Nato a Pordenone nel 1802 da famiglia umile, studiò nella città natale e si distinse come calligrafo. Lavorò presso la fabbrica di terracotta dei Galvani a Pordenone fino al compimento dei venticinque anni, quando divenne segretario e maestro di casa della contessa Elisabetta Morosini-Gatterburg, succedendo a Vincenzo Piazza. Trasferendosi a Venezia, prese casa per la madre e la sorella a Treviso. La vita di segretario in una famiglia nobile non era adatta a R., che nel giro di un anno venne trasferito in una fattoria di Martellago (Venezia), dove cominciò un nuovo e più fortunato periodo della sua vita. Iniziò ad apprendere le basi dell’amministrazione agraria e ad amare la vita dei campi. Con l’aiuto di Agostino Fapanni, scrisse il suo primo lavoro di agronomia: Manuale pratico per coltivare il gelso e per formarne siepi e boschetti cedui ed a ceppaja: secondo il metodo di G.B. Travani di Pordenone (Padova, 1835), che ebbe immediata e ampia fortuna e che gli valse l’accesso alla frequenza al corso di perito agrimensore all’Università di Padova anche se era privo dei titoli di studio normalmente richiesti. Dopo la pubblicazione del manuale e la morte della madre, si trasferì con la sorella a Padova, dove impiantò un orto per la coltivazione dei gelsi e dei bachi da seta. Acquistò presto fama di agronomo pubblicando l’Istruzione ai possessori delle terre ed ai reggitori della coltivazione di esse nelle Provincie Venete (Venezia, 1843) che, come il Manuale, ottenne la medaglia d’oro dell’Istituto veneto di scienze, lettere ed arti di Venezia. ... leggi Pubblicò dal 1839 al 1844 un almanacco agrario, «L’agricoltore padovano» (che dal 1841 prese il titolo «L’agricoltore delle provincie venete»), e ciò gli permise di tenere contatti con tutti i giornali d’agricoltura che uscivano in Italia in quel periodo e di essere associato a una ventina fra accademie e società scientifiche nazionali ed estere. Nel 1844 venne nominato ispettore agrario generale dei vasti possedimenti del duca di Leuchtenberg nelle Marche pontificie e rivestì quell’incarico fino alla vendita dei possedimenti al governo pontificio. A partire dal 1856 diede alle stampe articoli di taglio pratico su «Il vero amico del contadino» (Milano), uno dei più interessanti almanacchi agrari dell’Ottocento. Il primo marzo 1854 finanziò, fondò e diresse personalmente una scuola di agricoltura, con annesso podere sperimentale, a Vicenza (Rapporto di Domenico Rizzi all’eccelso I. R. Ministero della pubblica istruzione, sulla scuola di agricoltura aperta in Vicenza il primo marzo 1854; Relazione della Scuola di agricoltura e del poderetto esperimentale del signor D. Rizzi, aperta all’insegnamento il primo marzo 1854 nella R. città di Vicenza). Partecipò a congressi ed ebbe incarichi in commissioni agricole permanenti in Italia per il miglioramento dei vini, della seta e per la sinonimia delle piante utili. Nel 1848 combatté per la difesa di Venezia. Morì a Rivignano il 13 gennaio 1870.
ChiudiBibliografia
D. RIZZI, Memoria sopra un nuovo metodo di propagare i gelsi domestici, ossia nuovo vivajo perpetuo di gelsi innestati per margotte sotto terra, Padova, Tip. del Seminario, 1837; ID., Coltivazione dei gelsi: al chiarissimo conte Gherardo Freschi, San Vito al Tagliamento, [s.n.], 1842; ID., Istruzione ai possessori delle terre ed ai reggitori della coltivazione di esse nelle Provincie Venete: presentata in risposta al programma 1 giugno 1841 e premiata dall’i.r. Istituto di scienze, lettere ed arti nell’adunanza solenne del 30 maggio 1843, Venezia, presso la segreteria dell’Istituto nel palazzo Ducale, 1843; ID., Cenni storici sull’agricoltura antica e moderna e proposizione per migliorare l’agricoltura delle provincie venete, Fano, Tip. Lana, 1844; ID., Piano per fondare e condurre in Italia una scuola provinciale di agricoltura, Venezia, Naratovich, 1847; ID., Trattato sulla coltivazione della robinia falsacacia per riparare alla mancanza della legna da fuoco, e sulle conseguenze funeste della distruzione dei boschi, Venezia, Naratovich, 1847; ID., Lettera di D. Rizzi al conte Gherardo Freschi sui lavori di agricoltura e le industrie campestri di Tamai operate dal signor Giovanni Battista De Carli padre dello sposo, Venezia, Naratovich, 1848; ID., Istruzione pratica popolare sull’apicoltura compilata da D. R., Treviso, Longo, 1864.
DBF, 699; G. SOLIMBERGO, Di Domenico Rizzi, «Bull. Ass. Ag. Fr.», 15 (1870), 50-53; A. BENEDETTI, Brevi notizie sui Pordenonesi illustri, «Il Noncello», 2 (1952), 5-70; MARCHETTI, Friuli, 1010; F. S. FAPANNI, Il vigesimo terzo: congregazione di Martellago: memorie storiche, a cura di D. ZANLORENZI, Maerne di Martellago (Venezia), Gruppo studi e ricerche storiche, 2003, 249-253; Mille protagonisti, 408.
Nessun commento