Nato a San Rocco di Gorizia nel 1802, da Anton e Marianna Pelizzon, seguì gli studi in Seminario e venne ordinato sacerdote nel 1825 dal vescovo Giuseppe Walland. Visse prevalentemente a Gorizia, dove svolse a lungo l’attività di insegnante e quella relativa al proprio ministero, e dove morì nel 1881. Le vicende biografiche sono state ricostruite da mons. Francesco Spessot, che illustrò l’opera grazie alla quale V. viene ricordato come lessicografo. Dopo l’ordinazione, dal 1826 al 1836, V. fu catechista nelle scuole femminili delle Madri orsoline e ausiliario nelle pubbliche scuole normali. Qui fu catechista effettivo nel 1837, e contemporaneamente divenne professore supplente di catechetica e pedagogia presso lo studio teologico del Seminario di Gorizia. Fu quindi cappellano a Villesse dal 1838 al 1846, quando la cappellania fu elevata a parrocchia e gli subentrò il goriziano Andrea Mrak. Dopo un anno di temporanea quiescenza, nel 1847 era cappellano domenicale e maestro elementare a Isola Morosini, parrocchia di San Canzian d’Isonzo. Nel 1848 risiedeva a Prevacina, come privato sacerdote, mentre dal 1849 al 1856 fu sacerdote all’ospedale Fatebenefratelli di Gorizia. In quiescenza dal 1857, ma già ritiratosi a vita privata dal 1848, si dedicò alla compilazione dell’Onomastico tecnico-poliglotto, che, a sue spese, uscì a fascicoli a Trieste nel 1864, per i tipi della tipografia del Lloyd Adriatico. ... leggi La peculiarità dell’opera, che consta di oltre quattrocento pagine, si desume dal suo titolo completo: Onomastico tecnicopoliglotto ossia Dizionario de’ nomi delle dignità e cariche ecclesiastiche, civili e militari, de’ professionisti, degli artefici ed artieri, de’ gradi di parentela, di consanguineità ed affinità e d’altre denominazioni caratteristiche in sette lingue e nel dialetto friulano cioè: nella lingua Tedesca parallelamente alla Italiana (e al dialetto Friulano), alla lingua Francese, Inglese, Slovena, Latina e Greca. L’intento del compilatore, il cui orizzonte è quello plurilingue e cosmopolita del contesto austro-ungarico, è espresso in un volantino di propaganda nel quale è sottolineata l’urgenza di seguire i tempi di costante progresso nelle comunicazioni e negli scambi tra i popoli, attraverso un dizionario che faciliti, a colpo d’occhio, il confronto tra le lingue (curiosamente orientato su titoli, cariche e gradi di parentela) e che parta dal tedesco come lingua comune dell’Impero. Per quanto riguarda il friulano, nella varietà di Gorizia, la ricerca di corrispondenze introduce, oltre che un nutrito numero di neologismi, frutto della creatività dell’autore o dovuti a semplice calco dall’italiano o dal tedesco, il ricorso alla fraseologia, analizzabile anche per i tratti fonetici e morfologici della varietà rappresentata. Secondo Dionisio Ussai (Ciceri), V. compilò inoltre un dizionario poliglotta sui proverbi, rimasto però inedito.
ChiudiBibliografia
G. VUK, Onomastico tecnico-poliglotto, ossia dizionario de’ nomi delle dignità e cariche ecclesiastiche civili e militari de’ professionisti, degli artefici ed artieri, de’ gradi di consanguineità, affinità e d’altre denominazioni caratteristiche in sette lingue e nel dialetto friulano, cioè: nella lingua Tedesca, parallelamente alla Italiana (e al dialetto Friulano), alla lingua Francese, Inglese, Slovena, Latina e Greca, Trieste, Lloyd Adriatico, 1864. F. SPESSOT, Il «Calepinus» goriziano in miniatura, in Donge l’Isunz, Gorizia, Tip. Sociale, 1959, 13-15; L. CICERI, Studi linguistici sul friulano a Gorizia, in Guriza, 294-296; C. MARCATO, Friaulisch: Grammatikographie und Lexikographie - Grammaticografia e lessicografia, in Lexikon der Romanistichen Linguistik, a cura di G. HOLTUS - M. METZELTIN - C. SCHMITT, III, Tübingen, Max Niemeyer Verlag, 1989, 637-645.
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