Nacque a Udine il 14 gennaio 1927. Rimasto orfano di padre, a diciassette anni venne assunto dall’amministrazione comunale di Udine con la qualifica di applicato. Si laureò nel 1952 in materie letterarie come studente-lavoratore e venne chiamato a dirigere l’ufficio di gabinetto del sindaco Giacomo Centazzo. Dal 1946 iniziò a collaborare con varie riviste friulane, pubblicando su «Libertà», «Sot la nape», «Ce fastu?», «Quaderni della FACE» articoli relativi alle sue prime indagini sul patrimonio artistico e architettonico antico della Carnia e del Friuli. Collaborò anche con i quotidiani locali e nel 1957 fu iscritto all’albo professionale dei giornalisti, elenco pubblicisti. Entrò come consigliere di presidenza della Società filologica friulana, venne nominato dalla Soprintendenza ispettore onorario per i monumenti della città di Udine, fu deputato della Deputazione di storia patria per il Friuli e socio corrispondente dell’Accademia di scienze, lettere ed arti di Udine. A seguito di un concorso nazionale, il primo agosto 1958 fu nominato direttore dei Civici musei di storia ed arte di Udine, incarico che avrebbe ricoperto fino al 28 febbraio del 1985. Nell’aprile del 1959 contribuì alla fondazione della rivista «Iulia Gens», della quale fu il primo direttore. Incaricato dell’insegnamento della storia dell’arte nella Scuola statale d’arte di Udine, svolse un’intensa attività divulgativa come docente in vari corsi promossi dalla regione Friuli Venezia Giulia, oltre che come conferenziere in Italia e all’estero. Pubblicò i suoi primi studi monografici impegnandosi nella valorizzazione e spesso nella riscoperta di tanti protagonisti dell’arte di origine friulana, in un’ottica sempre aperta al confronto con le vicende dell’arte europea e in stretta sintonia con il corso degli studi e delle ricerche delle principali istituzioni museali e universitarie, in particolare con gli studi di Luigi Coletti, che firmò la premessa del volume su Antonio Carneo (1960), e con Rodolfo Pallucchini, autore dell’introduzione alla monografia dedicata a Luca Carlevarijs (1967), facendo emergere inoltre la personalità e l’opera di artisti del calibro di Nicola Grassi, Sebastiano Bombelli, Giuseppe Bernardino Bison, per citare solo alcuni tra i più noti. ... leggi Dal 1961, attraverso l’istituzione delle Biennali udinesi d’arte antica, delle quali R. fu in ugual misura principale promotore e animatore, dimostrò particolari doti organizzative allestendo una serie di grandi mostre che avrebbero inserito il Friuli in un dialogo culturale europeo, facendone conoscere il patrimonio artistico. Promosse le rassegne dedicate ai disegni di Luca Carlevarijs e Giambattista Tiepolo, trasferite anche a Roma (1963 e 1965). La sua felice definizione di Udine «città del Tiepolo» e le molte iniziative culturali che hanno avuto al centro dell’interesse opere friulane, e non solo di Tiepolo, culminarono nel 1971 nella spettacolare rassegna allestita a villa Manin di Passariano, che contò 325.000 visitatori, a cui fecero da corollario convegni di studio di portata internazionale, saggi e cataloghi tradotti in molte lingue. In quell’occasione crebbero di statura anche le Biennali udinesi di arte antica, grazie alla collaborazione di studiosi e di pubbliche amministrazioni, e molte iniziative di studio ed espositive acquisirono caratteri e dimensioni regionali, con R. come principale protagonista. Tra queste ebbero particolare successo la mostra sui “Maestri del Settecento veneto”, presentata a Gorizia (1973), Lubiana (1974) ed Esslingen (1980), e la mostra “Friaul lebt. 2000 Jahre Kultur im Herzen Europas”, presentata a Vienna nel 1977 e nata dalla volontà di far rinascere il patrimonio artistico del Friuli all’indomani del terremoto. Ai cataloghi di mostra, R. affiancò anche un’intelligente e continuativa opera divulgativa e sistemica, con la quale per primo tratteggiò i lineamenti dell’arte in Friuli attraverso i secoli, cercando di individuarne la specificità, quel genius loci che contraddistingue il corso delle “belle arti friulane”. Accanto ai volumi suddivisi per secoli, Settecento (1967) e Seicento (1969), editi da Del Bianco a Udine, si affiancò la collana “Profilo di storia dell’arte in Friuli” con i volumi Dalla preistoria al gotico (1975), Il Quattrocento e Il Cinquecento (1979). Nel 1976 pubblicò per Electa i Lineamenti di storia dell’arte in Friuli, opera divulgativa arricchita con tavole sinottiche, ampliata per le edizioni dell’Enciclopedia del Friuli Venezia Giulia in un Atlante di Storia dell’arte nel Friuli Venezia Giulia (1979). Al centro della sua molteplice azione di studioso e promotore di cultura, R. pose un costante impegno all’interno del Museo, concepito come una struttura reattiva agli stimoli esterni, aperta al dialogo col territorio, conquistando per i Musei udinesi un ruolo primario, nel contesto dell’Italia settentrionale, per la documentazione sull’arte antica e moderna. Sotto la sua direzione essi vennero infatti classificati dalla regione Friuli Venezia Giulia come musei multipli, a cui affiancò uno strumento agile come le Biennali udinesi d’arte antica, con una lungimiranza e una capacità manageriale ante litteram che costituiscono tutt’oggi un modello insuperato di efficienza e validità culturale. Abile nella regia degli acquisti a incremento del patrimonio friulano, uomo di relazione e interrelazione tra pubblico e privato, presenza attiva nel giornalismo, nel mondo dell’associazionismo, nel rapporto col collezionismo privato e col mercato antiquariale, R. non solo ha assicurato capolavori assoluti alla Pinacoteca d’arte antica, ma ha anche saputo dare una giusta accelerazione alle raccolte d’arte moderna, aprendo e valorizzando sezioni nuove, dal Gabinetto dei disegni e delle stampe antiche, al Museo friulano delle arti e tradizioni popolari (1962). Con la sua direzione, dal 1958 al 1985, la sede museale del castello di Udine diventò un vero compendio del patrimonio culturale della città e del Friuli tutto, in un’ottica ampia e senza preclusioni, senza dimenticare la specificità architettonica dell’edificio, nel quale, dall’archeologia alle armi antiche, dalla gipsoteca alle opere di scultura, sotto la sua guida trovarono posto le opere più rappresentative e suggestive per il visitatore, organizzandovi intorno strumenti indispensabili per il museo moderno, un gabinetto di restauro di prestigio, una fototeca, una biblioteca e un archivio specializzato, tutt’oggi consultato da studiosi da tutto il mondo. Gli eventi rovinosi del terremoto del 1976 in Friuli lo hanno visto impegnato in prima persona nell’azione di salvaguardia e di recupero di un’identità in pericolo, e anche nella non facile impresa di mettere in sicurezza il patrimonio conservato in castello, negandogli purtroppo il piacere e l’impareggiabile occasione di riallestirne le sale, mentre, nel 1983, impostò la nuova sede della Galleria d’arte moderna, partecipando in prima persona al buon fine della donazione della collezione di Maria Luisa Costantini e Sante Astaldi. Dal 1972 fino al 1993 R. fu conservatore della villa Manin di Passariano contribuendo a salvarne e riqualificarne l’architettura, e a farne una sede espositiva di prestigio regionale, concependola come un tutto unico dal punto di vista architettonico, storico e paesaggistico, e contribuendo, sempre dopo il terremoto, a riavviarne il destino di centro espositivo e culturale con grandi mostre quali Scultura lignea in Friuli del 1983 o Sebastiano Ricci del 1989. R. morì a Udine il 22 ottobre 1996. In vita ottenne prestigiosi riconoscimenti, fra cui il premio Epifania (1970), la commenda della Repubblica italiana (1971), il premio per la cultura della Presidenza del consiglio dei ministri (1981). Specialista dell’arte veneta barocca e di quella friulana, i suoi saggi e articoli figurano sulle più importanti riviste internazionali e nazionali, quali «Arte antica e moderna», «Emporium», «Acropoli», «Arte figurativa», «Arte veneta», «Arte|Documento» e «Pantheon». Ha redatto la voce Tiepolo per l’Encyclopaedia universalis di Francia e figurò come collaboratore del Dizionario biografico degli Italiani della Treccani e dell’Enciclopedia Europea della Garzanti, oltre che de La Pittura in Italia dell’Electa.
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La bibliografia di R. annovera quasi 350 titoli e, oltre ai già citati volumi su Carneo e su Carlevarijs, meritano di essere ricordati in particolare: Tiepolo all’Arcivescovado di Udine (1965), Il Settecento (1967), il Seicento (1968), Udine (1969), La Galleria d’arte antica dei Musei civici di Udine (1969), Il Palazzo della Provincia (1969), I Disegni antichi dei Musei civici di Udine (1970), Tiepolo a Udine (1971), La Grafica del Tiepolo: le acqueforti (1971) [ed. inglese col titolo The etchings of the Tiepolos (1974)]; La Villa Manin di Passariano (1971), Tiepolo (1974), Dalla preistoria al gotico (1975), Disegni del Bison (1976), Il Friuli (1976), tradotto in quattro lingue, La Villa dell’ultimo Doge (1976), Il Friuli-Venezia Giulia (1979) (anche in inglese), Il Quattrocento e il Cinquecento (1979), Atlante (1979), Udine tra storia e leggenda nell’arte e iconografia (1983), fino a Tiepolo a Udine, ultima monografia edita da Electa nel 1996. Tra i principali cataloghi di mostre: Cento disegni del Bison (1962), Prima mostra del restauro (1963), Disegni incisioni e bozzetti del Carlevarijs (1963), Bombelli e Carneo (1964), Disegni del Tiepolo (1965), Mostra della pittura veneta del Seicento (1968), Le acqueforti del Tiepolo (1970), Tiepolo (1-2, 1971), Sebastiano Ricci disegnatore (1975), Friaul lebt (1977), I maestri della pittura del Settecento (1973), Venetische Malerei (1980), Nicola Grassi (1982), Udine piante e vedute (1983), Scultura lignea in Friuli (1983), Giambattista Tiepolo: disegni dei Civici Musei di Storia e Arte di Trieste (1988) e Sebastiano Ricci (1989). Per la bibliografia completa dell’autore si rimanda al volume a lui dedicato, in occasione del decimo anniversario della sua scomparsa, dai colleghi, amici e collaboratori: Un’identità: custodi dell’arte e della memoria. Studi, interpretazioni, testimonianze in ricordo di Aldo Rizzi, a cura di G.M. PILO - L. DE ROSSI - I. REALE, Monfalcone, EdL, 2007 («A|D», Quaderni, 12).
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