Nacque nel Lombardo Veneto nel 1730 e studiò medicina all’Università di Padova, dove fu allievo di Giovanni Battista Morgagni. Dopo aver prestato servizio quale chirurgo maggiore nell’esercito, si stabilì a Gorizia per esercitare la professione. Fu nominato professore di chirurgia e ostetricia dalla corte di Vienna e ricoprì l’incarico di preside del Corpo chirurgico delle contee di Gorizia e Gradisca. Nel 1774 aprì a Gorizia una scuola privata di chirurgia e nel 1777 compilò, con l’aiuto di Antonio Musnig, l’elenco dei chirurghi e degli speziali che operavano nelle contee. Tradusse dal tedesco e stampò per i tipi di Giacomo Tommasini il manuale di H. von Steidele indirizzato alle levatrici. Tale iniziativa fu tanto apprezzata dai fondatori dell’Accademia arcadica goriziana, ai quali la traduzione era stata dedicata, da indurli a versare tre fiorini pro capite quale contributo alle spese di pubblicazione del volume. Nel 1782, cioè a distanza di dieci anni dalla pubblicazione a Venezia della sua Dissertazione chirurgica sulla nefrotomia, lo S. diede alle stampe un ampio trattato sullo stesso argomento che dedicò al conte Giovanni Filippo Cobenzl. Deplorò l’assenza di bagni e terme pubbliche nel Compendio di educazione fisica e morale, nel quale passò anche in rassegna le norme igieniche più importanti per la puerpera e il lattante e le diete più confacenti alle graduali età del bambino. Contestualmente suggerì la rigida applicazione di norme sanitarie per arginare la diffusione di malattie infettive come il vaiolo, prospettando, quale extrema ratio, anche l’isolamento. In quanto membro delle Società agrarie di Gorizia e di Udine, pubblicò saggi di carattere agricolo-commerciale sui prati naturali e artificiali e sui vantaggi arrecati dalle pecore. Fu arcade romano-sonziaco con il nome di Serisco Epeo.
Bibliografia
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