B. R. detto anche “il Moro” o “Patavo Mauro”, nacque a Padova nel 1565 e ivi frequentò la scuola annessa al Santo studiando composizione con C. Porta. Il 30 ottobre 1591 venne assunto come tenore nella cappella musicale dopo che aveva già prestato servizio occasionalmente nei mesi precedenti. Nel giugno di due anni più tardi concorse senza successo per suonare «l’organetto piccolo dei concerti», incarico al quale fu chiamato il 24 febbraio 1594 pur mantenendo il posto di cantore. Il 14 marzo dello stesso anno ottenne il permesso di assumere la guida della cappella musicale in duomo a Gemona del Friuli, incarico che mantenne fino al febbraio del 1600. Durante la sua reggenza introdusse tra gli allievi della scuola il canto dei madrigali e fece acquistare al cameraro della chiesa opere di G. Belli, G. de Wert, G. Croce e R. Giovannelli; lui stesso in quegli anni diede alle stampe tre raccolte madrigalistiche. Rientrato a Padova, il 13 dicembre 1600 fu nominato vicemaestro di cappella del Santo, per poi succedere al Porta dopo la morte di questi nel maggio del 1601. R. non brillò per l’attaccamento ai suoi doveri, tanto che nel 1606 la cappella fu sciolta e lui congedato dall’incarico. A tutt’oggi non trova conferma l’informazione avanzata da alcuni studiosi che R., lasciata Padova, si era recato a Piacenza per dirigervi la cappella di S. Francesco dal 1606 al 1608. In ogni modo, se rimase lontano da Padova fu per meno di un anno perché già nell’aprile 1607 si trovava al Santo ove il 2 novembre del 1608 riprese la guida della cappella. ... leggi L’11 dicembre 1613 fu costretto nuovamente alle dimissioni per il maggior rigore impresso alla cappella dai presidenti dell’Arca e per la mancata corresponsione delle sue «giuste mercedi». Dopo tale data si ritiene abbia continuato a vivere in convento: alcuni regesti di Sartori (Documenti, 38a) lo indicherebbero nuovamente maestro di cappella al Santo nel settembre 1623 (fatto di per sé plausibile in quanto il maestro di cappella G. Ghizzolo era stato chiamato a Roma in primavera e il suo successore Leandro Gallerano da Brescia sarebbe arrivato solo a fine ottobre) e a Montagnana nel 1630 (ove però l’incarico in quel periodo era tenuto da A. Balbi); un altro regesto di S. Rinaldi ci informa che il R. fu nominato maestro di musica a Venezia (ai Frari?) il 5 settembre 1616; mancano però riscontri a queste informazioni. Certamente il R. si trovava in Padova tra il 1626 e il 1630, poiché Atti e Parti dell’Arca, che lo citano con l’appellativo di «magister musices», ne testimoniano la presenza e in città si trovava pure nel momento della morte, il 21 aprile 1634. La sua produzione musicale comprende le seguenti raccolte: Cantiones in laudem deiparae Virginis Mariae […] cum quinque vocibus, Venezia, R. Amadino, 1594; Amorosi fiori, colti in vago, et delitioso giardino, madrigali a quatro voci con uno a otto in fine, composti in stil di canzonette, Venezia, R. Amadino, 1594; Ghirlanda de varii fiori amorosi, secondo libro de madrigali a quattro voci, composti in stil di canzonette, con un sonetto a otto in fine, e un dialogo a otto fatto nelle sontuose nozze dell’illustre signor Giovan Martin Marchesi con l’illustre signora Lucina Savorgnana, Venezia, R. Amadino, 1596 (G. M. Marchesi era figlio di Antonio, ricco commerciante udinese di origine tedesca; per le medesime nozze T. Savorgnan aveva composto Il cordoglio amoroso, favola pastorale); Ardori amorosi, madrigali, e canzonette a tre voci, Venezia, R. Amadino, 1599; Li brevi salmi intieri, che nelli vespri di tutte le solennità si cantano […] a cinque voci, con il basso continuo per commodità de gl’organisti, Venezia, R. Amadino, 1605. Perduti risultano invece i Libri quatuor circa lamentationes Hieremiae prophetae che nell’aprile 1597 R. aveva presentato, ricevendone 10 ducati, alla comunità di Gemona (da identificarsi probabilmente con quel «Bartolomeo Ratti a 4» citato tra le «Opere della Settimana Santa» nel catalogo del 1621 dell’editore veneziano Alessandro Vincenti). In attesa che questa produzione venga studiata si può solo dire che ad un primo approccio essa appare in linea con le tendenze compositive coeve; in particolare le Cantiones del 1594 sembrano muoversi tra il contrappunto classico di stile palestriniano e le novità dello stile concertato e della scuola veneziana.
ChiudiBibliografia
DEUMM, VI, 239-240; R.F. CHAUVIN, Ratti Bartolomeo, in NGii, XX, 848-849; M. LOCANTO, Ratti Bartolomeo, in MGGna, Personenteil, XIII (2005), col. 1307-1308; RISM A/I/7 R 324-328; NVOGEL, II, 1431-1433, n. 2317-2319. P. SAVIOLO, L’Arca del Santo di Padova, Padova, Frambotto, 1653; N. PIETRUCCI, Biografia degli artisti padovani, Padova, Bianchi, 1858 (= Bologna, Forni, 1970), 225; BALDISSERA, Organo, 13; VALE, Gemona, 22; [S. RINALDI], Musicisti dell’ordine francescano dei minori conventuali dei secc. XVI-XVIII, «Note d’archivio per la storia musicale», 16 (1939), 186-199: 191; SARTORI, Documenti per la storia della musica, 9a, 37a-b, 38a, 78a, 153a; CATTIN E C., La musica e le istituzioni, 483; A. ALBANESE, Alcuni contributi alla biografia di Bartolomeo Ratti, «Rivista italiana di musicologia», 19 (1984), 206-233; GRATTONI, Gemona, 90; Storia della musica al Santo di Padova, a cura di S. DURANTE - P. PETROBELLI, Vicenza, Neri Pozza, 1990 (Fonti e studi per la storia del Santo a Padova. Studi, 6), 47, 63-64, 68, 72, 76-77, 96, 99-100, 103-104, 139; C. COSOLO, Bartolomeo Ratti, Cantiones in laudem deiparae Virginis Mariae, t.l., Università degli studi di Udine, DAMS (curriculum Musicologico), a.a. 2004-2005 (contiene la trascrizione in edizione moderna delle Cantiones).
Nessun commento