R. è il maestro della cappella musicale di Cividale del Friuli di gran lunga meno conosciuto, nonostante il servizio ininterrotto prestato per ben quarantaquattro anni. Nato a Verona fra il 1762 e il 1763, venne eletto nel 1788, due anni dopo la morte di Pietro Alessandro Pavona. Presentò una propria composizione concertata in febbraio ma, «stante la discrepanza delle opinioni», dovette attendere che il Capitolo ricevesse informazioni su di lui dal maestro Domenico Bartolomeo Giacometti di Verona. Il 22 marzo furono sciolte le riserve e il 4 luglio iniziò la residenza. Il suo arrivo coincise con l’inaugurazione del nuovo organo di Gaetano Callido, la cui costruzione era stata seguita dall’organista Luigi De Grassi. La memoria del nome di R. è legata a circa centottanta lavori di musica sacra, che non ebbero circolazione e attendono ancora di essere eseguiti; nessuna voce bibliografica ha mai illustrato la sua vita e i suoi lavori. Persino il suo successore, Giovanni Battista Candotti, li eseguì soltanto in due occasioni. Dai documenti trapelano notizie scarne o indirettamente riferite alla sua attività: nel 1794 vennero retribuiti suonatori di strumenti a fiato per la visita dell’arcivescovo Zorzi, tre «professori d’istromenti» per la festa patronale di S. Donato del 21 agosto, verosimilmente richiesti da lui. Nello stesso anno vennero allestite a Cividale alcune opere ed è assai probabile che R. quanto meno vi assistesse, se non che vi partecipasse, come all’attività della locale Accademia filarmonica. ... leggi Nel 1805 R. completò un catalogo delle musiche sue e dei predecessori, nel 1830 invitò Candotti a sostituire l’organista malato. Lasciò al Capitolo musica manoscritta e a stampa di sua proprietà, in particolare di musicisti veronesi. Quasi tutta la sua produzione è sacra, concertata, per voci soliste o a tre-quattro parti vocali. Appena una decina di composizioni certamente sue appartiene al genere profano: la cantata pastorale Vieni sul ben Natiso per le nozze Foramiti-Serini del 1826; Ah sì godete amici per soprano, due tenori e strumenti; i mottetti Alla Tarpea pendice, Fausto sempre e sereno; la polacca per tenore e orchestra Chi non sa da quanti moti; il baccanale Fra lieti suoni e canti; il quartetto vocale Bel piacer in sul mattino; un duetto del 1818, Questa notte ser Pasquale; Cari sposi avventurati. La scena sacra La prigionia di Sedecia fu scritta per il tenore livornese Domenico Saini, che a Udine fu interprete de Il pirata di Bellini e Settimio il proscritto ossia l’esule di Roma di Donizetti; solo in questo brano si trova un nome estraneo all’ambito cividalese. Il 2 aprile 1832 R. morì in parrocchia di S. Pietro dei Volti «dell’età d’anni 69 compiti».
ChiudiBibliografia
G. MARIONI, La cappella musicale del duomo di Cividale (Cenni storici dalle origini al secolo XIX). Continuazione, «MSF», 42 (1957), 171; A. ZANINI, Musica e teatro a Cividale, «Forum Iulii», 19 (1995), 144; ZANINI, Cividale (con inventario della musica di sua proprietà); G.B. CANDOTTI, Gli scritti musicali, a cura di L. NASSIMBENI, Udine, Pizzicato, 2008, 121, 122, 143, 182.
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