Nacque a Udine il 7 gennaio 1902, primo di cinque figli, di Luigi Spezzotti e di Maria Giovanna Bonetti. Dopo aver compiuto gli studi a Udine ed a Prato, durante la profuganza del 1917, conseguì il diploma superiore al Liceo classico Stellini di Udine; iniziò gli studi universitari prima a Milano, presso la Facoltà di ingegneria, poi all’Università di Ferrara, dove si laureò presso la Facoltà di scienze fisico-matematiche. Gli impegni istituzionali e la lontananza del padre da Udine imposero il suo inserimento nella gestione dell’azienda tessile di famiglia. Avrebbe rivestito nel tempo cariche, già in parte ricoperte dal padre, sia nel campo amministrativo che in quello economico e non solo locali, divenendo consigliere della Banca del Friuli, del Cotonificio udinese, della Camera di commercio di Udine e della Associazione cotoniera italiana. Dopo l’8 settembre 1943 venne nominato fiduciario e tesoriere del CLN provinciale di Udine e restò in carica fino alla fine del conflitto mondiale. La sua immagine, però, rimane legata alla sua spiccata vena intellettuale e culturale; predilesse le lettere, forse anche per la sua impostazione scolastica classica. Pubblicò alcuni libri di poesie (è del 1965 La collana delle sette giornate; del 1968 il libro Il tremar delle stelle; del 1969 la Storia di perse pagine; del 1973 Val Trenta). Venne insignito dell’ordine del Cardo per la sua opera letteraria e poetica nel campo alpinistico. Durante la sua intensa vita mantenne costante l’amicizia con i poeti Chino Ermacora, Siro Angeli, Biagio Marin e, non ultimo, Diego Valeri, che sottoscrisse la prefazione delle sue pubblicazioni già citate. ... leggi Nella sua vita fu anche mecenate nell’arte e nella musica; a lui si devono la rifondazione nel 1945 dell’associazione “Amici della musica” di Udine e l’organizzazione di concerti che portarono in città interpreti di primo piano; partecipò attivamente alle attività culturali cittadine, collocandosi tra i fondatori nel 1948 del Rotary Club di Udine e del Movimento europeista in Friuli. Non si può dimenticare la sua militanza come atleta ed alpinista nella Società alpina friulana, della quale ricoprì la carica di presidente dal 1948 al 1967 (in seguito fu nominato presidente onorario), incrementando gli sforzi della rifondazione della scuola alpinistica friulana e della ricostruzione dei rifugi distrutti o danneggiati durante il conflitto mondiale. Tra le sue opere riguardanti l’alpinismo vanno sicuramente segnalati il libro Divagazioni di un alpinista del 1951, che traccia le linee guida dell’etica della conquista delle vette, suddividendo gli amanti della montagna in «alpinisti» ed «arrampicatori», ed il fondamentale testo pubblicato fra il 1963 ed il 1965, in occasione del centenario del Club alpino italiano, che riassume, sotto il titolo di L’alpinismo in Friuli e la Società Alpina Friulana, oltre cento anni di storia dell’alpinismo vissuta per buona parte in prima persona e oggi difficilmente riproponibile per la mancanza di testimonianze dirette. Morì a Udine il 21 febbraio 1986.
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