Nato a Santa Lucia di Piave (Treviso) nel 1913, si trasferì in giovane età con la famiglia a Pordenone. Il suo precoce talento nel disegno venne notato da un sacerdote, che lo aiutò a frequentare il Liceo artistico a Venezia, dove ebbe modo di accostarsi alla pittura di Guidi e Saetti, che sarebbero stati i suoi punti di riferimento fino alla fine. Ai suoi quindici anni appartiene un piccolo olio, il Cortile (1928), nel quale si può già intravedere una precisa natura di pittore, nel taglio non banale dell’impianto, nella finezza degli accostamenti cromatici, tenuti su toni bassi e raffinati. Conseguì la maturità artistica nell’anno scolastico 1931-1932, indi partì per il servizio militare, che lo vide impegnato in Africa, in qualità di sottotenente di fanteria. Ripresi gli studi all’Accademia, nel 1939 si diplomò col massimo dei voti. Gran parte delle opere che di lui ci rimangono è, a questa data, già realizzata: sono opere che testimoniano di un vero talento prematuramente stroncato. Al di là delle influenze stilistiche, V. colse, del “Novecento” saettiano e guidiano, la proposta culturalmente più valida, quella che, nel rigore compositivo e nel palpito del colore, tende a tradurre un sentimento cosmico-contemplativo della realtà. Questo si vede particolarmente nel Paesaggio con barca del 1935, assorto in una meditata luce mattinale, ma si vede anche in certe composizioni d’interno che si aprono, attraverso finestre, in slarghi sulla campagna, che irradiano della loro serenità anche le composizioni di figure. Altro tema centrale dell’attività di V. è il ritratto, genere in cui egli lascia alcune realizzazioni ricche di poetico lirismo. Si veda, per esempio, la concentrazione della Figura in nero, da assegnare probabilmente al 1935: al solido impianto saettiano si unisce qui un’evidente influenza modiglianesca, che si coglie nel taglio del viso e nella sottolineatura del collo; ciò tuttavia nulla toglie alla credibilità non solo plastica, ma anche psicologica della figura, ricca di una vitalità nello stesso tempo aristocratica e popolare. ... leggi Poche sono le mostre cui l’artista ha potuto partecipare durante la sua vita. Rimane di taluna qualche testimonianza critica molto positiva, come per esempio quella riportata il 23 febbraio del 1932 nel «Gazzettino» di Venezia: «Vettori si rivela luminosamente, aumentando le speranze che già aveva dato in altre mostre. Nei suoi lavori le tonalità s’intensificano in macchie di colore rapide e senza preconcetti teorici; c’è nella sua arte una violenta ricerca d’intensità plastica accanto a delle ottime qualità di luce». Il pittore, nel 1935, partecipò alla II Quadriennale di Roma con un ritratto femminile che venne venduto il giorno stesso dell’inaugurazione. Nel 1940, con il Ritratto di Linda Spangaro e il Ritratto di Anita, partecipò alla XXII Biennale di Venezia. V. morì a Monastir, sul fronte greco, nel 1941. Nell’ambito dell’Opera Bevilacqua La Masa, dal dicembre del 1941 al gennaio del 1942 – qualche mese dopo la morte – venne organizzata una sua retrospettiva, introdotta da uno scritto critico-commemorativo di Gastone Breddo. Nel 1963 un gruppo di appassionati ha organizzato una mostra presso l’aula magna del Centro studi di Pordenone. Nel 1975, nel Museo civico d’arte della città, è stata allestita la mostra di tutte le opere donate dalla famiglia: olii, un gruppo di disegni e alcune incisioni.
ChiudiBibliografia
Luigi Vettori (1913-1941). Catalogo della mostra retrospettiva (Pordenone, 7 giugno-31 ottobre 1975), a cura di G. PAULETTO, Pordenone, GEAP, 1975; DAMIANI, Arte del Novecento II, 30-34; Capi d’opera in Provincia. Pittura e scultura a Pordenone dal 1945 agli anni ’80. Catalogo della mostra (Brugnera, 1991), a cura di G. PAULETTO, Pordenone, GEAP, 1991.
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