Nacque il 5 febbraio 1898 a Fiumicello (Udine) e giunse ancora bambino a Gorizia. Di sentimenti italiani – a differenza del fratello Ervino, mutò il cognome in Pocarini –, nel 1915 venne accusato di attività irrendentiste, internato e nel 1916 arruolato come politicamente sospetto. Ritornato a Gorizia nel dopoguerra, iniziò la carriera di giornalista come corrispondente da Fiume per «La voce dell’Isonzo». Nell’aprile del 1919 aderì al Movimento e al Partito futurista e il 16 ottobre dello stesso anno fondò, con Mirko Vucetich, il Movimento futurista giuliano. In questa veste instaurò contatti epistolari con i maggiori rappresentanti del movimento in Italia, partecipò al convegno regionale futurista (1924) e al congresso nazionale di Milano (1924), collaborò con le riviste futuriste «Originalità», «Energie futuriste», «La Nuova Venezia». Nel 1923 fondò la Compagnia del teatro semifuturista che esordì, presente Marinetti, il primo aprile dello stesso anno con un repertorio di sintesi teatrali, musiche (M. Kogoj, S. Mix) e azioni sceniche, poi replicato nei teatri di Udine, Treviso, Mestre e Trieste. P., tuttavia, interpretò il futurismo in senso sperimentale, come un movimento aperto agli altri linguaggi artistici, che trovavano puntualmente spazio sulla rivista «L’Aurora», da lui fondata e diretta negli anni 1923-1924. Anche l’idea, esplicitata in seguito, di creare «l’internazionale degli artisti geniali» lo portò a intessere proficui rapporti con movimenti d’avanguardia a livello europeo e jugoslavo in particolare, attraverso le riviste «Pasmo» di Praga, «Zenit» di Zagabria e «Tank» di Lubiana. ... leggi In campo giornalistico P. fondò nel 1922 «El refolo gorizian», giornale «politico, satirico, pupazzettato», per dirigere in seguito «La voce di Gorizia» (1923-1927), le «Squille isontine» (1927) e «L’eco dell’Isonzo» (1930-1934). Come pittore esordì nel 1922 alla Mostra d’arte in onore di Vittorio Locchi, mentre nel 1924 affiancò, in qualità di segretario, Antonio Morassi nella I Esposizione goriziana di belle arti, alla quale fu presente con la monotipia Libellula. P. funse da segretario ordinatore della II e della III Esposizione goriziana (1928, 1933) e della Mostra giuliana d’arte (1934). Oltre alle mostre sopra citate, espose le sue opere, caratterizzate da campiture piatte di colore e da composizioni dinamiche, anche alla IV Esposizione d’arte delle Tre Venezie (Padova, 1926), alla Mostra d’arte futurista, novecentista, strapaesana (Mantova, 1928), alla XVII Biennale di Venezia (1930), all’Esposizione di pittori futuristi (Gorizia, 1931), alla Mostra di aeropittura e scenografia (Milano, 1931), alla Mostra di pittura e aeropittura (Trieste, 1931), alla I Esposizione internazionale d’arte coloniale (Roma, 1931), alla I Triveneta d’arte futurista (Padova, 1932), alla I Mostra nazionale d’arte futurista (Roma, 1933). Pubblicò inoltre tre raccolte di poesie: Carnevale (1923), Lollina (1925) e Oscillazioni (1931). Morì tragicamente nel mare di Grado il 4 agosto 1934. In sua memoria fu inaugurata il 6 ottobre 1936 una mostra d’arte contemporanea, allestita nelle sale del Museo della redenzione. Molte delle opere allora esposte costituiscono oggi il nucleo storico della galleria del Novecento dei Musei Provinciali di Gorizia, mentre il fondo Pocarini si conserva presso l’Archivio storico provinciale.
ChiudiBibliografia
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