Nacque a Spilimbergo (Pordenone), da Piero e Maria, nel 1512. Dopo aver studiato a Venezia, frequentò l’Accademia di Bernardino Partenio, in qualità di ripetitore, e fu amico di Francesco Stancaro, che nell’Accademia era lettore e dal quale imparò a leggere l’ebraico. Fu in contatto anche con altri esponenti del gruppo spilimberghese che sarà processato nel 1543. In una lettera (s.d.) a Prospero Frangipane, Giulia Da Ponte chiedeva, infatti, di raccomandarlo al fratello Cornelio, amico di Pier Paolo Vergerio, in quanto «homo da bene, virtuoso et grande amico et affettionato di casa nostra» (L. Dolce, Lettere di diversi eccellentissimi huomini […], Venezia, Gabriel Giolito de’ Ferrari, 1559, 465). Fu dapprima notaio pubblico a Spilimbergo, poi, per trentatré anni (dal 1552 al 1585), cancelliere del consiglio del comune di San Daniele del Friuli. In tale veste stese nel 1571 l’inventario della Biblioteca Guarneriana. Ritiratosi a Spilimbergo «per la malignità de alcuni», aprì nella sua casa una scuola di “humanitas”. Nel 1586 e nel 1589 fu denunziato al Sant’Uffizio di Aquileia, per asserzioni ritenute eretiche nei confronti del sacramento della confessione, delle immagini sacre, dei santi, del pontefice e per sospetto di fede giudaica. Arrestato nel 1592, fu riconosciuto colpevole e dovette abiurare pubblicamente nella chiesa di S. Michele a San Daniele. Fu condannato al carcere perpetuo, ma in considerazione dell’età ottenne di scontare la pena nella propria casa, essendo costretto a vestire una tonaca bigia «con davanti e di dietro soprammessa una gran croce di panno giallo ricucita sul tessuto» (Battistella). Fu, inoltre, privato dell’ufficio di precettore, tenuto a presenziare alla messa e a comunicarsi ogni domenica e nelle festività solenni; infine, a recitare quotidianamente i sette salmi penitenziali e il rosario. ... leggi Secondo il Liruti, sue poesie acefale e incompiute sarebbero inframmezzate alle «scritture pubbliche» del comune di San Daniele, dove, tuttavia, non risultano. Morì dopo il 14 luglio 1592. Va distinto da Giovan Paulo Vasio, veneziano d’adozione, con cui è stato spesso confuso. L’ipotesi dell’esistenza di due Vasio (quasi) omonimi nella prima metà del Cinquecento fu avanzata da Apostolo Zeno, Giusto Fontanini, Mario Crescimbeni e ricordata dal Liruti e dallo Joppi. Il Vasio veneziano, nato nel 1498 e ordinato sacerdote nel 1521, è soprattutto noto per aver riscritto l’Eneide, volgarizzata in terza rima dal reggiano Tommaso Cambiatori, stampata nel 1532 e ristampata nel 1538 e nel 1539.
ChiudiBibliografia
Ms ACAU, 184/1287 (Paolo Vasio): processo presso il S. Uffizio di Aquileia; mss BCU, Principale, 916, f. 15 v (153) e 19r-v (184), Novus liber causarum S. Officii Aquileiae. Regestum scilicet denunciatorum, sponte comparitorum, atque per sententiam, vel aliter expeditorum, ab anno 1552 usque ad annum 1647 inclusive […]; Ibid., Joppi, 710, III, c. 42v, V. Joppi, Indice di scrittori friulani. Ms BCTv, 48, c.2r-v, G.P. Vasio, Oratio de laudibus dialecticae ; G.P. VASIO, Pastorali amorose, Venezia, Bernardino Benalio, 1525; ID., Theatri d’amor, Venezia, Vidali, 1531 [ma 1532]; ID., La Eneide di virgilio tradotta in terza rima, Venezia, Vidali, 1532 (rist. 1538 e 1539).
LIRUTI, Notizie delle vite, IV, 164-166; A. BATTISTELLA, Il S. Officio e la riforma religiosa in Friuli. Appunti storici documentati, Udine, Gambierasi, 1895, 66-67; DEGANI, Le nostre scuole, 108; 1000 processi dell’inquisizione in Friuli (1551-1647), a cura di L. DE BIASIO - M.R. FACILE, Passariano (Udine), Centro di Catalogazione dei beni culturali della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia, 1976 (Quaderno 4); L. CASARSA, Gli inventari antichi della Biblioteca Guarneriana di San Daniele del Friuli, «Quaderni Guarneriani», 9 (1986), 6; U. ROZZO, Biblioteche italiane del Cinquecento tra Riforma e Controriforma, Udine, AGF, 1994, 41-42, 111-112.
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