ROTA ALESSANDRO

ROTA ALESSANDRO

pubblico perito

Immagine del soggetto

Porta Pracchiuso in un disegno del 1782 eseguito e firmato da Alessandro Rota (Udine, Archivio di stato, della Porta, b. 12).

La figura del R., pubblico perito agrimensore attivo nella Patria del Friuli nel corso della seconda metà del Settecento, appare fondamentale per due motivi distinti, ma correlati: in primo luogo per la sua attività di agrimensore, iniziata all’incirca a partire dalla metà degli anni Quaranta del Settecento, ai quali risale il suo più antico lavoro fino ad ora attestato, una mappa recante la data «24 marzo 1747» e raffigurante due porzioni di orto di pertinenza dei conti «Percotti», poste fra un possedimento dei signori Canciani e un lotto destinato alle sepolture degli Ebrei in corrispondenza dell’androna detta appunto degli Ebrei; in secondo luogo per essere stato il padre e, con ogni probabilità, il primo maestro di Francesco Rota (1756-1820), comunemente considerato il più importante perito ed agrimensore attivo in Friuli fra caduta della Repubblica Veneta e Restaurazione, cui dovette trasmettere non solo una capacità tecnica di indubbio valore, ma anche un sincero amore per la professione di perito agrimensore. Nel luglio del 1752 il R. venne incaricato dai sindaci del monastero di S. Caterina della redazione di una perizia, volta ad ottenere il permesso di utilizzo dell’acqua della roggia per gli usi del monastero. Nel 1756 il suo nome venne inserito nell’elenco degli individui che «si esercitano nella professione di pubblici periti» nella città di Udine, mentre a partire dallo stesso torno di anni la sua firma iniziò a comparire in numerosi atti notarili, nei quali oltre a diverse planimetrie sono contenute stime e descrizioni di beni che egli eseguì per conto di diverse famiglie nobili udinesi, fra le quali compaiono gli Agricola, i Sabbadini, i Mantica, i Mattioli, i di Prampero, i Frangipane, i d’Attems. Data la sua abilità tecnica, il R. ricevette numerosi incarichi da parte dei deputati della città di Udine, come rivelano le stime corredate da disegni realizzate tra gli anni Sessanta e Ottanta del Settecento, riguardanti planimetrie di abitazioni e orti situati in diverse zone della città. Un dato interessante, emerso fra le carte prodotte per dirimere le varie questioni affidategli, è la relazione che dovette intrattenere con il pubblico perito Tiberio Maieroni, detentore di alcuni terreni e case nella città di Udine. ... leggi Il Maieroni affidò, infatti, proprio al R. la misurazione e stima di alcuni fra i suoi possedimenti, nonché la stesura di una relazione corredata da planimetria per l’ottenimento della concessione in godimento di un fondo pubblico, come testimonia il «disegno visuale [di un fondo], ma con le misure precise, che implora il sig. Tiberio Maieroni da questo ill[ustrissi]mo pub[blico] per unirlo ad altro che otene già qualche anno». I numerosi disegni ancora conservati negli archivi udinesi rivelano, oltre alla già segnalata abilità tecnica e all’indubbia perizia nella trasposizione grafica del dato reale, una innata propensione verso il disegno artistico, che arricchì le sue opere di particolari quali per esempio vedute immaginarie di panorami collinari, disegni di edifici storici e castelli o immagini riguardanti la navigazione.

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Bibliografia

ASU, della Porta, b. 12, disegni n. 2-4; BCU, CA, B. LXVII, f. 2-6; Ibid., CA, D. XXII, f. 27; ivi, X. LXXXVI, f. 106, 107, 108, 109, 110, 111; ivi, QQQ. XXXVI, f. 108, 109, 110, 111, 112, 113, 114, 115, 116, 117, 118, 119, 120; ivi, FFFF. XLVIII, f. 66-67.

F. BIANCO, Riforme fiscali e sviluppo agricolo nel Friuli napoleonico. Francesco Rota pubblico perito e agrimensore «con il coraggio della verità e nell’interesse della nazione», Udine, Forum, 2003, 35; DELLA PORTA, Case, 34, 42, 99, 114, 134, 161-2, 315, 330, 333, 367-8, 449, 456, 459, 477, 479, 487, 489-90, 511-13, 588, 607, 609, 630, 636-7, 649, 699-700, 727.

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