Figlio di Giacomo Rubeus (Rosso, Roxo) di Pordenone, trascorse gran parte della sua esistenza al servizio, sia pur con diversi ruoli, della cattedrale di Treviso, allontanandosene solo in poche occasioni (ad es. per recarsi presso la curia romana nel 1418 e 1432, per partecipare al sinodo di Basilea nel 1434). È verosimile sia lui quel pre Pietro, assunto insieme con pre Antonio da Venezia, il primo novembre 1412 come cantore in duomo a Treviso; con certezza lo fu almeno dal 1417 al 1420, anno nel quale fu eletto canonico, ma è probabile abbia continuato ad esercitare in seguito visto che viene qualificato «cantor» anche nel 1442. La sua data di nascita si colloca per congettura intorno al 1393 dal momento che fu ordinato prete nel 1418. Negli anni 1424-25 e 1437-39 ricoprì il ruolo di «magister scolarum» che implicava l’istruzione dei fanciulli cantori e per molto tempo esercitò anche incarichi amministrativi. Nel 1436 figurava pure canonico ad Asolo e Montebelluna. Ammalatosi nel 1447, testò il 26 febbraio 1449 e morì dopo il 10 marzo 1449. Non va confuso con l’omonimo Petrus Rubeus teorico musicale attivo a Parma nel medesimo periodo, né col compositore Rosso de Chollegrana. Della sua produzione musicale, non particolarmente originale e innovativa, restano due mottetti a tre voci Caro mea vere est cibus e Missus est Gabriel angelus, nel codice Q 15 del Museo Internazionale e Biblioteca della Musica di Bologna, e due ballate El non mi val pensar a due voci, O stella chi a respiender non s’oscura a tre voci nel manoscritto Canonici Miscellaneous 213 della Bodleian Library di Oxford, oggi disponibili nell’edizione moderna curata da G. Reaney. Il Missus est potrebbe essere quello composto da P. R. per una sacra rappresentazione dell’annunciazione nel 1445.
Bibliografia
Edizioni moderne: Early Fifteenth-Century Music, 11/V, edited by G. REANEY, s.l., American Institute of Musicology, 1975 (Corpus mensurabilis musicae, 11/V), XI, XXIII, XXVII, 92-100.
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