Figlio del patrizio veneziano Zaccaria, nacque il 5 marzo 1660. In gioventù conobbe il cardinale Gregorio Barbarigo, vescovo di Padova e decise di entrare nel seminario di quella città. Ancora chierico ottenne un canonicato presso la cattedrale e si laureò ‘in utroque iure’. Tornato a Venezia, assunse la direzione di un collegio per la formazione dei giovani. Il 23 ottobre 1692 fu nominato vescovo di Concordia, probabilmente su segnalazione del Barbarigo, e un mese dopo fu consacrato sacerdote. All’arrivo in diocesi, il nuovo presule intraprese la prima di una serie di visite pastorali, dedicando particolare attenzione alla cattedrale e al suo capitolo. Nel 1694 una malattia lo obbligò a compiere la visita ‘ad limina’ per procura: la sua relazione evidenzia in modo particolare la preoccupazione per la formazione del clero diocesano. Nel 1701 il vescovo acquistò dalla comunità di Portogruaro il complesso dell’ex-convento dei Crociferi, con l’intenzione di aprirvi il seminario. L’anno seguente, in occasione della sua seconda visita ‘ad limina’, il V. riferì al papa di non essere ancora riuscito nel suo intento, a causa di alcune resistenze del governo veneziano. Il 14 febbraio 1704, il presule, ottenuta finalmente l’autorizzazione da Venezia, firmò il decreto di erezione del seminario, adottando come regolamento quello scritto dal cardinale Carlo Borromeo, maestro del Barbarigo, per il seminario di Milano. La ristrutturazione e l’ampliamento dell’ex convento dei Crociferi cominciarono nel settembre dello stesso anno. Il seminario avviò subito i propri corsi, sebbene i lavori di sistemazione dell’edificio termineranno solo dopo il 1712. L’anno successivo la comunità di Cordovado invitò i frati Predicatori Osservanti a istituire un loro convento presso il santuario della Beata Vergine: il Vallaresso acconsentì all’ingresso dei religiosi, che si stabilirono a Cordovado nell’aprile del 1714. Nel maggio del 1717 il vescovo tenne un sinodo diocesano, durante il quale fu istituita la congregazione per la dottrina cristiana che, ancora una volta sull’esempio di quello che aveva fatto il Barbarigo a Padova, ebbe il compito di curare la formazione religiosa dei fanciulli, ma anche degli adulti, attraverso la catechesi e la predicazione: a questo proposito V. raccomandò ai parroci di spiegare il vangelo in lingua volgare, evitando di trattare argomenti profani o legati all’amministrazione di quartesi e decime durante la predicazione; il presule chiese inoltre ai parroci di istituire delle scuole per insegnare ai bambini quanto meno a leggere. ... leggi Nella stessa occasione V. approvò alcuni decreti relativi ai costumi del clero: sono, quindi, trattati i temi della continenza, dell’abbigliamento, della distinzione necessaria tra lo stato clericale e quello laicale. L’anno successivo il vescovo compì la terza visita ‘ad limina’: in questa circostanza espresse la sua soddisfazione per il seminario che, nonostante alcuni problemi economici, era oramai in grado di accogliere quaranta chierici. Nel 1719 V., che già in precedenza aveva istituito la parrocchia di San Giacomo di Sedrano (1699), creò anche quella di San Bartolomeo di Corva. Morì il 23 novembre 1723 a Venezia: nel suo testamento dispose un lascito di cinquemila ducati in favore del seminario diocesano.
ChiudiBibliografia
A. ZAMBALDI, Monumenti storici di Concordia già colonia romana nella regione veneta. Serie dei vescovi Concordiesi e Annali della città di Portogruaro, San Vito, Pascatti, 1840, 116, 235, 320- 321; E. DEGANI, La diocesi di Concordia, a cura di G. VALE, Udine, Doretti, 1924 (= Brescia, Paideia, 1977, con bibliografia aggiornata e indici a cura della Biblioteca del Seminario di teologia di Pordenone), 249; B.F. PIGHIN, Il seminario di Concordia- Pordenone, I, Fondazione e sviluppo in Portogruaro fino al trasferimento a Pordenone (1704-1920), Pordenone, Seminario diocesano, 2004, 57- 74.
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