Nacque a San Vito il 27 ottobre 1724, dal conte Ludovico, capitano della cittadina, e da Caterina Belgrado. Insieme con il fratello Giuseppe, che in seguito diverrà cameriere segreto e custode della biblioteca di papa Clemente XIII, ebbe la sua iniziale formazione nel collegio sanvitese fondato da Anton Lazzaro Moro, educatore esemplare e scienziato che dedicò studi fondamentali alla geologia. Gli interessi del R. si rivolsero anzitutto alle scienze esatte e presso l’Università di Padova seguì i corsi di matematica tenuti dall’abate Giuseppe Suzzi; simili interessi erano comuni pure al fratello Giuseppe, con il quale nel 1746 produsse la dissertazione Metodo generale per ritrovare infinite serie di triangoli rettangoli […], apparsa nella raccolta di opuscoli edita dal Calogerà, dove nel 1748 vide la luce anche il Saggio di una nuova teoria dei numeri figurati […], scritto sempre a quattro mani, entrambi dedicati a Iacopo Stellini. Opera invece del tutto autonoma sono gli Opuscola geometrica et analiticha; essa, edita a Venezia nel 1750, condensa un’ampia serie di studi e osservazioni matematiche, relative alle equazioni di secondo grado con due incognite, ai rapporti, al calcolo dell’interesse composto e all’ammortamento, nonché dati ricavati durante un’eclissi di sole. Tale pubblicazione gli valse, nel 1751, la cattedra patavina di elementi geometrici, incarico che assunse pronunciando la prolusione Institutiones geometricae brevis informatio, data alle stampe a Venezia in quello stesso anno. ... leggi Nel 1762 gli fu assegnata l’importante cattedra di geometria e analisi, sempre al prestigioso ateneo. Il d. R. matematico si dimostrava assai aggiornato sugli autori e le teorie del suo tempo, in particolare di Newton, Huygens e Bernoulli e, oltre alle analisi di matrice classica, applicava anche il metodo analitico, che utilizzava per lo studio della geometria, della fisica e della matematica economica. Nel frattempo, nel 1749, pronunciava i voti sacerdotali e quando nel 1769 decise di lasciare l’insegnamento universitario e fare quindi ritorno in Friuli, assunse il ruolo di canonico della metropolitana di Udine, abbandonando al contempo gli studi matematici per dedicarsi alla storia locale. Di tali occupazioni sono eloquente testimonianza le Memorie storiche dei tre ultimi secoli del patriarcato di Aquileia (1411-1751), scritte entro il 1790 ma apparse postume; la dissertazione Della Badia di S. Pietro a Rosazzo nella Patria del Friuli, data alle stampe nel 1799 e nell’anno successivo il De Austriacarum principum dominio in Portumnaonem, nonché l’inedita Vita degli scrittori fioriti sotto l’impero di Massimiliano I. Inoltre, all’indomani del trattato di Campoformido (1797) produsse un Progetto di una nuova organizzazione della Patria del Friuli, che però apparve solo un secolo dopo la stesura. Tuttavia l’opera più nota e significativa del d. R. è il saggio storico Della pittura friulana, apparso a Udine in prima edizione nel 1796 e poi, con alcune correzioni, nel 1798. Una terza edizione, che doveva comprendere anche artisti non friulani, era in preparazione, ma non fu portata a termine a causa della morte dell’autore, che sopraggiunse a Udine il 6 febbraio 1803. Il saggio del d. R. è la prima organica ricostruzione della storia della pittura friulana, dopo i sintetici tentativi di Federico Altan alla metà del secolo, e nel suo complesso presenta una visione diacronica svolta in modo sostanzialmente corretto, frutto però sporadico di chi non ha compiuto studi approfonditi sulla materia e si è affidato in modo acritico alle fonti, Vasari e Ridolfi su tutti, integrate da notizie provenienti da informatori locali come Leopoldo Zuccolo e Giovanni Battista Belgrado. Ne risulta che quanto concerne il XV e il XVI secolo deriva quasi esclusivamente dalla letteratura pregressa e non offre grosse novità, mentre ciò che viene riferito sui periodi successivi è frutto di ricerche originali, sue o riferitegli, e mette in luce autori e opere del tutto inediti. Il carattere eccessivamente compilatorio dell’opera è stato subito messo in evidenza e stigmatizzato da un conoscitore come Luigi Lanzi, secondo il quale il conte de R. «meglio scriverebbe se avesse veduto più» (nella Storia pittorica del 1809). Nondimeno va a merito del nobile sanvitese la definizione di un percorso coerente che dall’età romanica porta alla fine del Settecento, dando notizia di non pochi documenti e citando tutti gli artisti che hanno lasciato un’impronta significativa sull’arte locale, errando piuttosto in eccesso, aggregando cioè al novero dei friulani, come del resto aveva fatto l’Altan, pittori che tali non possono dirsi, quali il Basaiti e, soprattutto, il Tiziano con i numerosi componenti della sua famiglia. Emerge quindi dalle pagine del Della pittura […] un’articolata struttura storiografica, con la quale gli studiosi si sarebbero dovuti confrontare lungo tutto l’Ottocento, correggendone gli inevitabili errori e perfezionando la prospettiva d’indagine, ma di fatto confermandone l’impianto di base. L’opera del d. R., dedicata all’arcivescovo di Udine Pier Antonio Zorzi, voleva anche servire da sprono per la creazione a Udine, al pari delle altre città italiane, di una Accademia di belle arti, ma tale auspicio non ebbe seguito. All’attacco del testo l’autore giustifica il suo lavoro come l’esito della richiesta di un amico cavaliere, che può essere identificato nell’udinese Antonio Bartolini.
ChiudiBibliografia
G. e G. DE RENALDIS, Metodo generale per ritrovare infinite serie di triangoli rettangoli di cui non sono che casi particolari i proposti di Pitagora, Venezia, Occhi, 1746 (Raccolta di opuscoli scientifici e filologici, a cura di A. CALOGERÀ, 35); ID., Saggio di una nuova teoria dei numeri figurati e del vero loro uso, necessariamente nelle somme delle serie infinite, Venezia, Occhi, 1748 (Raccolta di opuscoli scientifici e filologici, a cura di A. CALOGERÀ, 37); G. DE RENALDIS, Opuscola geometrica et analiticha, Venezia, Occhi, 1750; ID., Della pittura friulana. Saggio storico, Udine, Gallici. 1796 (= Udine, Pecile, 1798); ID ., Della Badia di S. Pietro a Rosazzo nella Patria del Friuli, Venezia, Pasquali, 1799 («Memorie per servire alla storia letteraria e civile» I/3), 3-21; ID., De Austriacarum principum dominio in Portumnaonem, Venezia, Pasquali, 1800 («Memorie per servire alla storia letteraria e civile» I/1), 1-25; ID., Memorie storiche dei tre ultimi secoli del patriarcato di Aquileia (1411-1751), a cura di G. GROPPLERO, Udine, Patriarcato, 1888; ID., Progetto di una nuova organizzazione della Patria del Friuli, a cura di G. GROPPLERO, Udine, Patriarcato, 1898.
A. ALTAN, Memorie storiche della terra di San Vito al Tagliamento, Venezia, Picotti, 1832, 91-93; C. SADOWSKI, Un matematico friulano del secolo XVIII: il conte monsignor Gerolamo de Renaldis, «Annuario del Regio Liceo Scientifico L. Respighi di Piacenza», 31-32 (1930-1931), 93-109; C. FURLAN, Cultura antiquaria, storiografia artistica e «riflessioni pittoresche» in Friuli nell’età del Tiepolo, in Giambattista Tiepolo, 119-120, ora in ID., Da Vasari a Cavalcaselle. Storiografia artistica e collezionismo in Friuli dal Cinquecento al primo Novecento, a cura di C. CALLEGARI - P. PASTRES, Udine, Forum, 2007, 100-102; A. DRIGO, Girolamo de Renaldis: un profilo bio-bibliografico e alcune precisazioni, in Arte, storia, cultura e musica in Friuli nell’età del Tiepolo. Atti del convegno internazionale di studi (Udine, 19-20 dicembre 1996), a cura di C. FURLAN - G. PAVANELLO, Udine, Forum, 1998, 147-153; G. BERGAMINI, La storiografia artistica in Friuli prima del di Maniago, in Fabio di Maniago e la storiografia artistica in Italia e in Europa tra Sette e Ottocento. Atti del convegno internazionale di studi (Pordenone-Udine, 25-27 novembre 1999), a cura di C. FURLAN - M. GRATTONI D ’ARCANO, Udine, Forum, 2001, 26-27.
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