Nacque a Udine intorno al 1500 da Cristoforo a da Lucrezia Antonini. Il Capodagli lo dice figlio di Bertrando, dato però corretto già dal Liruti e confermato dagli atti dell’Università di Padova, dove il S., dopo essere stato a Udine allievo di Gregorio Amaseo, G.B. Privitellio e Francesco Alunno, fu proclamato dottore in iure il 4 aprile 1522: «D(ominus Marquardus de Susana f(ilius) d(omini) Christofori». Promotori del suo esame di dottorato furono Anton Francesco Dottori e Achille da Siena; testimoni alcuni studenti friulani: Giovanni da Latisana canonico d’Aquileia, Giacomo Regolino canonico di Cividale, Bartolomeo Lovaria, Nicolò Valentinis, Nicolò de Puppi canonico di Cividale. A Udine il S., sposatosi con Samaritana di Girolamo Biancone, professò l’attività forense. Difese, come attestano le poche carte reperibili, il capitolo di Udine in cause civili e operò nel foro ecclesiastico. Partecipò anche a sedute del Sant’Uffizio probabilmente su richiesta del luogotenente, in quanto un ordine segreto, emesso dal consiglio dei Dieci il 29 dicembre 1550 e ripetuto il 25 settembre 1551, stabiliva la presenza di due cittadini di Udine dottori in diritto. Secondo il Liruti, nel 1565 il governo marciano gli avrebbe affidato la difesa della Repubblica per la questione dei confini contro gli arciduchi Carlo e Ferdinando d’Austria. ... leggi In realtà nel 1563-64 il S., con l’avvocato fiscale di Udine Francesco Graziani, con il bresciano Giacomo Chizzola, con il senatore veneto Giovanni Antonio Novelli, fece parte di un gruppo di giureconsulti che affiancarono i commissari veneti negli incontri e nelle trattative con gli arciducali per la definizione della questione dei confini. Il S. fu poi assessore nelle città di terraferma; in particolare, fu vicario del podestà di Padova Giambattista Contarini nel 1565. Lodato dai contemporanei per la sua scienza giuridica, fu autore di due scritti di natura religiosa. Il primo, Tractatus de coelibatu sacerdotum non abrogando, pubblicato a Venezia nel 1565 e dedicato a papa Pio IV, vuole confutare nel clima del concilio tridentino la dottrina luterana dell’abolizione sia dello stato sacerdotale sia conventuale o monastico. Il secondo, De Iudaeis, pubblicato a Venezia nel 1568 e dedicato a Paolo IV, racconta la storia degli Ebrei con riferimenti a possibili delitti loro e di altri infedeli, alle conversioni alla fede cattolica. È stato recentemente citato dal Toaff tra i testi che interpretano Tomaso di Monmouth come fonte per presunti omicidi rituali in Inghilterra. Il S. con testamento del 1566 istituì un fedecommesso sui propri beni, nominando anche una biblioteca ricca di testi giuridici e di sacre scritture e stabilendo che le opere di diritto civile e canonico potessero liberamente essere consultate dal nipote, figlio del defunto Andrea Susanna e di Ginevra Colloredo. Morì nel 1578, come attesta la data di apertura del testamento.
ChiudiBibliografia
ASV, Provveditori alla camera dei confini, 155-156, 1563-64; mss BCU, Joppi, 359, Testamento di Marquardo Susanna, 23 settembre 1566; Ibid., Principale, 1054, Atti del capitolo di Udine in causa con Sofia moglie di Leonardo Corvino di Fagagna, 1537; ivi, Scrittura legale a difesa del presbitero Pompeo Palmense istituita da Iacobo Maracco, s.d.
CAPODAGLI, Udine illustrata, 463-464; LIRUTI, Notizie delle vite, IV, 174-176; Acta graduum acadermicorum Gymnasii Patavini ab anno 1501 ad annum 1525, a cura di E. MARTELLOZZO FORIN, Padova, Antenore, 346; A. DEL COL, L’Inquisizione nel Patriarcato e Diocesi di Aquileia 1557-1559, Trieste, Edizioni dell’Università di Trieste, 1998, passim; A. TOAFF, Pasqua di sangue. Ebrei d’Europa e omicidi rituali, Bologna, Il Mulino, 2007, 315.
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