Nato a San Vito al Tagliamento (Pordenone) l’8 luglio 1815, da Angelo e da Chiara Menegon, compì i propri studi a Venezia, dapprima (1843) alla Scuola di ornamento sotto la guida di Giuseppe Borsato, poi (1846) alla Scuola di elementi. Nel 1850 si iscrisse all’Accademia di belle arti, dove ebbe come maestro Ludovico Lipparini. La sua iniziale attività si svolse in Friuli: dipinse pale d’altare (La carità di San Martino, 1854, nella parrocchiale di Prodolone; l’Annunciazione, 1858, nella chiesa di Orcenico Inferiore, in cui è evidente la derivazione dal dipinto tizianesco di analogo soggetto nella cappella Malchiostro del duomo di Treviso), ritratti e quadri di soggetto storico, che presentò alle Esposizioni d’arte che si tennero a Udine nel 1856 e nel 1857; un suo Guerriero crociato a mezzo busto dovette essere molto apprezzato, giacché fu premiato e venduto. Come la maggior parte dei pittori dell’epoca, fu particolarmente abile nel ritratto, per il quale, con ogni probabilità, si aiutava, com’era d’uso, con l’immagine fotografica. Il suo più conosciuto dipinto, Ritratto di Eleonora Gattorno con il figlio Gustavo (ca. 1853, Museo civico d’arte di Pordenone), evidenzia la sua capacità di cogliere l’animo dei personaggi quanto i dettagli dell’ambiente (il divano, i tendaggi, il tappeto). Al 1853 va datato anche il Ritratto di Giuseppe Gattorno (collezione privata). Non trovando forse sufficiente riconoscimento nella terra natale, Z. si trasferì a Trieste, dove eseguì apprezzati ritratti per la borghesia del luogo (ora nei Musei civici o in collezioni private). Passò poi in Dalmazia, dove gli venne commissionata la pittura a fresco del soffitto del teatro Bajamonti a Spalato (1859, Figure allegoriche, fatti di storia dalmata, ritratti di uomini illustri), del Teatro Nuovo di Zara (1865, La Civiltà, corteggiata dalle arti, dalle Scienze e dall’Industria, abbatte l’Errore) e del teatro Mazzoleni di Sebenico (1869, in alto l’Immortalità, in basso una ragazza con putti, simbolo della città di Sebenico, a sinistra la raffigurazione di sebenzani famosi, tra cui Andrea Schiavone, e a destra, sotto l’angelo della Fama, Nicolò Tommaseo seduto – all’epoca Tommaseo era ancora vivo). Nel 1873 partecipò all’Esposizione universale di Vienna con alcune opere di genere, tra cui quelle illustranti i costumi pittoreschi della Dalmazia, molto lodate dalla stampa locale. ... leggi Alcune di esse vennero acquistate dalla contessa Buratti di Zagabria, città nella quale in seguito operò. Nel museo di Zagabria è esposto il dipinto Ragazza di ritorno dal Mercato di Zara, una delle sue opere migliori, per la quale si servì della moglie come modella, mentre all’Università sono visibili i ritratti di tre rettori: Matja Mesic, Stjepan Spevec, Konstantin Vojnovic, 1876. Nel 1877 venne incaricato dal governo austriaco di rilevare i danni provocati alle chiese di rito greco orientale nella insurrezione dalmata del 1869. Per alcune chiese della Dalmazia eseguì pitture sacre: nella chiesa di S. Nicola, a Traù, vi sono due pale d’altare, raffiguranti San Benedetto che dà le regole all’ordine di sua sorella santa Scolastica alla presenza dei santi Doimo e Ambrogio, 1876, e Il beato Giovanni da Traù, san Giovanni evangelista e san Luigi, 1888, ed inoltre il Ritratto della badessa Scolastica Grčato, 1888, mentre altre opere vengono ricordate da Saccomani nella chiesa di Cittavecchia, nell’isola di Lesina e a Corfù. Morì nel 1892.
ChiudiBibliografia
P. di C. M., Articolo comunicato, «L’annotatore friulano», 1856, 278; SACCOMANI, Ristauro, 29-30; Arte poco nota dell’Ottocento nel Friuli occidentale. Catalogo della mostra fotografica, a cura di A. FORNIZ, San Vito al Tagliamento, Ellerani, 1971, 59-63; ID., Antonio Zuccaro pittore ottocentista di San Vito al Tagliamento, «Itinerari», 30 (1975), 53-62; Il patrimonio culturale di Trogir, Zagreb, Turistkomerc, 1987, 117; ALOISI, Vita e opere, 101-102; V. GRANSINIGH, in Il Museo Civico d’Arte di Pordenone, a cura di G. GANZER, Vicenza, Terra Ferma, 2001, 196; G. BERGAMINI, in Più vivo del vero, 55-56; V. GRANSINIGH, in Tra Venezia e Vienna, 442; M. GARDONIO, Dipinti del pittore friulano Antonio Zuccaro a Zagabria, «AFT», 25 (2006), 193-196.
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