Nacque a Udine il 17 novembre 1878 da Basilio, funzionario dell’Intendenza di finanza, e Adriana Cesca. Dopo aver frequentato la sezione fisico-matematica dell’Istituto tecnico A. Zanon di Udine, si iscrisse all’Istituto superiore di medicina veterinaria di Milano, dove nel 1902 conseguì la laurea in zooiatria. Assolti gli obblighi di leva come ufficiale nel reggimento cavalleggeri di Monferrato, nel 1907 prese servizio come veterinario comunale a Udine. Nello stesso torno di tempo divenne pure assistente per la zootecnia presso la cattedra ambulante di agricoltura della provincia e iniziò una proficua collaborazione con il «Bullettino dell’Associazione agraria friulana», «L’amico del contadino» e «La Patria del Friuli», facendosi tra l’altro promotore dei primi mercati-concorso di bestiame in Friuli. Nel 1913 assunse la direzione del civico macello di Udine, incarico che avrebbe mantenuto fino alla morte. Grazie al suo impegno, nel 1924 il capoluogo della provincia poté dotarsi «del mattatoio più moderno d’Italia». Tale struttura non era solo funzionale alle esigenze della comunità locale, ma rappresentava un punto di riferimento provinciale per la ricerca veterinaria. Nell’annesso laboratorio clinico portò avanti numerosi studi e sperimentazioni sulle patologie dell’apparato mammario, sull’avvelenamento dei bovini dall’ingestione di senape selvatica (Sinapis arvensis) e da funghi, sulla conservazione e igiene delle carni e del latte, sulle cause di talune epizoozie, sull’aumento ponderale dei vitelli e sull’oftalmite periodica del cavallo. Nel 1924 giunse alla scoperta di un nuovo coccidio polmonare del cavallo, che, in omaggio alla città natale, denominò Eimeria Utinensis. Non meno importanti furono gli studi sulle reazioni tubercoliniche e le loro applicazioni in veterinaria, le ricerche craniometriche, che portarono all’invenzione di un nuovo craniogoniometro, come pure le teorie sugli equivalenti caratteriologici e funzionali di una alterazione fisionomica negli equini. ... leggi Alla ricerca affiancò efficacemente l’attività accademica e didattica. Nel 1926 ottenne la libera docenza in zootecnia presso l’Università di Bologna, ma contribuì alla formazione anche di moltissimi giovani, insegnando all’Istituto tecnico di Udine, alla Scuola superiore di enologia e viticoltura di Conegliano e, nel secondo dopoguerra, alla Scuola tecnica agraria di Pozzuolo del Friuli e presso la Scuola professionale E. Blanchini di Udine. S. diede inoltre un significativo «contributo di critica e di collaborazione a provvedimenti in materia giuridica, legislativa e di polizia sanitaria» e si dedicò in modo particolare alla selezione e alla valorizzazione del patrimonio zootecnico friulano. Fu, assieme all’amico Giovanni Battista Gaspardis, uno degli artefici del miglioramento non solo della razza bovina friulana, offrendo con i suoi studi un apporto determinante alla creazione della pezzata rossa friulana, ma anche della razza equina, organizzando importazioni di cavalle fattrici dalla Slovenia e dalla Carinzia e richiamando l’attenzione degli allevatori sul cavallo caporettano da tiro pesante per uso agricolo. Morì a Persereano (Pavia di Udine) il 6 settembre 1944.
ChiudiBibliografia
Il necrologio e altre informazioni sono rinvenibili in «L’Agricoltura friulana», 9 settembre 1944. Si vedano inoltre P. CARACCI, Ricordo di un friulano: Umberto Selan uomo di fede e di scienza, «La Panarie», 7/3-4 (1974), 51-53; Alfabeto friulano delle rimozioni. Arbitrario pellegrinaggio tra i nomi e cognomi che il Friuli non deve dimenticare, S come Selan Umberto, a cura di P. PATUI (www.paolopatui.it/perlaradio/rimozioni-serie2/selan.pdf); L’uomo domini sul bestiame… Dalla pastorizia alla zootecnia. Razze, protagonisti ed eventi nella storia dell’allevamento in Friuli Venezia Giulia, a cura di S. MENEGON, Gorizia, ERSA, 2010.
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