Considerato tra i migliori liutai della scuola veneta, nacque a Udine il 1 novembre 1699 da Valentino e Lucrezia. Probabilmente iniziò ad interessarsi agli strumenti ad arco ancor prima del suo trasferimento a Venezia, avvenuto nel 1721; a Udine in quegli anni lavorava il liutaio veneziano Francesco Goffriller e il S. frequentò forse la sua bottega. Secondo alcuni studiosi, egli giunse a Venezia già nel 1717, poco dopo la morte del padre, trovando un’occupazione di inserviente presso la nobile famiglia Priuli e dedicandosi alla pittura. I primi strumenti conosciuti del S. risalgono al 1726 e dimostrano già un buon livello di maturità; la sua iscrizione all’arte dei marzeri avvenne solamente nell’aprile 1733, quando aprì bottega in calle dei Stagneri, la strada dove lavoravano i più importanti costruttori di strumenti ad arco, con l’insegna Alla Madonna dei Sette Dolori. Già nel 1744, pur continuando a fabbricare strumenti, decise di chiudere il laboratorio, a causa delle ingenti spese e tasse che era costretto a sostenere. Morì il 6 febbraio 1776 nella parrocchia di S. Bartolomio a Venezia. Il suono dei suoi violini e violoncelli è considerato molto nobile, anche se a volte un poco debole; le sue opere sono state apprezzate in passato da celebri concertisti quali Henry Vieuxtemps, Joseph Szigeti, Georges Enesco e Yehudi Menuhin. Per alcuni strumenti si ispirò ai modelli dei fratelli Amati; la scelta dei legni è sempre di buona qualità e la vernice arancio con sfondo giallo può essere paragonata alle migliori vernici cremonesi. Utilizzava particolari etichette in calcografia, dove ricordava la sua origine udinese; nella fascia inferiore vicino al bottone reggicordiera imprimeva un marchio a fuoco con il cognome SERAFIN. Condivideva l’attività di liutaio con il nipote Giorgio Serafino (1726-1775), figlio dell’udinese Giovanni Battista impiegato del lotto a Venezia, e con Giovanni Battista Serafino (1759-1777) figlio di Giorgio.
Bibliografia
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