SPANHEIM (DI) FILIPPO (1220 ca.-1279)

SPANHEIM (DI) FILIPPO (1220 ca.-1279)

patriarca d’Aquileia

Immagine del soggetto

Sigillo di Filippo di Spanheim, arcivescovo di Salisburgo.

Nacque intorno al 1220, secondogenito del duca Bernardo II di Carinzia e di Giuditta, figlia del re Ottocaro I di Boemia. Costretto a scegliere la carriera ecclesiastica, nel 1237 risultava già preposito di Vyšehrad e cancelliere del regno di Boemia, finché fra la fine del 1246 e gli inizi del 1247 il capitolo e i ministeriali di Salisburgo lo elessero arcivescovo contro il volere di papa Innocenzo IV. Nel frattempo il fratello, Ulrico III duca di Carinzia, aveva sposato Agnese, nipote del patriarca Bertrando di Andechs-Merania, saldando così l’alleanza contro il conte Mainardo* di Gorizia, che aveva ricevuto da Federico II facoltà di occupare tutti i beni che i presuli di Aquileia e Salisburgo possedevano in Stiria e Carniola. La pace fra l’arcivescovo e i conti del Tirolo e Gorizia fu firmata solo alla fine del 1252. Peraltro F., più soldato che uomo di chiesa, continuò a rifiutare la consacrazione per non mettere in pericolo il suo diritto ereditario in Carinzia, neanche dopo che nel 1255 Alessandro IV aveva emanato la bolla con cui obbligava tutti i vescovi eletti a farsi consacrare entro sei mesi. Così il 5 settembre 1257 il pontefice lo privò definitivamente della sede metropolitana, conferendola a Ulrico, già vescovo di Seckau. Ciò non intimorì F. che continuò a governare tirannicamente a Salisburgo finché nel settembre 1265, il debole vescovo Ulrico rinunciò definitivamente alla cattedra arcivescovile in favore di Vladislao, figlio del principe di Slesia. Le speranze di F. si volsero allora verso la possibilità di ereditare il titolo ducale dal fratello – senza eredi, nonostante due matrimoni – col quale aveva stipulato accordi in tal senso nel 1256 e di nuovo nel 1267. La morte di Gregorio di Montelongo, l’8 settembre 1269, gli aprì nuove prospettive: la sua elezione a patriarca era gradita sia al duca, suo fratello, sia allo zio Ottocaro II di Boemia, i quali avevano nel frattempo stretto un patto di successione ereditaria che scavalcava F. e fecero, quindi, pressioni sul capitolo di Aquileia per poter assicurare al congiunto una sede degna; né si poteva temere allora l’opposizione di Roma, poiché il soglio di Pietro era e continuò ad essere vacante per quasi quattro anni. ... leggi Così già il 14 di settembre 1269 Ulrico fu eletto capitano generale del Friuli e il 23 di quello stesso mese, il capitolo di Aquileia procedé all’elezione di F. a patriarca. Un mese dopo Ulrico morì (il 27 ottobre) e l’eletto di Aquileia assommò su di sé anche il titolo di capitano generale del Friuli e duca di Carinzia. Come si apprende dai coevi registri del notaio patriarcale Giovanni da Lupico, la dimora preferita dell’eletto a Cividale fu l’hospitium di Berengero. Degno di nota, anche, che nei suoi atti pubblici F. continuasse a dichiarare di agire non in veste di eletto di Aquileia, ma quale capitano generale del Friuli, senza dubbio perché le sue mire erano e rimasero dinastiche. Era destino del duca-patriarca, tuttavia, non riuscire ad ottenere niente di quello per cui aveva lottato. La sua successione al ducato di Carinzia gli fu negata dal re di Boemia; così come dovette rinunciare definitivamente anche alla sede aquileiese, allorché il nuovo papa Gregorio X, alla fine del 1273, nominò patriarca Raimondo della Torre. F., infine, si ritirò a Krems sul Danubio, ove morì il 22 luglio 1279, ponendo fine alla dinastia degli Spanheim.

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Bibliografia

F. von KRONES, Philipp von Sponheim, in Allgemeine Deutsche Biographie, t. 26, Leipzig 1888, 43-47; P. PASCHINI, Gregorio di Montelongo patriarca d’Aquileia (1251-1269), MSF, 12-14 (1916-18), 25-84: 37, 39-40; ID., Bertoldo di Merania patriarca d’Aquileia (1218-1251), MSF, 16 (1920), 1-94: 69, 73-74, 79-80; ID., La vacanza della sede aquileiese dopo la morte di Gregorio di Montelongo (1269-1274), MSF, 17 (1921), 125-156; F. ORTNER, Philipp von Spanheim, in Die Bischöfe des Heiligen Römischen Reiches 1198 bis 1448. Ein biographisches Lexikon, hsg. von E. Gatz, Berlin 2001, 664; S. BLANCATO, Le note di Giovanni da Lupico, notaio patriarcale (1265, 1267-1271, 1273, 1277-1279, 1283-1285, 1288, 1294-1298), Roma 2013 (Fonti per la storia della Chiesa. Serie medievale, 15), 255-262 ni 48-50, 263-278 ni 53-63, 280-301 ni 65-74, 311-314 ni 79-81, 315 s. n° 83.

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