Nacque l’11 agosto 1920 a Ceresetto di Martignacco (Udine) in una famiglia di modeste condizioni. Il padre di P., che tanta parte ha avuto sul modo di essere e di pensare del figlio, aveva sin da ragazzo assaporato fino in fondo l’esperienza del «l ibars di scugnî lâ» (la “libertà di dover emigrare”). P. era legato al suo paese come al grembo che l’ha generato, consapevole della sua identità friulana, innamorato della sua lingua, identificato con la semplicità della vita contadina. Frequentò le scuole magistrali a San Pietro al Natisone, iscrivendosi in seguito all’Università di Firenze. La sua professione fu quella di maestro, prima di intraprendere l’attività di sindacalista che gli consentiva più libertà di movimento. La sua vera scuola fu la cerchia di amici, per lo più letterati, che si riunivano attorno a Giuseppe Marchetti. In quel gruppo, che si chiamò ‘Risultive’, ebbe modo non soltanto di coltivare le amicizie giuste, ma soprattutto di affinarsi nell’uso della lingua e nella coscienza dell’identità friulane. Cominciò così la sua attività di scrittore, di giornalista, di autore di teatro e di prosa. Scrisse, sempre rigorosamente in friulano, per tutta la vita, anche negli ultimi giorni di malattia. Pubblicò articoli su varie riviste: «La Patrie dal Friûl», «Strolic furlan», «Sot la nape», «Risultive», «Friuli nel Mondo», «Quaderni della FACE», ma soprattutto per il settimanale del Friuli «La Vita Cattolica», per il quale in trent’anni di attività curò diverse rubriche in friulano: Zovin di lune, Grispis furlanis, Si fâs par mût di dî, Dret e ledrôs, La letare. Pubblicò anche alcuni libri, che ebbero varie recensioni: Par un pêl (19848), Il discôrs di une frute (1967), Un frut di gale (atto unico del 1968), Si fâs par mût di dî (19802), Lis flabis (1980), Mês par mês (1981), Magari ancje (19842), Bot e sclop (1985), Diu nus vuardi (1997). È presente in diverse antologie di letteratura friulana: Antologia della letteratura friulana di B. Chiurlo e A. Ciceri (1976), La Flôr. Letteratura ladina del Friuli di D. Virgili (1978), Nuova antologia della letteratura friulana di G. D’Aronco (1982), e altre. ... leggi Il suo capolavoro fu Par un pêl, una raccolta di racconti di straordinaria ispirazione e di somma cura letteraria, che non trova riscontri nella storia della letteratura in lingua friulana e che D. Maria Turoldo definì degna del migliore premio letterario italiano, se gli italiani fossero stati in grado di leggere l’opera. P. sapeva cesellare la lingua friulana in modi eccellenti: la sua lingua era sempre nuova, brillante, evocativa e vigilata. Nei suoi scritti traspare un’ironia sottile, che lui sapeva maneggiare senza mai offendere. La sua penna andava al cuore dei problemi, facendosi capire da tutti. Morì a Udine il 13 marzo 2002 e ora riposa nel cimitero della pieve di Santa Margherita del Gruagno. La sua comunità gli ha dedicato l’auditorium comunale.
Chiudi
Nessun commento