Figlio di Giovanni, quest’illustre giureconsulto nacque nel 1722 nell’asburgica Canale d’Isonzo. Per motivi di studio il P. soggiornò per un certo periodo a Graz, anche se in seguito preferì portare a compimento i propri studi giuridici presso la rinomata Università di Padova, dove nell’aprile del 1747 conseguì la laurea. Tornato in patria, il 25 agosto 1750 si unì in matrimonio con Elisabetta Rodella, figlia di Gaspare. Il P. è conosciuto soprattutto come esperto nel campo del diritto, ma fu anche un noto cultore e profondo conoscitore di storia patria. I suoi molteplici interessi sembrano emergere in maniera incontestabile anche dalla composizione della sua biblioteca personale che in più luoghi viene citata come un modello di straordinaria varietà. Dotato di non comune erudizione, venne impiegato in vario modo al servizio degli Asburgo ed esercitò per un certo periodo l’incarico di procuratore fiscale nella contea goriziana. Mentre deteneva tale ufficio, il P. dovette confrontarsi tra l’altro con la complessa questione dei feudi goriziani, rimasta irrisolta per il disordine in cui versava la documentazione che mancava addirittura del tutto per alcuni feudi. Il P. dovette avviare un’accurata indagine sulle origini, sui passaggi di proprietà e sui possessori dei feudi per riuscire a dotare le autorità centrali asburgiche di uno strumento aggiornato sulla questione. Distolto da altri compiti, la continuazione dell’inchiesta nel 1782 venne affidata al noto storico goriziano Carlo Morelli di Schönfeld, l’autore dell’Istoria della Contea di Gorizia. Negli anni Settanta il P. ebbe un ruolo non secondario, insieme al conte Emanuele de Torres, nel convincere il celebre Giacomo Casanova a firmare con lo stampatore goriziano Valerio de’ Valeri un contratto per la pubblicazione dell’Istoria delle turbolenze di Polonia. Per quanto concerne invece gli scritti composti dal P., il Formentini ci informa che «lavorò con impegno intorno ad opere di storia patria» anche se «nessuna di queste vide la stampa [e] si ritiene che esse rimasero incomplete». Inedite sono altresì numerose relazioni redatte per la corte imperiale di Vienna, nelle quali il P. si preoccupava principalmente di avvalorare le tesi asburgiche concernenti diversi aspetti correlati alla contestata eredità patriarcale di Aquileia. In questi scritti l’autore intendeva sostanzialmente sostenere, con argomentazioni storiche e giuridiche, i diritti della Casa d’Austria sui territori un tempo soggetti ai patriarchi aquileiesi e la prerogativa spettante all’imperatore di proporre il proprio candidato alla carica di patriarca.
Bibliografia
CODELLI, Scrittori friulano-austriaci, 188-190; MORELLI, Istoria, III, 156; A. COSTA, Studenti forojuliensi orientali, triestini ed istriani all’Università di Padova, «Archeografo Triestino», n.s., 22 (1897-1898), 121; DI MANZANO, Cenni, 169; L. SCHIVIZ VON SCHIVIZHOFFEN, Der Adel in den Matriken der Grafschaft Görz und Gradisca, Görz, Selbstverlag des Verfassers, 1904, 311; R. M. COSSÀR, Cara vecchia Gorizia, Gorizia, Libreria Adamo, 1981, 70; FORMENTINI, Contea di Gorizia, 70; C. VON CZÖRNIG, Gorizia. «La Nizza austriaca», Gorizia, Cassa di risparmio di Gorizia, 19872 [trad. it. a cura di E. POCAR delle opere Das Land Görz und Gradisca (mit Einschluss von Aquileia), Wien, Braumüller, 1873 e Görz als klimatischer Kurort, Wien, Braumüller, 1874, 768].
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