Nato a Portogruaro (Venezia) il 7 maggio 1885, R. alla fine del ginnasio si trasferì a Milano, dove conobbe Umberto Boccioni e si occupò inizialmente di pittura. Aderì al futurismo all’indomani della pubblicazione del Manifesto di Marinetti e sottoscrisse il Manifesto dei pittori futuristi del 1910; entusiasta della Musica futurista per orchestra di Francesco Balilla Pratella, scrisse la letteramanifesto L’arte dei rumori nel 1913. Lo stesso anno, insieme a Ugo Piatti e al fratello, costruì un primo intonarumori presentato a Modena nel 1913, un ronzatore cui fecero seguito ululatori, rombatori, crepitatori presentati in batteria a una movimentata serata al Teatro Dal Verme di Milano nel 1914. Nel 1915 nella casa milanese di Marinetti diede dimostrazione dei suoi strumenti all’impresario dei Ballets russes Djagilev, al coreografo Massine, a Prokof’ev, a Stravinskij. Quest’ultimo dimostrò tutt’al più curiosità, come avrebbe chiarito nei suoi scritti; Djagilev, al contrario, ne intuì la novità. Infatti, insieme a Cocteau e Picasso, mise in scena a Parigi nel 1917 Parade di Erik Satie, che prevedeva l’inserimento in partitura di rumori, sebbene prodotti da oggetti di uso comune. Arruolatosi, R. rimase gravemente ferito nel 1917; nel 1921 il fratello Antonio diresse a Parigi concerti per intonarumori, alla presenza di de Falla, Stravinskij, Honegger. Furono le ultime presentazioni pubbliche degli strumenti. Non ne sopravvisse alcun esemplare, ma soltanto registrazioni di qualità sonora approssimativa, secondo le possibilità tecnologiche dell’epoca; anche la rimasterizzazione, effettuata per esempio su Serenata e Corale, non è sufficiente a fornire un risultato apprezzabile. Nel 1977 vennero ricostruiti sulla base di fotografie, disegni e brevetti da Pietro Verardo; Luciano Chessa e Daniele Lombardi li utilizzano tuttora nelle loro performances. ... leggi Ritiratosi a Thiene, R. costruì un arco enarmonico e il rumorarmonio, che accompagnò film futuristi muti, andati perduti, e partecipò agli spettacoli della pantomima futurista. Antifascista, rimase esule a Parigi fino al 1932, quindi partecipò alla guerra civile spagnola e infine si ritirò a Cerro di Laveno, nei pressi di Varese, fino alla morte, il 4 febbraio 1947. La sua città natale gli ha intitolato il nuovo teatro comunale, inaugurato nel 2009; ha restaurato ed esposto nel palazzo comunale quattro suoi dipinti, Linee di forza-Forze della Folgore (1912), Impressioni di un bombardamento (1926), Autoritratto (1940), I tre pini (1944); nel 2006 ha acquistato trentatré lastre di sue incisioni.
ChiudiBibliografia
L’arte dei rumori. Manifesto futurista, Milano, Direzione del Movimento futurista, 1913; L’arte dei rumori, Milano, Edizioni futuriste di poesia, 1916.
DBF, 712; DEUMM, 6 (1988), 505-506; F. DENNIS, in NGii, 22, 34-35; J. NOLLER, R. L., in MGGna, XIV (2005), 697-699; MARCHETTI, Friuli, 1011; S. BIANCHI, La musica futurista, Lucca, LIM, 1995 (con bibliografia degli scritti); G.F. MAFFINA, Pratella, Russolo e la musica futurista, Ravenna, Longo, 1995; Luigi Russolo. Vita e opere di un futurista, a cura di F. TAGLIAPIETRA - F. GASPAROTTO, Milano, Skira, 2006; G. LISTA, Luigi Russolo e la musica futurista, Milano, Mudima, 2010; D. LOMBARDI, Nuova enciclopedia del Futurismo musicale, Milano, Mudima, 2010.
Nessun commento