Il suo nome si lega alla trasmissione di Biello dumnlo, uno dei più antichi testi poetici friulani: un contrasto amoroso. I versi sono esemplati sul rovescio di una pergamena impiegata come copertina di un quaderno del notaio S., abitante a Cividale e morto il 30 giugno 1420, sempre a Cividale: perfettamente inseriti entro la cornice dei risvolti e perciò posteriori alla formazione del quaderno. Il quaderno, che porta all’esterno la data del 1416, è stato in prima battuta adibito per esercizi scolastici in latino e in friulano, poi più distesamente per le minute notarili. Giovan Battista Corgnali, che ha condotto un confronto con «altri due quaderni di tale notaio: uno del 1417 e l’altro del 1420», si è «formato un po’ alla volta l’idea che la canzone possa essere stata scritta (o trascritta) da S. nell’età giovanile». Ma la perizia di Corgnali, cauta e puntigliosa insieme, non rimuove l’ombra del dubbio ed è possibile che la copertina abbia protetto in precedenza un altro quaderno. Gli indizi che denunciano la copia seriore sono ad ogni modo pressanti: guasti evidenti, per quanto non disastrosi come pure si è affermato (Silvio Pellegrini, in particolare), e una prosodia nel segno dell’anisosillabismo (una ballata minore che ammette l’alternanza di ottonari e novenari, nel rispetto di specifiche regole metriche che autorizzano non lievi bande di oscillazione), che dichiarano l’appartenenza al filone giullaresco e postulano la trasmissione orale. Disastrosi sono piuttosto i guasti prodotti nell’Ottocento dall’uso di reagenti chimici nel tentativo di rinfrescare la scrittura. Dando ragionevolmente come dimostrato lo stacco cronologico e avvertendo «notevoli congruenze di lessico e di tono con la ballata Piruç myo doç», Silvio Pellegrini ritiene che anche Biello dumnlo si possa attribuire alla mano di Antonio Porenzoni. Certo i due testi condividono l’atmosfera cortese, attingono a immagini e lessico che la tradizione ha codificato, ma non senza scarti piuttosto bruschi. ... leggi Mentre Piruç myo doç persegue obiettivi di raffinata congruenza stilistica, Biello dumnlo batte sulla frizione di psicologie e registri verbali. Le parole in rima sono di grana tendenzialmente eletta, ma non senza isolati contatti abbassanti («ardit», ad esempio, e «insurit», “fuori di testa”). La schermaglia di “avances” insistite e decise, se pur nella forma del complimento cerimonioso, dell’«infant» (del “giovanotto”) e di ripulse scorbutiche e ritrose della «dumnlo» (della “signora”) si protraggono fino alla capitolazione della donna che accetta la corte dell’uomo, con la condizione che il suo onore sia difeso, vale a dire che l’amore resti segreto. Lo schema grammaticale rispetta i tratti del friulano cividalese: femminile in –o («Biello dumnlo inchulurido», “Bella signora colorita”), cancellazione della vibrante finale (accertata da «pinsì», “pensiero”, accanto a forme ingannevolmente piene come «honor», «valor»), a volte con soluzioni grafiche inconsuete (come cg per la postpalatale: «cgiantaraj», “canterò”, «bandonacgi», “abbandonarti”, e via via).
ChiudiBibliografia
Ms BCU, Joppi, Autographa, 696b.
A. BARBIERI - L. VANELLI, Una nuova edizione di “Biello dumnlo”, «Ce fastu?», 69 (1993), 2, 143-165, dove si dà conto delle edizioni precedenti. Si segnalano ad ogni modo G.B. CORGNALI, Biello dumnlo di valor, Scritti e testi, a cura di G. PERUSINI, Udine, SFF, 1968, 44-54; S. PELLEGRINI, Restauro di “Biello dumnlo”, Varietà romanze, Bari, Adriatica, 1977, 504-514; SCALON, Libri degli anniversari, 354, 983, 1014.
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