Nacque cittadino asburgico il 28 gennaio 1892 a Brazzano, allora comune autonomo (oggi comune di Cormons, Gorizia), nel Friuli orientale all’epoca sotto dominio imperiale. Figlio di un modesto artigiano falegname, restò orfano a cinque anni insieme con due fratelli minori; fu lo zio sacerdote, don Giorgio Visintin, a prendersene cura accogliendolo nella sua parrocchia di Muscoli e facendolo studiare. V. poté così dapprima frequentare il prestigioso I. R. Ginnasio statale di Gorizia, venendo ospitato presso l’istituzione benefica del Knabenseminar della città, e continuare poi il percorso formativo a Vienna, dove si iscrisse alla Facoltà di filosofia e contemporaneamente al Conservatorio musicale (la musica rimase sempre la sua grande passione). Lo scoppio della grande guerra lo vide arruolato nell’esercito austro-ungarico e inviato, come tutti i sudditi imperiali friulani, sul fronte russo della Galizia. Fatto prigioniero dalle truppe zariste nel 1915, fu deportato, insieme ai due fratelli e a numerosi altri italiani, nel campo di concentramento di Kirsanov, nella Russia sud-occidentale. Nel 1916 V. accolse l’offerta della Commissione militare italiana, giunta al campo, di optare per il Regno d’Italia e venire quindi rimpatriato quale cittadino italiano. Con i fratelli affrontò un lungo e avventuroso viaggio di ritorno, dapprima fino al porto di Arcangelo, dove si imbarcò, riuscendo a raggiungere, sotto la minaccia dei sommergibili tedeschi, Glasgow e successivamente Calais. Dalla Francia i fratelli Visintin arrivarono in treno a Torino, dove poterono riunirsi alla madre, a sua volta lì rifugiata dopo le vicende di Caporetto. A Torino V. riprese gli studi universitari, laureandosi nel 1919 a pieni voti in lettere con una tesi su Paolo Dal Pozzo Toscanelli, matematico e cartografo toscano del Quattrocento. Suo relatore fu Cosimo Bertacchi, prestigioso cattedratico di geografia – e amico di Giovanni Marinelli, suo compagno di classe negli studi liceali frequentati a Udine. ... leggi Bertacchi lo stimava molto e lo volle assistente alla cattedra. Per V. la svolta della vita si presentò poco dopo, quando Bertacchi lo segnalò all’Istituto Geografico De Agostini (IGDA) di Novara quale tecnico cartografo; venne assunto, e in poco tempo fu promosso, a soli ventotto anni, al qualificato ruolo di direttore scientifico dell’Istituto. Iniziò così una intensa attività scientifica e imprenditoriale interamente dedicata all’IGDA, che portò ad una vasta produzione di opere cartografiche e geografiche – alcune delle quali pubblicate ancora oggi – e che contribuì a proiettare il prestigio dell’Istituto a livelli internazionali. Alla competenza tecnica del cartografo, continuamente aggiornata e messa anche a servizio della divulgazione e della didattica, V. univa lo spessore culturale proveniente dalla sua formazione umanistica e dalla frequentazione internazionale, che lo rendevano geografo sensibile e attento ai processi territoriali – e ai problemi – di un mondo in rapida trasformazione. Della sua capacità innovativa in campo cartografico, e insieme della sensibilità geografica, V. diede prova fin dalla sua prima opera, l’Atlante geografico moderno, pubblicato nel 1921 in trentanove tavole, che diede inizio alla lunga serie dei suoi atlanti. Mettendo in pratica le argomentazioni teoriche da lui sviluppate nel saggio pubblicato in quello stesso anno, Sulle migliori proiezioni in planisfero, per il suo Atlante V. volle adottare la proiezione cartografica equivalente, all’estero sostenuta dal cartografo tedesco Max Eckert. Tale proiezione è in grado, infatti, di mantenere la proporzionalità delle superfici rappresentate rispetto alla realtà terrestre, a differenza della proiezione classica di Mercatore, fino allora usata, che privilegia invece la proporzionalità dei valori angolari (proiezione isogona). Questa scelta derivava anche dalla considerazione che, per l’uso scolastico cui l’Atlante era principalmente destinato, il mantenimento dei rapporti reali delle superfici è didatticamente più efficace. La superficie terrestre, infatti – argomentava V. – non è solamente una superficie geometrica, trasferibile in formule matematiche, ma anche geografica, «con proprietà qualitative e quindi con esigenze che si compendiano nella necessità e nel bisogno di non deformare troppo l’aspetto reale e naturale del reticolato»; di conseguenza, il reticolo dei meridiani e paralleli, determinato su base geometrica, deve «facilitare l’intuizione dei fenomeni qualitativi – fisici, biologici, economici», che in esso si inscrivono. Già nel 1922 uscì – in collaborazione con Mario Baratta – un’opera impegnativa e destinata a un ampio successo quale sussidio didattico per generazioni di studenti: il Grande atlante geografico in centodue tavole, primo atlante sistematico, di cui l’Italia, a differenza di altri Paesi, era fino allora priva e che ricevette l’apprezzamento dello stesso Eckert. Il Grande atlante venne più volte rieditato, con l’aggiunta di sempre nuove tavole e aggiornamenti; quale importante innovazione, nell’edizione del 1927 venne introdotto, sul retro delle tavole, un testo geografico descrittivo degli Stati e dei territori rappresentati nelle rispettive carte. La rilevanza scientifico-editoriale del Grande atlante trova anche conferma nel fatto che da esso vennero tratte numerose edizioni derivate, destinate a mercati internazionali, pubblicate in lingua inglese, francese, tedesca, spagnola, portoghese e turca. Altri atlanti tematici prodotti da V. (anche in collaborazione) furono, nel periodo interbellico, l’Atlante delle Colonie Italiane, impreziosito da un centinaio di fotografie inedite dei territori africani, l’Atlante agricolo dell’Italia fascista, l’Atlante geografico commerciale, l’originale Testo-Atlante illustrato delle missioni, in collaborazione con Propaganda Fide, oltre a diverse versioni di atlanti storici e di piccoli atlanti ad uso scolastico. A V. si deve anche la realizzazione di numerose carte tematiche e regionali. Legate alle vicende belliche del secondo conflitto mondiale sono diverse carte speciali (sul conflitto nippo-americano, sulla Russia europea), mentre, dopo la guerra, fu intensa l’opera di aggiornamento cartografico imposto dai nuovi assetti territoriali postbellici: ne scaturirono, fra le altre, due Carte fisico-politiche della Venezia Giulia, che furono strumento di lavoro alla conferenza di pace di Parigi, e una carta della Slovenia. Molte altre carte, di diverse scale geografiche e di uso didattico, videro infine la luce negli anni Cinquanta. A V. si devono anche testi scientifici: saggi di teoria e critica cartografica e note di aggiornamento e commento geografico, solitamente pubblicati nella rivista «La geografia», del medesimo Istituto De Agostini, di cui egli fu per alcuni anni redattore responsabile (Sulle nuove frontiere della Germania e della Repubblica d’Austria; La superficie della Libia). Ma la pubblicazione forse di maggiore fortuna e divulgazione, prodotta da V., fu il Calendario Atlante De Agostini. Nato presso l’editore novarese già nel 1904, il Calendario fu da V. profondamente rinnovato e ampliato, e da lui curato ininterrottamente negli anni dal 1920 al 1958; nella veste da lui ideata è a tutt’oggi in produzione, svolgendo il ruolo di essenziale e diffusissimo strumento di consultazione geografica. L’intensa attività scientifica e imprenditoriale di V. venne interrotta dalla morte prematura, a sessantasei anni, avvenuta a Novara il 21 febbraio 1958. Della sua vicenda umana non va dimenticato, in particolare, il legame profondo che sempre mantenne con il Friuli e con il paese natale di Brazzano, dove ritornava quasi ogni anno. Il comune di Cormons gli ha dedicato nel trentennale della morte un volume monografico (Luigi Visintin, 1989). A lui sono intitolate strade a Brazzano, a Udine e a Novara.
ChiudiBibliografia
Della vasta produzione cartografica di L. Visintin vanno ricordate almeno le seguenti opere principali. Fra gli Atlanti italiani (non considerando le edizioni derivate pubblicate all’estero, in lingua straniera) editi dall’Istituto Geografico De Agostini di Novara: Atlante geografico moderno, 1921; Atlante della produzione e dei commerci, 1922 (in collaborazione con M. BARATTA); Grande atlante geografico, 1922 (in collaborazione con M. BARATTA); Atlante agricolo dell’Italia fascista, 1928 (in collaborazione con A. MARESCALCHI); Atlante delle colonie d’Italia, 1928 (in collaborazione con M. BARATTA - P. FRACCARO); Atlante illustrato delle regioni d’Italia, 1932; Atlante storico. Evo Antico-Medio Evo-Evo Moderno, 1938 (in collaborazione con M. BARATTA - P. FRACCARO); Atlantino storico geografico, 1945; Atlante geopolitico universale, 1947. Fra le grandi carte geografiche: La Russia dei sovieti. Carta politica ed amministrativa del territorio europeo alla scala di 1:5.000.000 con testo illustrativo, Novara, Istituto Geografico De Agostini, 1923; Carta murale dell’isola di Sardegna (due fogli a colori), 1:200.000, Novara, Istituto Geografico De Agostini, 1953; Europa fisico-politica (quattro fogli a colori), 1:3.500.000, Novara, Istituto Geografico De Agostini, 1954; Brasile, 1:4.000.000, Novara, Istituto Geografico De Agostini, 1956; Bacino mediterraneo: l’Europa centrale ed il Mediterraneo (tre fogli a colori), 1:5.000.000, Venezia, Ed. Soc. di Navigazione Adriatica, 1957; Puglia e Basilicata, 1:200.000, Novara, Istituto Geografico De Agostini, 1958. Fra le opere geografiche, gli articoli e le note a firma di V.: Sulle nuove frontiere della Germania e della Repubblica d’Austria, «La geografia», 7 (1919), 227-237; Calendario-Atlante De Agostini, Novara, Istituto Geografico De Agostini, 1920-1958; Sulle migliori proiezioni in planisfero, «La geografia», 9 (1921), 181-203; Intorno alle nuove ripartizioni territoriali e amministrative della Russia, ibid. ... leggi, 11 (1923), 52-66; La superficie della Libia, ibid., 15 (1927), 109-113; Continenti e paesi. Geografia del mondo intero: commento e carte, indice dei nomi, Novara, Istituto Geografico De Agostini, 1952.
V. CERRETI, Commemorazione del Gr. Uff. Prof. Luigi Visintin, «Boll. storico per la prov. di Novara», 49/1 (1958); Luigi Visintin, Novara, Istituto Geografico De Agostini, 1958 (opuscolo commemorativo con nota bibliografica); F. SPESSOT, Ricordo di Luigi Visintin, «Studi Goriziani», 23 (1958), 123-125; G. MAGHET, Il friulano prof. Luigi Visintin, eminente cartografo e geografo, «Iniziativa Isontina», 90 (1988), 72-77; Luigi Visintin. 1892-1958. Geografo e cartografo, Cormons, Comune di Cormons, 1989. Quest’ultimo testo è di certo l’opera più completa su V., ricca di informazioni sulla sua vita e sull’attività professionale, e integrata con alcuni suoi scritti geo-cartografici. On line è inoltre reperibile una Scheda biografica Cartografi - DISCI (versione provvisoria), a cura di A. ZANDONAI (www.data.unibg.it/dati/bacheca/488/15168.pdf).
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