Di Venezia, era presente in Udine nel marzo 1517 per trattare con il consiglio della comunità la fornitura di quel nuovo organo per il duomo della città che la morte di Bernardino Vicentino gli aveva impedito di costruire. Le trattative, dopo otto giorni di incontri, si arenarono. Nel giugno 1518 il consiglio ricercava in Venezia, per il tramite di propri rappresentanti, un organaro che, in attesa di tempi migliori, fosse in grado di riparare lo strumento già esistente. Nel luglio successivo era presente in Udine il T. che il 17 di quel mese si impegnava a costruire, con un preventivo di spesa di 160 ducati, ai quali erano da aggiungere i materiali recuperabili del vecchio strumento, un organo tutto nuovo «bonum et suficientem», dotato di otto registri: Tenori [in facciata di 11 piedi], Ottava, Decimaquinta, Decimanona, Vigesimaseconda, Vigesimasesta, Vigesimanona, e flauto; una tastiera «che comenci in Fa et finisca in Fa […] che si intendi esser doppio» [47 tasti da Fa1a Fa4], un somiere a vento, quattro mantici. La costruzione dell’opera procedette spedita, tanto che nell’ottobre dello stesso 1518 il T. sollecitava il consiglio ad affidare ad un marangone la costruzione della cassa armonica. Puntuali i consiglieri incaricavano dell’impresa il maestro Girolamo di Villalta il 22 ottobre e il 9 ottobre un anonimo muratore perché avesse ad operare quanto necessario per la collocazione in sito dello strumento. Per la Pasqua del 1519 il nuovo organo era in grado di allietare le liturgie del maggior tempio cittadino.
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