Nacque a Udine l’11 agosto 1846. Fu pittore e incisore. Un ritratto dell’uomo e dell’artista, tracciato da Giovanni Del Puppo, lo definisce temperamento esuberante, pennello arrogante, indisciplinato; la fretta nervosa non gli permetteva di curare abbastanza il disegno e la modellazione. Ma alcuni dipinti sono definiti «di molto effetto» (Saccomani) per la fastosa grandiosità nella composizione, per lo sfolgorio di luci e per i colori dai toni inizialmente robusti e squillanti, che si fecero via via «tersi e freddi, irrigiditi in partiture neoclassiche» (Damiani). Come pittore, trattò in prevalenza soggetti sacri e fu soprattutto affreschista, continuatore della tradizione veneta, oramai in nostalgico ritardo provinciale. Le prime opere risalgono all’ultimo ventennio del secolo XIX. Uno dei primi lavori potrebbe essere stato eseguito nel presbiterio del duomo di Udine, dove, tra i restauri e i rifacimenti che subì la volta della cupola, opera di Louis Dorigny, si potrebbe assegnare a R. l’Eterno Padre ridipinto nel 1878 (Saccomani), come testimoniano i frammenti pittorici, residuo dell’incendio (1945). Nel duomo di Palmanova eseguì gli affreschi del presbiterio negli anni 1880-1882: l’Ascensione di Nostro Signore (nella volta a botte), La consegna delle chiavi e La guarigione del cieco (pareti laterali) furono realizzate sui cartoni predisposti dal forlivese P. Randi, morto improvvisamente; è completamente sua la Crocifissione (nel semicatino absidale), opera mediocre con gravi errori di prospettiva. ... leggi Gli affreschi presenti sulla volta dell’abside della chiesa parrocchiale di S. Giorgio Maggiore a Udine, le tre Virtù Teologali e forse la Religione (altri: i Padri della Chiesa, o gli Evangelisti, per la collocazione, tradizionalmente a questi riservata) si possono datare ante 1883; ispirati ancora al settecentismo riccesco, si distinguono per gli arditi scorci, il disegno marcato e i colori vividi, caratteristiche presenti anche negli affreschi Martirio e gloria di s. Adalberto e La Madonna della cintura e santi, della chiesa parrocchiale di S. Adalberto a Cormons, realizzati nel 1883, incastonati in una cornice riccamente ornata (di G. Comuzzi, 1883). È firmata nel 1886 la pala d’altare S. Carlo Borromeo che risana un’inferma, che si conserva nella chiesetta votiva di S. Bartolomeo in località La Franca di Bagnaria Arsa, commissionata da G.B. Orgnani-Martina di Udine, in occasione della ristrutturazione dell’edificio. Negli anni 1888-1892 affrescò le pareti del presbiterio della chiesa parrocchiale di S. Maria Nascente ad Artegna, con l’Ingresso di Gesù in Gerusalemme e la Smentita di Giuliano l’Apostata, pitture definite «formalmente corrette»; e nel 1893 affrescò la vicina chiesa abbaziale di Moggio Udinese con scene di carattere storico ad essa relative, tra cui La consegna del pastorale al nuovo abate, La donazione del castello da parte del conte Cacellino, La visita di s. Carlo Borromeo all’abbazia. Nella parrocchiale dell’Immacolata Concezione di Bressa di Campoformido le stazioni della Via Crucis, dipinte a olio su tela, contenute nelle cornici lignee di Antonio Brusconi, sono fedeli alla ricerca di luci ed effetti cromatici, mentre la pala L’incredulità di s. Tommaso con i santi Sebastiano e Rocco, dai fondi dorati, inserita al centro dell’altare a forma di trittico [disegnato da Girolamo D’Aronco nel 1887] databile agli anni 1894-1895, è presagio degli sviluppi preraffaelliti. Ritornò agli affreschi con l’Adorazione dei pastori e l’Apparizione di Gesù all’Apostolo Tommaso, del 1895, nella chiesa di S. Andrea a Budoia (Pordenone), disposte su due quadroni, notevole decorazione dai suggestivi effetti luministici. Seguì il ciclo nella chiesa parrocchiale di S. Stefano a Palazzolo dello Stella, commissionato nel 1894 e compiuto il 18 giugno 1895, realizzato sopra le «improvvide» imbiancature che già nel 1858 coprivano sulle pareti laterali del coro gli affreschi originari di scuola del Pordenone; nel presbiterio, sulla parete di fondo, il Buon Pastore e nel soffitto del coro, diviso in quattro comparti legati da una sequenza di angeli, gli Evangelisti con i loro simboli, al centro la Ss. Trinità, sulle pareti laterali del presbiterio, in grandi dimensioni, il Processo e il Martirio di s. Stefano, opere di discreta tecnica, ma di scarsa fantasia. Risalgono agli anni della ristrutturazione (1896-1902) operata da Girolamo D’Aronco nella chiesa parrocchiale di San Marco (frazione di Mereto di Tomba) le pitture murali che contribuiscono a farne «uno dei più organici monumenti del primissimo Novecento» (Bergamini): nel presbiterio, Evangelisti su fondo oro nella crociera, Glorificazione del Rosario nel soffitto centrale, ai lati dipinti allusivi alla Battaglia di Lepanto e al Santuario di Lourdes, legati al concetto del rosario, sulle pareti Storie di s. Marco (Arrivo ad Aquileia e Martirio presso Alessandria d’Egitto), Storie di Mosè, e Predicazione di s. Pietro, santi nei pennacchi delle volte e quattro figure simboliche, Carità, Religione, Speranza e Fede, nei riquadri sopra le porte laterali. Permangono la festa di colori, gli effetti di luce e la «pennellata tumultuosa», talvolta a scapito delle proporzioni, della forma e dei particolari; i movimenti dei personaggi sono bloccati talora in una tensione quasi preraffaellita. Fu presente all’Esposizione provinciale del 1883, con un ritratto a olio e con la fotografia di lavori eseguiti nel duomo di Rovigno «a buonfresco», e all’Esposizione regionale di Udine del 1903 «in padiglione proprio» con una mostra collettiva, per la quale risulta nell’elenco dei premiati. Gli appartengono inoltre gli affreschi del soffitto della chiesa parrocchiale di Plasencis (Mereto di Tomba), della fine secolo come la pala di S. Martino a cavallo nella chiesa parrocchiale di Cussignacco. Il Saccomani riferisce di un S. Valentino a Basiliano e di Vedute di Roma dal vero, di «tocco franco e sicuro», alcune delle quali acquistate dal conte Antonino di Prampero. Dalla documentazione d’archivio presso i Civici musei udinesi, risulterebbero inoltre: un Ritratto a olio della sig. Cortellerig in Monai (presso la signora C. Monai); un Ritratto a olio a figura intera di Pietro Zorutti, che idealizzava la fotografia e le litografie (era nella sede della Società operaia di Udine, già Società operaia P. Zorutti); un bozzetto per affresco (presso la signora Broili Scrosoppi) e il soffitto del teatro del ricreatorio festivo udinese di via Tiberio Deciani, distrutto. La citazione del secentesco santuario mariano della Castagnevizza (Gorizia) potrebbe intendersi riferita alle «14 stazioni dipinte da un pregevole pennello ottocentesco», Via Crucis che O. De Incontrera, nel 1924 in visita al cantiere di ricostruzione, vide nei sotterranei, ma che prima della guerra mondiale fiancheggiava la salita al sagrato della chiesa. Come incisore illustrò la Raccolta completa delle poesie friulane edite ed inedite di Pietro Zorutti (Udine, 1880) firmando numerose delle cinquantotto litografie, eseguite da Enrico Passero; tra esse il Ritratto di Pietro Zorutti, che idealizza una fotografia del 1863, pubblicato anche in foglio sciolto con la poesia sul ritratto («La fotografia di Pieri Zorutt») e, a seguire, La nef e i baròns di plaze, Une gnot di avril, Zoventut e primevere, ecc. Donò Il mercante di tappeti di Giuseppe Malignani alla Galleria Marangoni del Museo civico di Udine. Si spense a Udine il 10 maggio 1915.
ChiudiBibliografia
Udine, Civici musei, Biblioteca d’arte, Archivio Artisti, Cartella Rigo Leonardo.
DBF, 695; SACCOMANI, Ristauro, 35; Catalogo ufficiale completo della Esposizione Provinciale in Udine 1883 compilato dal Comitato esecutivo, Udine, Tip. M. Bardusco, 1883, 30; G. DEL PUPPO, La chiesa di S. Marco in Friuli, Udine, Tip. del Patronato, 1902, 28-40; Esposizione regionale Udine 1903. […] Catalogo ufficiale, Udine, F.lli Tosolini e G. Jacob, 1903; DAMIANI, Arte del Novecento I, 26-29; T. VENUTI, Le chiese di Artegna tra religiosità e storia, in Artegna. Storia terremoto rinascita, Artegna, Comunità parrocchiale di Artegna, 1979, 97-107: 103; ROSSITTI, Dizionario, 82; BERGAMINI, Friuli Venezia Giulia, 39, 48, 57, 64, 218-219, 249, 251, 473; V. ROSSITTI - C. DONAZZOLO CRISTANTE, Gli incisori di Pietro Zorutti, in Le poesie friulane di Pietro Zorutti, Udine, Del Bianco, 1990, 661; B. CHIURLO, Bibliografia e iconografia, ibid., 663-665: 665; P. DAMIANI, Il Duomo di Palmanova, ed. riveduta e aggiornata a cura di G. DEL FRATE - A. PRELLI, Palmanova, Comune di Palmanova, 1996, 87; Palazzolo dello Stella, Pasian di Prato, Campanotto, 1997, 17-18; DI MANIAGO, Storia, II, 96; V. GRANSINIGH, Episodi d’arte nel territorio di Bagnaria Arsa, in Bagnaria Arsa, Udine, AGF, 2000, 124-135: 133; P. CASADIO, Il restauro della decorazione murale della chiesa di S. Giorgio Maggiore, in La chiesa di S. Giorgio Maggiore in Borgo di Grazzano, a cura di A. PERSIC, II, Udine, Parrocchia di S. Giorgio Maggiore, 2001, 177-188: 177-179, 182; Le chiese parrocchiali del territorio, schede a cura di P.C. BEGOTTI, in Budoia, Budoia, Comune di Budoia, 2004, 131-132; La chiesa di San Marco del Friuli, testi di G. Bucco, Udine, Deputazione di storia patria per il Friuli, 2005 (Monumenti storici del Friuli, 7), 5, 17, 19, 21-30; Le chiese di Bressa, testi di G. Bucco, Udine, Deputazione di storia patria per il Friuli, 2005 (Monumenti storici del Friuli, 6), 15, 20-22, 27; Sant’Adalberto a Cormons, testi di G. Angeli, Cormons, Parrocchia arcipretale decanale di S. Adalberto V. M., 2005 (Le chiese nel Goriziano. Guide storiche e artistiche a cura dell’Istituto di storia sociale e religiosa, 8), 31-32, 42; Il Duomo di Palmanova, testi di G. Del Frate, Udine, Deputazione di storia patria per il Friuli, 2005 (Monumenti storici del Friuli, 17), 2006, 20-22.
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