Nato a Cordenons il 9 maggio 1868, dopo un apprendistato a Venezia e Firenze, aprì bottega nel paese natale e sul finire del secolo si trasferì alla corte di re Carol I in Romania, dove rimase fino al 1903. Rientrato in patria, si stabilì a Udine dove per lunghi anni fu apprezzato maestro d’arte al collegio Tomadini e dove aprì in via Liruti un attrezzato laboratorio artigianale. Nel 1932 rientrò definitivamente a Cordenons dove si spense il 14 settembre 1946. Artista poliedrico, R. si fece inserire tra gli scultori in pietra nella Guida Commerciale del Friuli del 1921, e nel 1927 coordinò, da architetto, il progetto generale di ampliamento della chiesa parrocchiale di Billerio, ma nell’inserzione pubblicitaria apparsa nell’ottobre del 1907 nella “Rivista Diocesana” di Udine, presentando il suo “Premiato studio di decorazioni in legno, stucco ecc.”, si era detto in grado di eseguire “Altari, Statue, Pulpiti, Sedie gestatorie ed altre decorazioni per Chiese in qualsiasi materiale”, ivi comprese “decorazioni di gonfaloni e stendardi”. Eseguì anche busti di vari personaggi, e impegnative opere di carattere civile, come il Monumento ai Caduti della prima guerra mondiale ad Orsaria di Premariacco, in cui, al di sopra di un alto basamento, allegoriche figure femminili in bronzo simboleggiano nella posizione eroica il sacrificio dei caduti per la Patria, in linea con lo spirito del tempo, e anche, dopo la “grande guerra”, vittorie alate, ma la maggior parte della sua produzione è di carattere sacro, essendo la Chiesa la principale committente. ... leggi Le sue opere, corrette e di facile, immediata comprensione, risultano sempre gradite, si tratti di una statua o di un bassorilievo, di una suppellettile sacra o di un intaglio chiesastico. Tra i tanti suoi lavori, meritevoli di attenzione sono soprattutto i bassorilievi per la fresca vena narrativa: luminose, gradevoli composizioni sulle quali la luce scivola morbida. Evidenti i richiami al mondo di Valentino Panciera Besarel e, più alla lontana, del bellunese Andrea Brustolon. E poco importa se il R. riprende invenzioni di altri, com’è del Transito di San Giuseppe, uno dei soggetti preferiti, in cui traduce con raffinato linguaggio plastico il dipinto eseguito da Michelangelo Grigoletti nel 1866-68 per la chiesa parrocchiale di Santa Maria Maggiore di Cordenons. Ne rimangono diversi esemplari che ben poco differiscono l’uno dall’altro: a Porpetto, come si è visto, a Rorai Piccolo di Pordenone, Basaglipenta, Maron di Brugnera, Cordenons (in via Nazario Sauro) e Plasencis (in cui si conservano altri tre bassorilievi, inaugurati l’11 agosto 1911): scene nelle quali si nota una buona capacità inventiva ed una corretta collocazione delle figure nello spazio. Lo stesso dicasi per i bassorilievi raffiguranti l’Assunta, presenti sia in via Cervel a Cordenons, sia in via Sant’Agnese a Zompitta. La fonte di ispirazione, in questo caso, è il grande dipinto di Tiziano nella chiesa dei Frari a Venezia; ispirata al Tiziano, è anche la statua lignea dell’Assunta di Reana (1913), così come lo sono le consimili di Cimolais, Orzano, San Pietro al Natisone, Plasencis. Nel Rojale Giovanni Rampogna operò, con successo, in più riprese: a lui si deve anche l’Angelo in rame (1925) che sovrasta il nuovo campanile di Zompitta progettato da Provino Valle, angelo che riprende quello del castello di Udine.
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