Nato nel 1912 e morto il 30 novembre 2001, S., cavaliere del lavoro, è stato l’ultimo dei capitani d’industria di Pordenone che negli anni Cinquanta-Settanta hanno portato il nome del Friuli occidentale nel mondo. Si spense a quasi novanta anni, avendo dedicato l’intera vita al lavoro, soprattutto allo sviluppo della sua azienda, la Savio, produttrice di macchine tessili. Partita come piccola officina meccanica avviata dal padre Marcello nel 1909, l’azienda, dove S. era entrato appena diciottenne, era andata mano a mano crescendo. Ma fu solo dopo il 1946, quando, alla morte del padre, il figlio ne aveva assunto la guida, che le Officine Savio si andarono sviluppando al punto da conquistare prestigiosi mercati in tutto il mondo. Le aveva lasciate nel 1980 a sessantotto anni, un’età alla quale la maggioranza delle persone era già in pensione da qualche anno; ma S. si era ulteriormente dedicato, senza interruzioni, alla cura di altre aziende con assiduità quotidiana, praticamente fino all’ultimo giorno della sua vita. Personalità molto vitale e anche sanguigna, a differenza delle due grandi figure che, assieme a lui, avevano caratterizzato soprattutto il primo ventennio della seconda metà del secolo, Lino Zanussi e Giulio Locatelli, S. si era esposto in prima persona oltre l’ambito del suo impegno di industriale e di imprenditore-manager, che pur lo occupava moltissimo. Fin dagli anni Cinquanta si era infatti addentrato nei problemi della comunità, assumendo vari incarichi in diversi ambiti della società civile. Ovunque portava un prezioso contributo di idee, con l’autorevolezza della sua capacità imprenditoriale, la grande esperienza di manager in una realtà affermata internazionalmente, la costanza di impegno e la caparbia passione per il lavoro fatto bene. ... leggi Forse quest’ultima fu la sua principale caratteristica dentro e fuori l’azienda. Per quasi un quarto di secolo, dal 1950 al 1974, per una investitura iniziale voluta soprattutto da Lino Zanussi, che molto apprezzava S., da cui veniva ben ricambiato, guidò gli industriali del Friuli occidentale, prima come capo della delegazione di Pordenone dell’Associazione industriali di Udine e successivamente, dalla costituzione della provincia (marzo 1968), come presidente dell’Associazione industriali di Pordenone. Sempre nel campo economico, oltre a vari impegni in organismi regionali, di particolare rilievo fu la sua presidenza della Fiera campionaria di Pordenone, che trasferì nella nuova sede di viale Treviso e arricchì di prestigiose manifestazioni. Importante anche la presidenza, fin dai suoi inizi (1965), della Casa dello studente A. Zanussi di Pordenone, che contribuì a qualificare come centro culturale di primario rilievo. In realtà S., persona curiosa, molto attenta e informata, oltre che creativa, specialmente nel campo della scienza e della tecnica, riusciva ad accostarsi con particolare sensibilità a tutti gli ambiti del sociale, soprattutto quelli riguardanti le nuove generazioni. Per questo si adoperò anche nel sostegno di scuole, sia primarie che superiori, queste ultime soprattutto di carattere tecnico, meritandosi dal presidente della Repubblica la medaglia d’oro dei benemeriti dell’istruzione. Guadagnò pure la stima di tantissimi operatori nei settori dell’arte e della cultura, che lui avvicinava anche grazie alla sua presidenza del Centro casa A. Zanussi. Era rigoroso e anche molto esigente con chi lavorava con lui; doveva verificare a lungo le persone con cui collaborava, per poi dimostrare profonda lealtà e pure amicizia, sempre con grande equilibrio ed essenzialità.
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