Nipote del vescovo di Concordia Guido Guizzi, l’ecclesiastico G. di Rolandino Ravani da Reggio Emilia risulta dotato di una formazione giuridica di livello universitario e si rivela nel tempo come uno dei suoi principali collaboratori. Nel 1338, con l’interessamento dello zio è eletto preposito del capitolo cattedrale di Concordia. L’anno successivo assume l’ufficio di vicario generale e si fa supervisore della raccolta della documentazione necessaria a comprovare i diritti temporali dell’episcopato, che si concluderà solo nel 1343. Ben presto G. è coinvolto anche nell’attività del tribunale ecclesiastico, alla quale dedicherà sempre una particolare attenzione. Nonostante i numerosi impegni al fianco del presule concordiese, G. non trascura il proprio ruolo all’interno del capitolo cattedrale, curandone gli interessi e divenendo ben presto un punto di riferimento per i suoi confratelli. Nel novembre del 1340, assieme al decano Fiorentino Costa, è nominato procuratore dei canonici per recuperare i beni di Rivolto, dati in pegno a Guecello di Porcia. Nel 1342 rappresenta l’istituzione in una “curia vassallorum” chiamata a giudicare una causa relativa ai feudi di Cesarolo e Mergariis. Per la fiducia dimostrata dal vescovo Guizzi il nipote si ritrova a svolgere un ruolo importante nella vita della diocesi di Concordia e in quella vicina di Aquileia: la collaborazione con il presule si estende, infatti, anche a quei momenti in cui questi agisce come vicario patriarcale. Dopo un viaggio a Modena per restituire alla locale biblioteca capitolare alcuni libri presi in prestito dal Guizzi prima del suo trasferimento, nel 1346 G. raggiunge lo zio a Udine e lo affianca nella visita alla locale collegiata di S. Maria, voluta dal patriarca Bertrando. Nel 1347, alla morte del presule, G. è nominato suo esecutore testamentario e riceve in eredità il letto dello zio ma soprattutto alcuni libri, che confermano la sua formazione culturale: un Officium Inquisitionis con alcune aggiunte alla compilazione del Sextus (1296), un De ecclesiastica potestate libri tres di Egidio Romano, un libro di Decretali commentate da Giovanni di Andrea e un De electionibus del cardinale Guglielmo “de Mandegoto” con diversi opuscoli e “quaestiones disputatae”. Durante il periodo di sedevacanza, G. è chiamato ad assumere l’ufficio di vicario generale ed economo dell’episcopato di Concordia. ... leggi In tale veste, l’8 dicembre del 1347 concede a prete Giacomo da Ravenna di poter officiare in qualsiasi chiesa della diocesi, ma non a Portogruaro. A fine mese acconsente alla richiesta di Giacomo Daineri da Modena, che vuole permutare i propri benefici in diocesi. Il 16 gennaio del 1348 interviene per risolvere una questione insorta tra il pievano di Travesio e il suo vicario, troppo anziano per officiare la chiesa. Con la nomina del successore del Guizzi, nella persona di Costantino Savorgnan, G. è confermato solo nell’ufficio di vicario “in spiritualibus”: tale nomina è però di breve durata. Pietro di Cluzeau, subentrato dopo pochi mesi al Savorgnan, decide, infatti, di non avvalersi più della collaborazione dell’ecclesiastico reggiano. Da questo momento G. riveste un ruolo piuttosto defilato, con periodi di permanenza a Udine e una presenza in diocesi legata principalmente a momenti ufficiali che deteriora anche i suoi rapporti con l’istituzione canonicale. L’ultima attestazione di una sua presenza in Friuli risale al febbraio del 1362, quando si reca a Cividale per prendere possesso di una casa lasciata in eredità al capitolo. Risulta essere morto prima del 22 settembre del 1368, quando il fratello Giovanni, nel testamento chiede di essere sepolto nel monumento funebre di G., nella chiesa di S. Maria di Udine.
ChiudiBibliografia
ADP, Curia Vescovile, pergamene sciolte (1342 gennaio 8; 1348 dicembre 2; 1349 aprile 7; 1353 gennaio 14; 1353 gennaio 18); ADP, Capitolo della Cattedrale, Codice Bianco, f. 22v-23r (1349 settembre 3), f. 25r-v (1340 novembre 12), f. 77v (1362 febbraio 16), f. 77v-78r (1362 febbraio 19), f. 88r-v (1338 novembre 1); ASTv, NA, Prima Serie, Pietro Brunelleschi, 11, I-II; BNMV, Manoscritti Latini, cl. IV c. 52 (= Iura Episcopatus Concordiensis et Portusgruariensis).
A. HORTIS, I Summaquensi, Guido de Guisis e Trieste, «Archeografo triestino», 9 (1892), 364-404, in particolare 401; G.B. CORGNALI, La tomba e il testamento di un vescovo, «Ce fastu?», 3-4 (1936), 229-235; MORO, Visitatio, 100 (1346 dicembre 16); GIANNI, Vescovi e capitolo, 166-167, 417-420.
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