubblicata con il titolo Opere d’arte in Friuli. Esponente del socialismo udinese, fu consigliere ed assessore comunale, distinguendosi anche per le sue attività filantropiche. ... leggi Luigi morì a Udine il 1° febbraio 1915.
Dopo la sua scomparsa lo studio fu condotto dai figli Valentino (1892-1963), che si occupò della camera oscura e del negozio, e Carlo che nacque a Udine il 17 dicembre 1898 e si dedicò alle riprese fotografiche. Proseguì il lavoro del padre a Udine e nel Friuli, sempre molto attento alle innovazioni del mondo fotografico. Si dedicò soprattutto al fotoreportage, al paesaggio e all’architettura ecclesiastica minore, fornendo una «neutrale, sempre lusinghiera documentazione di siti e di cerimonie» (Zannier, 2001). Definito «uno dei più spigliati e instancabili documentatori della vita udinese dei primi decenni del secolo» (Zannier, 1979), fotografò molti aspetti dell’intero Friuli, senza retorica e libero da formalismi, «idealizzandolo senza tuttavia mistificarlo» (Bergamini, 2001). Lo studio Pignat, pur esercitando la fotografia come «una attività artigianale d’élite», si trovò a gestire un archivio che doveva essere pronto a soddisfare le richieste di tutti e di qualsiasi tipo di immagine del piccolo universo locale, esteso a comprenderne riti sacri, tradizioni popolari, eventi celebrativi, accadimenti imprevisti. Le cartoline illustrate consentirono di divulgare tale produzione anche al grande pubblico, aggiungendovi, nella funzione di editore, anche la produzione fotografica altrui, come ad esempio quelle dei costumi eseguite da Umberto Antonelli. Numerose immagini e veri e propri fotoservizi a tema furono pubblicati sulla rivista «La Panarie» dal 1924 al 1940. Ricorrente la documentazione delle attività artigianali e industriali. Su queste ultime – con Luigi limitate ad aspetti esterni – Carlo realizzò, su committenza dei proprietari, una sorta di racconto aziendale che, per presentare e promuovere l’industria, ne comprendeva la catena di produzione, gli impianti, i magazzini e gli uffici amministrativi. Alcune immagini vennero anche inserite in spazi pubblicitari (come quelle del biscottificio Delser, 1924) o furono fonte d’ispirazione per cartelloni pubblicitari (ad esempio l’area dello Stabilimento Birra Moretti e il retrostante campo sportivo omonimo). Da un inventario sistematico sul territorio in compagnia di Ludovico Zanini derivarono le immagini del volume La casa e la vita in Carnia, pubblicato nel 1968. Di idee socialdemocratiche, fu uno dei protagonisti del movimento antifascista e della lotta di liberazione. Carlo morì a Udine il 26 novembre 1966. Lo studio, in seguito condotto dalle tre nipoti, chiuse definitivamente il 31 dicembre 1993. Nel 1992 la produzione dello studio Pignat fu acquisita dai Civici musei di Udine e resa fruibile presso la Fototeca in Castello, mentre molte immagini, opera di Luigi e di Carlo, sono presenti nella stessa sede nel percorso espositivo del Museo friulano della fotografia.
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