Nacque a Gorizia l’8 dicembre 1841, figlia di Julius Hektor e di Amalie Rittmayer. Rimasta orfana della madre a nove anni, venne educata da una prozia e dalla nonna materna, secondo i principi del pietismo. Fin da ragazza venne colpita dolorosamente dalla povertà dei ceti sociali più deboli, rendendosi perfettamente conto che la beneficenza saltuaria, elargita abitualmente dalle classi agiate come la sua, non produceva grandi effetti. Spinta quindi dalla viva religiosità familiare, cercò conforto nelle predicazioni del pastore Ludwig Schwarz, all’epoca responsabile della chiesa goriziana, che per primo nell’ambito della chiesa evangelica austriaca aveva riconosciuto la necessità della beneficenza caritativa. A questo scopo, delusa dalle precedenti esperienze goriziane, decise di aprire il suo palazzo di Russiz di Capriva (dono di nozze del padre; aveva sposato il conte Theodor de la Tour a Gorizia il 15 febbraio 1868) alle giovani bisognose, purché esse – su permesso dei genitori – acconsentissero a ricevere una formazione evangelica. Nel gennaio 1877 la contessa presentò lo statuto del suo istituto scolastico con annesso orfanotrofio femminile. Il paragrafo undici («si accettano allievi di altre confessioni religiose se i loro genitori o tutori si dichiarano d’accordo a lasciarli educare evangelicamente») suscitò enorme scalpore nell’ambito della chiesa goriziana, innescando aspre reazioni polemiche ad ogni livello, conclusesi definitivamente solo al momento dell’invasione italiana del maggio 1915. A titolo esemplificativo dell’incredibile situazione creatasi, si riportano le parole con cui don Francesco Nardin, parroco di Capriva, descrisse l’atteggiamento dei caprivesi nei confronti della contessa, in una relazione presentata all’ordinariato arcivescovile nel 1877: essi non si sentono assolutamente urtati «perché vedono che quella presidente contessa la Tour, mentre da una parte trattiene quelle povere orfane dall’intervenire al culto pomeridiano, vedono poi d’altra parte che essa visita gli ammalati, li soccorre con abbondanti limosine e gli fa venire a sue spese anche il medico da Gorizia, quindi conchiudono taluni che la è cosa indifferente una religione o l’altra, purché si facciano buone opere». La scuola popolare di Russiz di Capriva – prima scuola evangelica dell’Impero riconosciuta dallo Stato – era aperta a ragazzi e ragazze e offriva un corso di studi completo in lingua tedesca, la cui padronanza consentiva l’inserimento a pieno titolo nel multiculturale Impero asburgico, essendone infatti la lingua veicolare. ... leggi In seguito la contessa ampliò l’offerta formativa, aprendo un asilo fröbeliano, una scuola serale, una di musica e un gabinetto di lettura. Nel 1912 la colonia protestante di Russiz ammontava a settantotto persone. Nel 1891 R. aprì a Treffen in Carinzia, nella tenuta che il marito aveva ereditato nel 1885, una scuola popolare evangelica, ampliando anche qui lentamente la sua offerta assistenziale rivolta ai bambini ed agli anziani malati, e, nel 1912, iniziò ufficialmente l’assistenza agli alcolizzati della Carinzia (Blaukreuzverein). Anche la chiesa cattolica carinziana, figlia di quell’epoca, osteggiò aspramente qualsiasi attività della contessa. Nel 1908 ella aprì a Trieste un “ospizio” rivolto ai viaggiatori di lingua tedesca, desiderosi di ritrovarsi in un ambiente di tradizioni germaniche. Al momento dell’invasione italiana, R. venne trattenuta insieme con il suo seguito a Giassico di Cormons e riuscì a raggiungere Stoccarda, attraversando la Svizzera, soltanto nel dicembre 1915. Ammalatasi, morì a Treffen, dov’era rientrata a fine gennaio, il 7 ottobre 1916.
ChiudiBibliografia
F. GIENGER, Gib mir Deinen Reichtum, Treffen, Evangelische Stiftung de la Tour, s.d.; A. KATTERFELD, Elvine de la Tour, Stuttgart, Hänssler, 1998; O. ALTIERI, L’istituto evangelico di Russiz e la chiesa goriziana tra Ottocento e Novecento, «Qualestoria», 29/1 (2001), 117-124; EAD., La comunità evangelica di Gorizia (1861-1915), in L’arcidiocesi di Gorizia, Goriška Nadškofija, die Erzdiözese von Görz (1751-1918), a cura di J. VETRIH, Udine, Forum, 2002, 421-427; G. HOFER, Da Russiz a Treffen e Trieste: le contrastate attività filantropicoeducative di Elvine de la Tour, «Quaderni giuliani di storia», 30 (2009), 229-258; H. SZEPANNEK, Gräfin Elvine de la Tour (1841-1916) Eine biographische Annährung, Diplomarbeit, Università di Vienna, 2009; EAD., Elvine Gräfin de la Tour (1841-1916), Klagenfurt, Verlag des Kärntner Landesarchiv, 2010.
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