Assai scarse sono le notizie biografiche sul T. Si ignorano l’anno di nascita e la provenienza della famiglia, che comunque risulta insediata a Latisana nel primo Cinquecento, col padre Francesco esercitante la professione di notaio, intrapresa poi anche dal T. e proseguita da altri discendenti, come è dimostrato dalle loro raccolte documentarie conservate presso l’Archivio di Stato di Udine. Dall’Epistolario dell’umanista spagnolo Francisco de Enzinas risulta che il T. nel 1542 studiava a Lucca, nel 1544-45 era immatricolato all’Università di Basilea, dove pubblicò le sue opere, e nell’aprile 1547 rientrò nella terra d’origine. Qui operò come notaio. Non sono noti rapporti personali del T. con i latinisti friulani contemporanei. Morì a Latisana il 10 marzo 1567 pugnalato per mano di tale Zuan Bonaldi di Ceneda. Il necrologio attesta che il T. stava allora espletando la funzione di cancelliere della giurisdizione di Latisana, all’epoca governata feudalmente dal casato veneziano Vendramin, ed aveva pure svolto un encomiabile ruolo come “camerario” della chiesa plebanale. Grande merito gli è infatti attribuito per aver corredato la chiesa di S. Giovanni Battista di un organo prodotto dal celebre artefice veneziano Vincenzo Colombo e della pala del Battesimo di Gesù eseguita dal Veronese. Il periodo più importante, relativamente alla produzione letteraria, è quello che il T. trascorse a Basilea, dove potrebbe essere arrivato al seguito del patrizio lucchese Nicolò Balbani. Verso la metà del Cinquecento, in Europa circolava impetuoso il vento della Riforma e la Svizzera ne era il crocevia. ... leggi Il fattore religioso giocò un qualche ruolo in questa temporanea emigrazione del T. oltralpe, ma se ne ignorano le vicende. Sono note soltanto due sue opere a stampa, entrambe redatte in latino e pubblicate a Basilea nel 1545: Pro Illustrissima Basiliensi Academia Instaurata. Declamatio a Theodosio Trebellio Italo Habita, e Latinae Linguae Universae Promptuarium… Theodosio Trebellio Foroiuliensi Autore. L’orazione è contenuta in uno smilzo opuscolo conservato in originale presso la Zentralbibliothek di Zurigo. Si configura come un’ampollosa ma dotta esaltazione dell’opera culturale che è deputata a svolgere la rinnovata Accademia di Basilea, recitata dal T. verosimilmente all’inizio dell’anno accademico. L’inclusione, nel testo, di varie sentenze greche dimostra che il T. possedeva una solida conoscenza di entrambe le lingue del mondo classico. Il prontuario stampato per Ioannem Oporinum et Robertum Winther consta di due tomi, il primo di 889 e il secondo di 1124 pagine. Secondo una stima statistica, sono inclusi oltre 30.000 lemmi, giustapposti su due colonne per pagina. L’ampia diffusione territoriale in Europa attesta che l’opera deve avere presto goduto di un buon credito. Il T. enfaticamente la definisce «Prontuario dell’Intera lingua latina ora per la prima volta preparato a vantaggio degli studiosi così come dei dotti attingendo a vari autori latini, tutti i migliori, con somma diligenza e fedeltà; molto più ricco degli altri Dizionari che finora sono stati compilati, opera di Teodosio Trebellio autore friulano». Dopo l’epistola nuncupatoria, rivolta al citato patrizio Nicolò Balbani, viene specificato l’«Ordine ovvero scelta continuamente rispettata in tutta quest’opera nella citazione degli autori della lingua latina e nel riportare con precisione le loro locuzioni: Marco Tullio Cicerone, Giulio Cesare, Terenzio, Cornelio Celso, Columella, Quinto Cicerone, Irzio, Cornificio, Cornelio Nepote, Publilio Siro, Sallustio, Varrone, Caro, Plauto, Livio, Gneo Getulico»; segue poi la progressione alfabetica dei lemmi. Per esplicita dichiarazione, il T. attinse copiosamente dal più importante patrimonio lessicografico in auge nel Rinascimento: Elegantiarum linguae latinae libri sex di Lorenzo Valla, Thesaurus Ciceronianus di Mario Nizolio, Commentarii linguae latinae di Stefano Doleto, De partibus aedium di Francesco Maria Grapaldo, Grammatices institutiones e Spicilegium di Lucio Giovanni Scoppa, e Nomenclator octilinguis omnium rerum propria nomina continens di Junio Adriano. Per la terminologia giuridica, si avvalse delle celebri opere di due dei più eminenti rappresentanti dell’umanesimo giuridico, il De verborum significatione libri quattuor di Andrea Alciato e la Forensium verborum et loquendi generum interpretatio di Gugliemo Budeo. L’imponente vocabolario monolingue del T. s’innestò nell’amplissima collezione di opere lessicografiche monolingui e plurilingui prodotte tra la fine del Quattrocento e il primo Seicento. Non si connotava come un manuale pratico destinato a persone di cultura modesta, ma apparteneva alla categoria delle opere concepite come strumento di sapere di un pubblico dotto. L’apparato fraseologico di un generico lemma è assai ricco e qualifica l’intera opera, nata nel clima della cultura lessicale di metà Cinquecento, attenta più agli aspetti eruditi ed antiquari che a quelli strettamente filologici.
ChiudiBibliografia
ASU, NA, Trebellio Teodosio, 2662, 2663; Archivio parrocchiale di Latisana, Libro lungo, impianti… 1551 usque 1572, X, f. 26v.
H.G. WACKERNAGEL, Die Matrikel der Universität Basel, I, Basel, Verlag der Universitätsbibliothek, 1951, 40; F. DE ENZINAS, Epistolario, edición critica por I.J. GARCÍA PINELLA, Genève, Librairie Droz, 1995, 278; V. GALASSO, Teodosio Trebellio latinista latisanese del Cinquecento, «Sot la nape» (2009, in corso di stampa).
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