Nacque a Budoia (Pordenone) il 4 aprile 1889, unico figlio di Angelo e di Anna Bravin. Abbandonati gli studi religiosi, compiuti sotto l’influenza del sacerdote ed organizzatore sociale cattolico compaesano don Giuseppe Lozer, iniziò la sua attività politica nelle file del PSI a Budoia già nel 1908, diventando il riferimento del movimento operaio nella zona pedemontana tra Sacile ed Aviano. Durante la campagna elettorale per la Camera dei deputati nel 1913, accompagnò il candidato Giuseppe Ellero nei comizi locali. L’anno dopo fu tra i promotori del Circolo sociale budoiese pro cultura, cui si affiancava un circolo giovanile socialista. Il Circolo sociale, grazie alla Società umanitaria ed al Segretariato dell’emigrazione di Udine, poté mettere a disposizione degli operai locali una Biblioteca popolare, di cui rimangono tuttora alcuni volumi. S., a differenza di tanti altri budoiesi, era relativamente benestante e non dovette emigrare. Scultore ed ideatore di macchine utensili, lavorava nel suo laboratorio di falegnameria, ottenendone notevoli soddisfazioni: venne anche premiato ad un’esposizione internazionale a Parigi. Sua importante realizzazione fu la Cooperativa di lavoro di Budoia. S., che prima del fascismo fu amministratore comunale per un decennio, si impegnò affinché il comune desse il suo sostegno alla Cooperativa di lavoro mediante l’affidamento di appalti. Nell’ottobre 1919, S. presiedette il congresso costitutivo della Camera del lavoro di Pordenone. Nell’autunno 1920 fu candidato alle elezioni provinciali nel mandamento di Sacile. ... leggi Nel marzo 1921, entrò a far parte del Consiglio generale della Lega delle cooperative e mutue friulana. Partecipò all’attività cooperativistica svolgendo funzioni complesse, come nel caso dei lavori del ponte sul torrente Artugna, fra Castel d’Aviano e Dardago, eretto dalle Cooperative di lavoro di Budoia, Dardago ed Aviano. S. e Santin, della Cooperativa di Budoia, si occuparono della progettazione. La stessa Cooperativa lavorò anche alla costruzione di villa Bazzi a Polcenigo, in stile Liberty, e probabilmente prese parte a opere sulla strada della Valcellina. S. inoltre fu fondatore della latteria sociale di Budoia. Dopo la seconda scissione socialista del 1922, S. aderì al Partito socialista unitario (PSU) turatiano. Continuò a lavorare nel movimento cooperativo locale anche dopo l’avvento al potere del fascismo, fino alla morte, avvenuta il 19 agosto 1927 a San Vendemiano in circostanze sospette.
ChiudiBibliografia
ASU, Gabinetto Prefettura; Budoia, Archivio famiglia Scussat; testimonianze dei nipoti Fabio e Massimo Scussat.
G.L. BETTOLI, Una terra amara. Il Friuli Occidentale dalla fine dell’Ottocento alla dittatura fascista, Udine, IFSML, 2003; A. FADELLI, Storia di Budoia, Pordenone, Edizioni Biblioteca dell’Immagine, 2009.
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