Nacque a Pordenone nel 1862 e sposò la pordenonese Elisa Pitter, da cui ebbe, nel 1895, una figlia, Silvia, che sarebbe diventata una apprezzata botanica. Nel 1894 venne nominato capo sezione del reale corpo del genio civile di Udine e in quella veste si interessò alla realizzazione di una strada carrozzabile che collegasse i centri abitati della Valcellina con la pianura, poiché al tempo veniva utilizzata una semplice mulattiera con slitte trainate – per i carichi pesanti – da muli o da buoi. Nei sopralluoghi eseguiti, Z. si convinse che la stretta forra del Cellina si prestava a uno sfruttamento idroelettrico. Strada e sbarramento del torrente Cellina divennero così un unico progetto di sviluppo economico e sociale di quell’area montana. L’ingegnere Z. assunse l’incarico di progettista per la parte idraulica e di direttore dei cantieri per l’utilizzazione del torrente Cellina; la progettazione della parte elettrotecnica degli impianti venne affidata all’ingegnere Antonio Pitter, suo cognato. I lavori vennero realizzati nel breve arco di cinque anni e nel 1906 vennero inaugurati la strada, la diga – più tardi sarebbe stata chiamata “vecchia diga” per distinguerla dall’opera realizzata, su progetto dell’ingegnere Napoleone Aprilis, a Ponte Antoi –, la centrale idroelettrica di Malnisio. Quest’ultima opera fu la prima centrale idroelettrica delle Tre Venezie e una delle prime in Italia dichiarata “bene di interesse culturale” dalla Direzione centrale per i beni culturali e paesaggistici del Friuli Venezia Giulia; dal 2006 (centenario della sua entrata in attività) ospita il Museo dell’energia dedicato al suo progettista Pitter. ... leggi Completava la serie di opere il canale di alimentazione della centrale. Nell’esecuzione furono impiegati più di duemila operai (muratori, carpentieri, scalpellini, minatori); un contributo determinante al compimento dei lavori venne dato dalle donne portatrici (che pochi anni più tardi furono preziose rifornitrici dei soldati impegnati sulle Alpi Carniche). La centrale idroelettrica venne realizzata e gestita dalla Società italiana per l’utilizzazione delle forze idrauliche del Veneto (meglio conosciuta come “Società Cellina”), con capitali di imprenditori pordenonesi, attivi fin dal 1897, e veneziani. Dalla centrale di Malnisio, grazie a un elettrodotto di ottantasette chilometri, l’elettricità fu portata fino a Venezia, e illuminò piazza S. Marco. Z. ricoprì diversi ruoli nella pubblica amministrazione: nel febbraio 1948 fu nominato componente del Consiglio di amministrazione dell’Istituto per la ricostruzione industriale (IRI), nel marzo dello stesso anno assunse la presidenza della neocostituita Società Finmeccanica. I comuni di Pordenone e di Montereale Valcellina dedicarono all’ingegnere Z. una via. Morì a Pordenone nel 1944.
ChiudiBibliografia
MARCHETTI, Friuli, 1027; P. PITTER, L’impianto idroelettrico del Cellina nella relazione dei progettisti, «Bollettino Società naturalisti Silvia Zenari», dicembre 2001, 7-29; Gli uomini e la città: Napoleone Aprilis. Memorie e testimonianze, Pordenone, Associazione culturale Aldo Modolo, 2007, 23-25.
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