Di origine marchigiana, nacque a Udine nel 1927 e nel capoluogo friulano svolse il mestiere di fotografo fino alla morte, avvenuta il 27 novembre 1996. Appassionato di fotografia fin da giovane (stampava fotografie per gli angloamericani presenti in città alla fine della seconda guerra mondiale), approfondì la conoscenza dell’arte fotografica lavorando negli studi di Napoleone Dominici e Cosimo Liberale. Negli anni Cinquanta era fotoreporter del quotidiano «Il Gazzettino», in seguito aprì un suo studio con l’insegna “Foto Tino attualità” e si specializzò in servizi fotografici, matrimoniali soprattutto. In seguito avrebbe firmato le fotografie con lo pseudonimo di Tino da Udine. Come ha scritto Italo Zannier, P. ha saputo «cogliere una fresca immagine della vita udinese, durante la ripresa economica del dopoguerra, sensibile e attento agli aspetti popolareschi in rapida e irreversibile trasformazione». In effetti, negli anni Cinquanta-Settanta P. documentò con le sue fotografie (che stampava preferibilmente in bianco e nero) momenti di una cronaca che nel corso di poco tempo è diventata storia. Dal “villaggio metallico” composto da baracche costruite dagli inglesi come ricovero temporaneo delle truppe, poi lasciate alla città di Udine e divenute scomoda e precaria casa per tanti sfollati privi di alloggio alternativo, alle cosiddette case del piano Fanfani, dai lavori di trasformazione urbana che resero per anni Udine un unico grande cantiere (che in qualche caso danneggiò in maniera irreparabile il tessuto storico della città), agli aspetti della vita quotidiana (un vigile all’incrocio di una strada, rivendugliole in piazza S. Giacomo…), ai tipici mestieri del tempo, dai giochi dei bambini alle partite di calcio dell’Udinese, dall’arrivo di Ernest Hemingway in Friuli alle più svariate manifestazioni (la fiera di S. Caterina con i baracconi in piazza Primo Maggio, ad esempio), fino al terremoto del 1976. Tutto suscitava l’interesse di Tino che tutto documentava in modo esemplare e con affettuosa partecipazione. Nel 1990 dedicò un fotolibro, a colori, a Udine e al Friuli.
Bibliografia
TINO DA UDINE, La mia città. Udine salotto del Friuli, Udine, Camera di commercio, industria, artigianato e agricoltura, s.d. [ma 1990].
DBF, 678; I. ZANNIER, Fotografia in Friuli 1850-1970, Reana del Rojale (Udine), Chiandetti, 1979, 29; Tino da Udine. “Quell’amore chiamato Friuli”, a cura di C. PROCACCIOLI, Tavagnacco (Udine), AGF, 2003; Generosità di un fotoreporter di Provincia (a proposito di Tino da Udine), a cura di C. PROCACCIOLI - E. COMMESSATTI, Tavagnacco (Udine), Dindi, 2007.
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