La vicenda esistenziale e letteraria di V., insegnante appassionato e scrittore sensibile alle qualità del friulano occidentale utilizzato, ebbe uno snodo nell’incontro con la pedagogia e la poetica pasoliniane. Nato a Brescia nel 1917, abbandonato dal padre in tenera età, V. venne affidato alla nonna e alle zie paterne, e crebbe nell’ambiente contadino di Bannia, la cui umanità laboriosa e semplice, accanto al contatto con la natura, si impresse fortemente nel suo ricordo. Di intelligenza viva, si avviò agli studi ginnasiali presso il collegio Don Bosco di Pordenone, ma li completò al Liceo Stellini di Udine. Intraprese quindi la formazione in lettere a Padova, ma a causa delle ristrettezze economiche familiari si vide costretto a interromperla e a dedicarsi all’insegnamento. La guerra (fu ufficiale, destinato al fronte greco) gli riservò la cruda esperienza della cattura da parte dei tedeschi e del campo di prigionia in Germania. Al ritorno riprese gli studi e la professione a Valvasone, dove nel 1947 incontrò Pier Paolo Pasolini. Intuendone la sensibilità e la facilità di percepire i valori fonosimbolici del dialetto, il poeta e giovane collega gli suggerì letture (sarebbe stato fortemente toccato dalla sintonia con Ungaretti) e lo spinse alla poesia (e a una pedagogia basata sull’esperienza poetica). V. guidò a sua volta Pasolini a conoscere la parlata di Bannia, che avrebbe dettato il Testament coran. Nel 1949 comparve la poesia di esordio di V., una traduzione in dialetto di Bannia della breve lirica Orfano di Pascoli, pubblicata con il titolo Thentha mare [Senza madre] sullo «Strolic furlan». A questo periodo risalgono anche i testi in italiano, che sondano il tema dell’assurdità della guerra e della dolorosa prigionia. ... leggi Con l’abbandono del Friuli da parte dell’amico Pasolini (molti, dopo la scomparsa del poeta, avrebbero citato la testimonianza di V. nella ricostruzione degli anni friulani: Chiarotto, Cadel, Bertolo, che pubblicò il saggio inedito di V. L’altro Pasolini), memore della sua lezione V. proseguì l’insegnamento a Valvasone e quindi a San Vito al Tagliamento (prima alla scuola di avviamento professionale e poi alla scuola media Tommaseo), fino alla pensione, a cui giunse nel 1977. Impegnato nell’amministrazione comunale e come giudice di pace, non trascurò la scrittura, avendo come nucleo tematico principale Bannia e la sua gente, ma solo dopo la conclusione dell’impegno professionale vi si dedicò apertamente. Sul Lunario de Bania pal 1989 (1988) compaiono sei poesie in baniotto, mentre nel 1989, sempre grazie alla locale Pro loco, V. pubblicò la raccolta Ratatuia. Divagazioni sul filo della memoria, e sul Lunario per il 1990 due poesie e quattro prose. Nel 1992 uscì L’assurda avventura, raccolta di poesie presentate al concorso indetto dalla Società filologica nel 1990, dove è raccontata, con l’espressività del dialetto, la tragedia della guerra. Seguono nel 1993 ’L Mai e la so dent [Il Mai e la sua gente], rievocazione del microcosmo della piccola borgata nata attorno alla grande fucina alimentata dal fiume Sile, e nel 1995 ’L paeis a l’è ulì [Il paese è lì], sorta di Spoon River in prosa, memoria di gente conosciuta e ora sepolta oltre il muro del cimitero, quasi a presentire la sua stessa, non lontana, fine (morì nel 1997). È del 2004 la riedizione di L’assurda avventura, col titolo di Omis da nuia [Uomini da nulla], introdotta da un saggio di Piera Rizzolatti e corredata da una informata nota bio-bibliografica. I brani poetici, lontani dalla prosa a tratti umoristica, accolgono «immagini scarne» (Rizzolatti), espressionistiche, senza alcuna concessione al patetico, a dire la cruda vicenda di un’umanità che, in termini ungarettiani, nella vicenda bellica ha perso il proprio valore.
ChiudiBibliografia
Opere di S. Vaccher: Ratatuia: divagazioni sul filo della memoria, Pordenone, Laboratorio tipografico Cimitan, 1989; L’assurda avventura, Fiume Veneto, Pro loco Bannia, 1992; ’L Mai e la so dent, Roveredo in Piano, Pro loco Bannia, 1993; ’L paeis a l’è ulì, Fiume Veneto, Pro loco Bannia, 1995; Omis da nuia. L’assurda avventura, Prefazione di P. Rizzolatti, Pordenone, Biblioteca civica, 2004.
DBF, 819; A. BERTOLO - V. CASTELLAN - S. VACCHER, L’altro Pasolini ed altro ancora, Trivignano Udinese, Comune di Trivignano Udinese, 1993; S. CHIAROTTO, La passione pedagogica di Pier Paolo Pasolini, in Ciasarsa, 401-410; RIZZOLATTI, Di ca da l’aga, 191-192; A. BERTOLO, Prima della fine. Saggi controversi sulla storia del Friuli, Pasian di Prato, Campanotto, 2002, 108-135; F. CADEL, La lingua dei desideri. Il dialetto secondo Pier Paolo Pasolini, Lecce, Manni, 2002, 114-145.
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